Dienstag, 30. Dezember 2014

Una perdita di 1800 € l'anno per ogni straniero immigrato in Germania ? 

Versione italiana del post "Sinn (Hans Werner) oder Unsinn: Macht Deutschland 1800€/Jahr Verlustgeschäft pro Migrant? 



Il titolo tedesco è volutamente un gioco di parole: "Sinn" significa "senso"  e "Unsinn" "nonsenso".
Un' uscita significativa di Hans Werner Sinn, del direttore dell'Istituto per la ricerca economica di Monaco (Ifo) - da non confondere con altro più prestigioso anche a livello internazionale , l' IWF - Institut für Wirtschaftsforschung di Kiel, nello Schleswig-Holstein).
Hans Werner Sinn  è considerato uno dei maggiori economisti tedeschi (ma non incontestato: il ministro delle finanze Schäuble lo aveva accusato in un'occasione di aver fatto "i conti della serva" - in tedesco "Milchmädchenrechnungen"). Eccolo nuovamente con un'uscita in armonia con la campagna d' odio verso gli stranieri portata avanti dal partito "Alternativa per la Germania" (AfD) in cooperazione con i razzisti del movimento popolare "Pegida(Patrioti contro l'islamizzazione d'Europa).
A portar acqua al mulino di questi razzisti interviene dunque questo economista stimando che al bilancio annuale fra utili e costi, annualmente ogni immigrato causerebbe allal Germania una perdita di 1800 €. Sull'affidabilità dei suoi calcoli si può intanto ipotizzare che anche in questo caso valga il sopraccitato giudizio di Schäuble (si potrà verificare quando il pubblico li avrà a disposizione). Anche un bambino tuttavia è finora in grado di capire che senza gli stranieri l'economia tedesca crollerebbe da un giorno all'altro. Infine: se anche i calcoli del predetto grande economista fossero corretti, 1800 euro per ogni straniero sarebbero un ottimo investimento economico, poiché è appunto grazie agli stranieri che l'economia tedesca riesce a mantenere il livello di produttività attuale.
 La perversione di un tale calcolo è non soltanto moralmente aberrante, ma economicamente insensata e profondamente sbagliata: gli stranieri sono produttori ma anche consumatori, e come tali contribuiscono (IVA, assorbimento merci) anche a mantenere alta la domanda interna. 
Calcolare l'utilità degli immigrati sulla base di un comunque dubbioso bilancio utili/costi è ben al disotto del livello dei "conti della serva". 
Un' immigrazione che consenta solo utili senza costi infatti è certo possibile ed è stata praticata per più di un secolo nelle Americhe: era la tratta degli schiavi. E anche cosí non era a costo esattamente zero, poiché i mercanti gli schiavi se li facevano pagare. 

Sinn (Hans Werner) ... und Unsinn: macht Deutschland 1800 € /Jahr Verlustgeschäft pro Migrant ?

Donnerstag, 4. Dezember 2014

  Chi spezzerà l’ eurocatena? Ambiguità dei movimenti e partiti alternativi nei Paesi mediterranei infestati dalla moneta unica.

Chi spezzerà l’ eurocatena? Ambiguità dei movimenti e partiti alternativi nei Paesi mediterranei infestati dalla moneta unica. 


Se si votasse domani, in Spagna il movimento “Podemos” sorto quasi dal nulla (erano in parte gli "Indignados") in pochi mesi  sarebbe il primo partito. In Grecia anche “Syriza” si avvia ad una supremazia elettorale, mancata di poco all’inizio della crisi (elezioni dopo mancato referemdum Papandreu).
In Italia il  “Movimento 5 Stelle”  contando soltanto i voti in territorio metropolitano era stato il primo alle elezioni politiche (il PD aveva avuto qualche voto in più soltanto grazie ai voti dei connazionali all’estero, sulla cui legittimità sarebbe lecito avanzare dubbi visti i brogli in passato con voti comprati ed eletti finiti in galera).
Il  M5S si sta sciogliendo come neve al sole, le colpe interne e gli errori di gestione non bastano a spiegare il fallimento: l’attacco ai partiti tutti, benché giusto e doveroso, ha avuto l’effetto autodistruttivo di indurre gli elettori al rifiuto del voto tout court, favorendo l’opportunismo di una scelta di finta sinistra PD che farà probabilmente la stessa fine. 
Infine: il chiarimento della posizione sull’euro è giunto tardivo ed ambiguo (cercare l’uscita dall’euro con un referendum ha le stesse probabilità di successo di quello scozzese: il partito pro-euro avrebbe facile gioco a seminare paure e disinformazioni).

