Mittwoch, 2. Januar 2013


Per una pedagogia dal volto umano.  Quali letture giovano agli insegnanti

In the year 1990  I was requested to make suggestions for organizing stages intended to improve the professional skills  of teachers. Since I never knew a teacher who improved her/his skills after attending such stages, and also never met a good teacher who needed such stages, I restrained my self to proposing a list of useful readings...  
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Ho molto apprezzato la messa a fuoco del problema dell‘ aggiornamento  individuale dell‘ insegnante all‘ estero e delle relative letture. Il mio caso, non per merito ma per semplice fortuna è stato probabilmente diverso da quello di molti altri docenti : se invece di  finire a Costanza fossi capitato nel mezzo della Foresta Nera,  probabilmente invece di impadronirmi degli strumenti dell’analisi linguistica e letteraria studiando nella locale università avrei dedicato il mio tempo libero allo studio dell‘ ambiente boscaiolo (e gli strumenti sarebbero stati ascia e seghe invece di sintassi e filologia).

Devo però aggiungere che per mia natura (o contronatura, questo non lo so) ho sempre avuto l‘ irresistibile interesse ad occuparmi di cose lontane dal  mio ambiente più prossimo e quindi, messe da parte ascia e seghe, qualche lettura forse l‘ avrei fatta anche nella Foresta Nera.

In ogni caso  posso consigliare ai colleghi docenti che si dovessero trovare in condizioni di isolamento culturale, alcune letture rivelatesi per me graditissime nonché fonti di preziose riflessioni anche pedagogiche (piccola scelta alla rinfusa  unicamente a scopo indicativo) :

Kundera , Milan         :  L‘ insostenibile leggerezza dell‘ essere 
Lawrence, D. Herbert :  L‘ amante di Lady Chatterly
Fielding, Henry         :   Tom Jones
Casanova, Giacomo   :  Memorie
Byron,  George           :  Don Juan
Flaubert,  Gustave     :  Madame Bovary
Goethe,  Wolfgang     :  Le affinità elettive 
Anon.                         :   Fiabe dalle Mille e una Notte
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Mi fermo qui per spiegare le ragioni della scelta delle letture (o riletture) : si tratta di materiale preparatorio per la mia seconda tesi di laurea (lettere) dal titolo provvisorio „La seduzione come topos letterario ed i suoi risvolti per una pedagogia  dell‘ educazione sentimentale“, la cui idea guida è nata dalla convinzione che  nell‘ analisi della vita emozionale e sentimentale, non sono la psicologia o la psicanalisi a fornire le risposte ultime ma che invece gli strumenti necessari si trovano, tutti e da sempre, nelle grandi opere letterarie, sia di poesia che di prosa o drammaturgia. In questa prospettiva l‘ arte della seduzione, per troppo tempo relegata ai margini della moralità, diviene  un elemento centrale e qualificante dell‘ educazione e quindi  rientra fra i compiti fondamentali di una nuova pedagogia dal volto umano.
„Seduzione“  beninteso non come asservimento di altri individui ma come arte che fornisce gli strumenti per l‘ interpretazione dei rapporti interpersonali ed i mezzi per perfezionarli  a reciproco vantaggio, in posizione di simmetricità di potere.

Se l‘ idea a prima vista può sembrare peregrina, per capire come essa sia fondamentale basta pensare per un attimo alla frase con cui da sempre si designa  un docente eccellente : „sa far innamorare i suoi studenti della materia“.
Frase rara invero, come rari appunto sono quei docenti capaci di „sedurre“  i loro studenti  destando in essi la passione allo studio. Seppur appartenente ad una razza rara e forse in pericolo di estinzione (dopo la svolta „scientifica“ che ha degradato la pedagogia a tecnica delle scelte curricolari e la didattica ad umile ancella delle tecniche di comunicazione), qualche insegnante dotato di tale arte l‘ abbiamo conosciuto tutti, e se riflettiamo, le materie di cui ci siamo appassionati sono state esattamente quelle per le quali siamo stati „sedotti“ dai nostri  insegnanti. Riscoprire le tracce di tali „seduzioni“ è un compito ancora tutto da affrontare per poter costruire una metodologia di „seduzione allo studio“. Un tipo di seduzione che, se ovviamente di quelle amorose non condivide in alcun modo i fini, nella sostanza non si differenzia invece da esse per le tecniche di gestione dei rapporti interpersonali.
E ciò in tutte le culture : per un semplicissimo esempio basta pensare al metodo giapponese (Suzuki) per l‘ apprendimento del violino : all‘ inizio ai bambini lo strumento viene fatto vedere e toccare per pochi istanti, suscitando un interesse che resta insoddisfatto e quindi si autoalimenta ed autostimola senza bisogno di ulteriore motivazione. La stessa tecnica, insomma, con cui le grandi concubine o i più famosi conquistatori di cuori femminili (per metonimia = pars pro toto) gestivano i loro rapporti. E per apprendere queste tecniche, la materia più adatta allo studio, come forse riconoscerebbe anche il sociologo Alberoni, è indubbiamente la letteratura.

APRILE 1999)(word 98- Pedagogia- prolegomeni per una pedagogia della seduzione)

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