“Gedankenexperimente” -
Esperimenti
immaginari fra monete e …monate (come ghe se ciaman a Venesia).
Il “paradosso idrodinamico” ovvero il principio di Venturi.
La pressione di un liquido che passa da un tubo di dimensioni maggiori ad
uno di dimensioni minori dovrebbe essere maggiore secondo il senso comune:
invece è minore, poiché il liquido nel tubo di minor diametro aumenta di
velocità e quindi crea una depressione. Il senso comune, come in questo
caso, è spesso negato dalle leggi
fisiche.
Anche in economia si verificano spesso casi analoghi: decisione che sono
prese sulla base di un presunto buon senso ed appaiono logiche ottengono
risultati opposti a quelli previsti.
In questi casi tuttavia, invece del principio di Venturi è il principio di .. sventure.
Nel caso nostro si tratta di due decisioni, una incosciente (l’unificazione
della moneta di Paesi economicamente non omogenei) e l’altra cinica e paranoica
(salvare la moneta unica distruggendo le economie meno competitive).
Un esperimento immaginario può forse chiarire meglio del ricorso a discorsi
teorici.
Se la Grecia domani cambiasse tutti gli euro in yuan, la Cina si
preoccuperebbe per la tenuta della propria moneta? Certamente no, resterebbe
indifferente visto il peso irrilevante dell'economia greca, o al massimo
userebbe il fatto come piccola giustificazione per non rivalutare la propria
moneta nazionale, come tutti gli altri Stati e USA in primis gli stanno
chiedendo. Lo stesso discorso si potrebbe fare se il cambio degli euro greci
avvenisse coi dollari o con lo yen giapponese.
CINA, USA, Giappone: o indifferenti
o felici di avere un argomento per svalutare e divenire concorrenziali verso il
resto del mondo. E il discorso potrebbe continuare se dalla Grecia si passasse
agli altri Paesi mediterranei.
E' dunque evidente che la vantata
"difesa" dell'euro è la vera "euroballa" poiché non è la
moneta "unica" ad essere in pericolo se uno o più Stati
l'abbandonano, ma sono i creditori incauti ed i profittatori degli alti
interessi sui prestiti.
La svalutazione infatti avviene
comunque inevitabilmente quando economie diverse entrano in rapporti fra di
loro: l'economia più debole per salvarsi deve o svalutare la propria moneta
oppure, se non ha moneta propria, svalutare la moneta altrui ... nelle proprie
tasche, cioè ridurre salari e altre spese sociali.
Resta una domanda: qual è il prezzo
da pagare se -per motivi insindacabili- si vogliono a tutti i costi unificare
con una moneta economie diverse ?
L'unificazione fiscale da sola non
ha praticamente efficacia poiché a ben poco serve un prelievo identico su
salari e profitti diversissimi.
Né si possono unificare i salari
finché la produttività è divergente.
Ridurre le spese statali è utile
solo finché si tratta di eliminare gli sprechi, ma se si bloccano gli
investimenti produttivi le conseguenze sono fatali, come appunto é dimostrato
dalla disoccupazione crescente che vanifica già da sola ogni altra misura di
risparmio e rende impossibile il risanamento dei conti.
Ma
il prezzo da pagare non si ferma qui.
Se invece di armonizzazione produttiva nel senso di differenziazione di
prodotti, l'unificazione la si fa sulla base della competitività, il successo
delle economie "più efficienti" resta una vittoria di Pirro poiché
non è loro possibile vendere i prodotti ai cittadini dei Paesi con economie
meno efficienti e redditi in diminuzione.
Si ripete la situazione dell’imbecille che si lamentava della morte dell'asino: "proprio ora che
gli avevo insegnato a vivere senza mangiare mi è morto".
Purtroppo nel nostro caso gli asini
economici sono ben vivi e vegeti, siedono alle leve di comando e si vantano di
salvare la moneta unica...
I danni alla democrazia sono evidenti e lo smembramento dell'Europa è in
corso anche se si finge di ignorarlo. Un'idea nobile non solo é stata tradita
ma capovolta: invece di una federazione di Stati liberi si è introdotto con
l'euro uno stato totalitario finito in
mano a burocrati privi di scrupoli.
Invece di maggiore equità
distributiva il sistema ha generato sperequazioni crescenti fra i redditi sia
internamente a ciascun Paese che fra i Paesi membri, nonché ingiustizie sociali
sempre meno tollerabili.
I giovani dei Paesi mediterranei
sono costretti dalla disoccupazione ad emigrare in massa verso i Paesi dalle
economie predominanti, che stanno distruggendo la crescita economica nelle loro
patrie, e questo triste fenomeno non era certo fra le intenzioni dei fondatori
della Comunità Europea.
In questo contesto é tragico
constatare il tradimento delle cosiddette "sinistre": i tradizionali
partiti di sinistra sono stati fagocitati da burocrati e squallidi figuri che
se non erano direttamente conniventi con le destre, come minimo si illudevano
di poter strappare un pochino di potere scimmiottando i conservatori e le loro
politiche neoliberali.
Da costoro non ci si può attendere
il minimo cambiamento, ecco perché
ad esempio le discussioni sul PD e
sul "voto utile" é completamente "futile".
Chi si attende un cambiamento
politico da questa sedicente "sinistra" ha meno probabilità di chi
cerca illibate in un bordello.
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