Nel caso di Syriza bisogna tener conto che si tratta di una coalizione (ΣΥΡΙΖΑ – Ενωτικό Κοινωνικό  Μέτωπο, Fronte Sociale Unito SYRIZA-EKM) e quindi era più difficile trovare una posizione comune sull’euro. Resta il fatto che forse per l’enorme diffidenza dei Greci nei confronti dei loro corrotti governanti, pur soffrendo incredibilmente sotto il flagello della moneta unica, vale colà l’illusione di un’Europa che possa risolvere i problemi interni. Una tradizione che ci riporta all’inizio dell’indipendenza, quando il primo re venne appunto dall’area tedesca (principe ereditario di Baviera, Ottone di Wittelsbach, nel 1832). 

Inspiegabile invece la posizione del movimento spagnolo  “Podemos”, che  invece di proporre il recupero della sovranità monetaria si limita a mendicare, esattamente come il partito greco Syriza, una ristrutturazione del debito. Costoro non hanno compreso che senza sovranità monetaria, nell’Europa dominata da una Germania serva dell’imperialismo economico e militare USA, non hanno speranza alcuna di spezzare le catene che legano i Paesi mediterranei al ruolo di impotenti debitori perenni della finanza internazionale.
Appare infine incredibile che stia sfuggendo ai più l’astuta manovra della speculazione internazionale usuraria, che loda i microscopici miglioramenti della situazione economica spagnola facendoli credere risultato dei “necessari sacrifici” quando invece statisticamente altro non sono che finzioni contabili o al più il risultato dell’esodo di centinaia di migliaia di giovani verso Germania e Inghilterra ed altri Paesi compresi quelli dell’Est.  
Dunque o toccherà alla Francia dare la prima spallata all’euro (e sarebbe tragico poiché significherebbe l’arrivo al potere della destra nazional-fascista di Le Pen) o sarà invece il tracollo economico dell’Italia, ormai alle porte, a costringere gli ottusi e testardi burocrati europei ed il governo tedesco a mettere fine all’esperimento sciagurato dell’euro.
Il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha praticamente finito le cartucce, e la situazione diverrà politicamente insostenibile quando sarà chiaro che a salvare l’euro saranno chiamati i contribuenti ed i  risparmiatori tedeschi (già inferociti dai tassi negativi con cui vedono decurtati i propri risparmi).
Infatti pur detestato e apertamente aborrito per le posizioni razziste e xenofobe, il partito antieuro dell’Alternativa per la Germania (AfD) sta guadagnando continuamente elettori, in gran parte gente che non si dichiara pubblicamente per quel partito ma poi nel segreto dell’urna lo vota per rancore contro gli altri partiti. 
E dunque questo partito può essere fermato soltanto con le proprie armi, cioè se gli altri partiti faranno propria la decisione di uscita dall’euro: se si effettuasse un referendum la maggioranza dei tedeschi sarebbe infatti d’accordo, poiché intelligentemente si rendono conto che se anche la moneta unica è servita con la moderazione fiscale ad esportare per qualche tempo la disoccupazione nei Paesi mediterranei, a lungo si tratta di una politica insensata, visto che è assurdo conquistare mercati costituiti da clienti … falliti.    
Come conclusione provvisoria si può affermare che con buone probabilità la fine dell’euro non è imminente, salvo fatti nuovi e inattesi, ma anche con sicurezza documentata dai fatti che la sua esistenza appare sempre più fragile per non dire insostenibile, un graduale ma inarrestabile  verso una fine inevitabile.  

Montag, 10. November 2014

La scoperta del secolo: era tutto colpa della "Rigidità del mercato del lavoro", trovata la soluzione alla crisi finanziaria. 


In una recensione su IL Sole 24 Ore è citata una frase tratta dal libro della neo-eletta alla Corte Costituzionale  Silvana Sciarra, L'Europa e il lavoro, Solidarietà e conflitto in tempi di crisi:

 ""È indubbio, infatti, che la rigidità dei mercati del lavoro europei, impedendo la mobilità tra Stati membri in cui c'è carenza di lavoratori ed altri in cui c'è carenza di lavoro, abbia costituito un fattore di esacerbazione della disoccupazione generata dall'attuale crisi finanziaria.""

