Montag, 21. Januar 2013


Terrorismo in Africa: alcune origini meno note. 

Il terrorismo più feroce contro i popoli africani è stato indubbiamente la tratta degli schiavi,
così come gli attacchi contro l’Islam trovarono nelle criminali quanto fallimentari Crociate il loro inizio, seguito poi dalla tragica “Riconquista” del 1492, con cui i cristianissimi regnanti Isabella e Ferdinando cacciarono dalla penisola Iberica Ebrei ed Arabi, che prima erano vissuti pacificamente insieme ai cristiani. Poi venne l’Inquisizione.
 Tornando alla tratta degli schiavi, che distrusse le risorse umane dell’intero continente africano, è generalmente nota la condanna da parte della Chiesa Cattolica (es. le due encicliche di Leone XIII  “In Plurimis”  del 1888 e “Catholicae Ecclesiae” del 1890).   
Meno nota invece è invece la Bolla Papale di Nicolò V dell’8 gennaio 1454, una “Fatwa” agghiacciante nella sua esplicita incitazione alla schiavitù del Continente Nero. Eccone un assaggio: 
§ 5 : “Considerate attentamente tutte le questioni, Noi avevamo già, con lettere precedenti, concesso al Re Alfonso, fra le altre cose, la facoltà piena ed intera d’attaccare, di conquistare, di vincere, di ridurre e sottomettere tutti i saraceni, pagani e altri nemici di Cristo, ovunque essi siano, con i loro regni, ducati, principati, domini, proprietà mobili ed immobili, e tutti i beni da loro detenuti e posseduti; di ridurre le loro persone a servitù perpetua e di attribuire a essi (Re Alfonso e l’Infante) ed ai loro successori  di appropriarsi e di servirsi a proprio uso  ed utilità dei suddetti regni, ducati, contee, principati proprietà, possessioni e beni;“
 (“Nos premissa omnia,& singula debita meditatione, attendentes, quod cum olim prefato Alfonso Regi quoscumque Saracenos, ac Paganos, aliosque Christi inimicos ubicumque constitutos, ac Regna, Ducatus, Principatus, dominia, possessiones, & mobilia, & immobilia, bona quecumque per eos detenta, ac possessa invadendi, conquirendi, expugnandi, debellandi, & subjugandi, illorunque personas in perpetuam servitutem redigendi, ac Regna, Ducatos, Comitatus, Principatus, Dominia, possessiones,& bona sibi, & successoribus suis applicandi, appropriandi, ac in suos successorumque suorum usus, & utilitatem convertendi, aliis nostris literis plenam, & liberam inter caetera concessimus facultatem;“) 

Come si vede la storia non si ripete mai … allo stesso modo. Ma in maniera molto simile.
Cambiano gli attori o meglio gli aggressori, ma le vittime sono sempre le stesse. 
Infedeli ieri o terroristi oggi, islamisti, salafisti, … mettiamoci pure tutti gli –isti che si vuole, ad attaccare sono sempre gli  altri -isti: fascisti,  (neo)colonialisti,  e gli interessi sono sempre gli stessi: “invadendi, conquirendi, expugnandi, debellandi, subjugandi”, mentre per la seconda parte si prende atto che è passata di moda la schiavitù pura e semplice (non conforme alle esigenze capitalistiche: per dimostrare questo concetto c’era voluta la guerra di Secessione negli USA).
Economicamente si tratta nei tempi attuali non di ridurre in servitù direttamente le persone ma gli Stati e soprattutto di depredare le risorse naturali “bona  sibi utilitatem convertendi”.
Che nessuno dunque si permetta ancora di mettere in dubbio la modernità e lungimiranza della Chiesa cattolica: le esortazioni di Nicolò V sembrano scritte oggi  per gli attuali invasori dell’Africa, e ora come allora le giustificazioni non mancano: che si trattasse di convertire i nemici di Cristo o di combattere la Sharia ed il fondamentalismo, l’obiettivo è comunque sempre quello finale: in perpetuam servitutem redigendi”.  

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