Mittwoch, 16. Januar 2013


“Gedankenexperimente” -
Esperimenti immaginari fra monete e …monate (come ghe se ciaman a Venesia).

Il “paradosso idrodinamico” ovvero il principio di Venturi.
La pressione di un liquido che passa da un tubo di dimensioni maggiori ad uno di dimensioni minori dovrebbe essere maggiore secondo il senso comune: invece è minore, poiché il liquido nel tubo di minor diametro aumenta di velocità e quindi crea una depressione. Il senso comune, come in questo caso,  è spesso negato dalle leggi fisiche.
Anche in economia si verificano spesso casi analoghi: decisione che sono prese sulla base di un presunto buon senso ed appaiono logiche ottengono risultati opposti a quelli previsti.
In questi casi tuttavia, invece del principio di Venturi  è il principio di .. sventure.
Nel caso nostro si tratta di due decisioni, una incosciente (l’unificazione della moneta di Paesi economicamente non omogenei) e l’altra cinica e paranoica (salvare la moneta unica distruggendo le economie meno competitive).  
Un esperimento immaginario può forse chiarire meglio del ricorso a discorsi teorici.
Se la Grecia domani cambiasse tutti gli euro in yuan, la Cina si preoccuperebbe per la tenuta della propria moneta? Certamente no, resterebbe indifferente visto il peso irrilevante dell'economia greca, o al massimo userebbe il fatto come piccola giustificazione per non rivalutare la propria moneta nazionale, come tutti gli altri Stati e USA in primis gli stanno chiedendo. Lo stesso discorso si potrebbe fare se il cambio degli euro greci avvenisse coi dollari o con lo yen giapponese.
 CINA, USA, Giappone: o indifferenti o felici di avere un argomento per svalutare e divenire concorrenziali verso il resto del mondo. E il discorso potrebbe continuare se dalla Grecia si passasse agli altri Paesi mediterranei.

 E' dunque evidente che la vantata "difesa" dell'euro è la vera "euroballa" poiché non è la moneta "unica" ad essere in pericolo se uno o più Stati l'abbandonano, ma sono i creditori incauti ed i profittatori degli alti interessi sui prestiti.
 La svalutazione infatti avviene comunque inevitabilmente quando economie diverse entrano in rapporti fra di loro: l'economia più debole per salvarsi deve o svalutare la propria moneta oppure, se non ha moneta propria, svalutare la moneta altrui ... nelle proprie tasche, cioè ridurre salari e altre spese sociali.

 Resta una domanda: qual è il prezzo da pagare se -per motivi insindacabili- si vogliono a tutti i costi unificare con una moneta economie diverse ?
 L'unificazione fiscale da sola non ha praticamente efficacia poiché a ben poco serve un prelievo identico su salari e profitti diversissimi.
 Né si possono unificare i salari finché la produttività è divergente.
 Ridurre le spese statali è utile solo finché si tratta di eliminare gli sprechi, ma se si bloccano gli investimenti produttivi le conseguenze sono fatali, come appunto é dimostrato dalla disoccupazione crescente che vanifica già da sola ogni altra misura di risparmio e rende impossibile il risanamento dei conti.
 Ma il prezzo da pagare non si ferma qui.
Se invece di armonizzazione produttiva nel senso di differenziazione di prodotti, l'unificazione la si fa sulla base della competitività, il successo delle economie "più efficienti" resta una vittoria di Pirro poiché non è loro possibile vendere i prodotti ai cittadini dei Paesi con economie meno efficienti e redditi in diminuzione.
Si ripete la situazione dell’imbecille  che si lamentava della morte dell'asino: "proprio ora che gli avevo insegnato a vivere senza mangiare mi è morto".
 Purtroppo nel nostro caso gli asini economici sono ben vivi e vegeti, siedono alle leve di comando e si vantano di salvare la moneta unica...
I danni alla democrazia sono evidenti e lo smembramento dell'Europa è in corso anche se si finge di ignorarlo. Un'idea nobile non solo é stata tradita ma capovolta: invece di una federazione di Stati liberi si è introdotto con l'euro uno stato totalitario  finito in mano a burocrati privi di scrupoli.
 Invece di maggiore equità distributiva il sistema ha generato sperequazioni crescenti fra i redditi sia internamente a ciascun Paese che fra i Paesi membri, nonché ingiustizie sociali sempre meno tollerabili.
 I giovani dei Paesi mediterranei sono costretti dalla disoccupazione ad emigrare in massa verso i Paesi dalle economie predominanti, che stanno distruggendo la crescita economica nelle loro patrie, e questo triste fenomeno non era certo fra le intenzioni dei fondatori della Comunità Europea.

 In questo contesto é tragico constatare il tradimento delle cosiddette "sinistre": i tradizionali partiti di sinistra sono stati fagocitati da burocrati e squallidi figuri che se non erano direttamente conniventi con le destre, come minimo si illudevano di poter strappare un pochino di potere scimmiottando i conservatori e le loro politiche neoliberali.
 Da costoro non ci si può attendere il minimo cambiamento, ecco perché
 ad esempio le discussioni sul PD e sul "voto utile" é completamente "futile".
 Chi si attende un cambiamento politico da questa sedicente "sinistra" ha meno probabilità di chi cerca illibate in un bordello.

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