Per una pedagogia dal volto
umano. Quali letture giovano agli
insegnanti
In the year 1990 I was requested to make suggestions for organizing stages intended to improve the professional skills of teachers. Since I never knew a teacher who improved her/his skills after attending such stages, and also never met a good teacher who needed such stages, I restrained my self to proposing a list of useful readings...
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Ho molto apprezzato la
messa a fuoco del problema dell‘ aggiornamento
individuale dell‘ insegnante all‘ estero e delle relative letture. Il
mio caso, non per merito ma per semplice fortuna è stato probabilmente diverso
da quello di molti altri docenti : se invece di finire a Costanza fossi capitato nel mezzo della Foresta
Nera, probabilmente invece di
impadronirmi degli strumenti dell’analisi linguistica e letteraria studiando
nella locale università avrei dedicato il mio tempo libero allo studio dell‘
ambiente boscaiolo (e gli strumenti sarebbero stati ascia e seghe invece di
sintassi e filologia).
Devo però aggiungere che
per mia natura (o contronatura, questo non lo so) ho sempre avuto l‘
irresistibile interesse ad occuparmi di cose lontane dal mio ambiente più prossimo e quindi, messe da
parte ascia e seghe, qualche lettura forse l‘ avrei fatta anche nella Foresta
Nera.
In ogni caso posso consigliare ai colleghi docenti che si
dovessero trovare in condizioni di isolamento culturale, alcune letture
rivelatesi per me graditissime nonché fonti di preziose riflessioni anche
pedagogiche (piccola scelta alla rinfusa
unicamente a scopo indicativo) :
Kundera , Milan
: L‘ insostenibile leggerezza
dell‘ essere
Lawrence, D. Herbert : L‘ amante di Lady Chatterly
Fielding, Henry : Tom Jones
Casanova, Giacomo
: Memorie
Byron,
George : Don Juan
Flaubert,
Gustave : Madame Bovary
Goethe,
Wolfgang : Le affinità elettive
Anon. : Fiabe dalle Mille e una Notte
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Mi fermo qui per
spiegare le ragioni della scelta delle letture (o riletture) : si tratta di
materiale preparatorio per la mia seconda tesi di laurea (lettere) dal titolo
provvisorio „La seduzione come topos letterario ed i suoi risvolti per una
pedagogia dell‘ educazione
sentimentale“, la cui idea guida è nata dalla convinzione che nell‘ analisi della vita emozionale e
sentimentale, non sono la psicologia o la psicanalisi a fornire le risposte
ultime ma che invece gli strumenti necessari si trovano, tutti e da sempre,
nelle grandi opere letterarie, sia di poesia che di prosa o drammaturgia. In
questa prospettiva l‘ arte della seduzione, per troppo tempo relegata ai
margini della moralità, diviene un
elemento centrale e qualificante dell‘ educazione e quindi rientra fra i compiti fondamentali di una
nuova pedagogia dal volto umano.
„Seduzione“ beninteso non come asservimento di altri
individui ma come arte che fornisce gli strumenti per l‘ interpretazione dei
rapporti interpersonali ed i mezzi per perfezionarli a reciproco vantaggio, in posizione di simmetricità di potere.
Se l‘ idea a prima vista
può sembrare peregrina, per capire come essa sia fondamentale basta pensare per
un attimo alla frase con cui da sempre si designa un docente eccellente : „sa far innamorare i suoi studenti della materia“.
Frase rara invero, come
rari appunto sono quei docenti capaci di „sedurre“ i loro studenti destando
in essi la passione allo studio. Seppur appartenente ad una razza rara e forse
in pericolo di estinzione (dopo la svolta „scientifica“ che ha degradato la
pedagogia a tecnica delle scelte curricolari e la didattica ad umile ancella
delle tecniche di comunicazione), qualche insegnante dotato di tale arte l‘
abbiamo conosciuto tutti, e se riflettiamo, le materie di cui ci siamo
appassionati sono state esattamente quelle per le quali siamo stati „sedotti“
dai nostri insegnanti. Riscoprire le
tracce di tali „seduzioni“ è un compito ancora tutto da affrontare per poter
costruire una metodologia di „seduzione allo studio“. Un tipo di seduzione che,
se ovviamente di quelle amorose non condivide in alcun modo i fini, nella sostanza
non si differenzia invece da esse per le tecniche di gestione dei rapporti
interpersonali.
E ciò in tutte le
culture : per un semplicissimo esempio basta pensare al metodo giapponese
(Suzuki) per l‘ apprendimento del violino : all‘ inizio ai bambini lo strumento
viene fatto vedere e toccare per pochi istanti, suscitando un interesse che
resta insoddisfatto e quindi si autoalimenta ed autostimola senza bisogno di
ulteriore motivazione. La stessa tecnica, insomma, con cui le grandi concubine
o i più famosi conquistatori di cuori femminili (per metonimia = pars pro toto)
gestivano i loro rapporti. E per apprendere queste tecniche, la materia più
adatta allo studio, come forse riconoscerebbe anche il sociologo Alberoni, è
indubbiamente la letteratura.
APRILE
1999)(word 98- Pedagogia-
prolegomeni per una pedagogia della seduzione)
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