Non so dove viva questo personaggio poiché pare non conoscere minimamente l'enorme flusso di giovani laovratori in cerca di lavoro in fuga dai Paesi mediterranei vero quelli dell'Europa Centrale, compresi quelli ex comunisti. Altro che rigidità: la Germania ha da lungo organizzato il reclutamento direttamente in questi Paesi, cosí come fece nel primo dopoguerra quando grazie ai fondi del Piano Marshall stava rimettendo in piedi le industrie e aveva bisogno di manodopera di bassa manovalanza (infatti in Italia reclutava preferibilmente lavoratori privi di mestiere e meglio ancora se privi anche di titolo di studio o addirittura analfabeti, poiché più facili da addomesticare). L'unica differenza è che ora recluta preferibilmente giovani altamente specializzati di cui ha carenza in patria. 
La cecità dell'autrice citata è condivisa dai governanti al potere, da quelli nazionali fino al "Politburò" presieduto da Junkers a Bruxelles, che continuano a vedere l'origine della crisi o l'ostacolo al suo superamento unicamente nella "rigidità del mercato del lavoro" mentre osannano alla libertà di movimenti di capitali e sedi fiscali delle imprese (non a caso proprio il lussemburghese Junker è salito al potere nell'UE - grazie forse alle agevolazioni fiscali "legalizzate" concesse a oltre 300 multinazionali che sono state cosí praticamente esonerate dalla contribuzione !). 
Costoro evidentemente erano in profondo letargo quando scoppiò la crisi dei "subprime", della "Lehmann-Brother" e la catena di speculazioni che avviarono la crisi finanziaria. Oppure sono convinti che siano stati i lavoratori a speculare coi derivati tossici, non le banche, che poverette dovettero poi essere salvate ed indennizzate per i danni loro causati da questi "lavoratori-speculatori" ultraprotetti appunto dalla "rigidità del mercato del lavoro".
Un'interpretazione della crisi che se fosse vera meriterebbe  il Nobel dell'economia. 
E dunque la medicina proposta da questi sciamani o stregoni della politica economica è la demolizione dei diritti dei lavoratori e la totale liberalizzazione dei diritti delle imprese, fino  al loro esonero dal pagamento delle tasse. Interessantissimo quanto è appena emerso circa le pratiche lussemburghesi per far risparmiare imposte alle multinazionali che ivi avevano trasferito la loro sede, oltre 300 casi: ma la Troika non era andata in Grecia ad imporre un sistema più efficiente di prelievo fiscale dichiarando che era l'inefficienza del fisco locale ad aver causato l'indebitamento irrimediabile del Paese? Costoro dirigevano l'attenzione del pubblico sull'operazione di chiusura della falla fiscale in Grecia mentre nello stesso tempo allargavano a dismisura quella da sempre già esistente in Lussemburgo!  Falsità, ipocrisia e sfacciataggine vanno sempre insieme, ma in questo caso sembra che costoro abbiano anche perduto il senso della misura. O credono che i cittadini europei siano dei perfetti sprovveduti creduloni minchionabili senza sforzo. I lavoratori dovranno dunque scendere in piazza e con le loro democratiche proteste risvegliare dal letargo sia i governanti europei che il Politburò a Bruxelles, cosí come avvenne 25 anni or sono per far cadere un altro Politburò a Berlino Est.                 
Una rivoluzione democratica appare ormai inevitabile, poiché se dovesse prevalere questa sciagurata concezione dell' Europa si cementerebbe ed aggraverebbe la disparità di sviluppo fra i Paesi membri: alcuni avviati verso uno sviluppo accelerato fondato sulla moderazione salariale dei propri lavoratori garantita dall'esistenza di "gabbie salariali" (in Germania ad es. le regioni dell'ex RDT) mentre gli altri Paesi finirebbero per essere equiparati appunto alla RDT e trasformati in serbatoi di manodopera "a domanda" ed a basso prezzo.
Che il PD sia per questa linea è chiarissimo da lungo, avendo cessato (se mai lo è stato) di essere partito dei lavoratori. Se a questa fallimentare e cinica politica si associasse come sembra di capire anche il M5S, lo spazio per una difesa democratica dei diritti sparirebbe e rimarrebbe unicamenete la via di una rivoluzione democratica. La situazione non appare migliore nemmeno negli altri Paesi colpiti dalla crisi, e non occorre essere é profeti né spie dei servizi segreti per capire che dietro le manovre politiche scoperte è in corso uno svuotamento della democrazia e dei diritti civili senza precedenti.   
Per l'Europa tutta manca soltanto più la firma sotto il trattato di "resa incondizionata" al modello economico USA (il famigerato TTIP) e poi l'EU sarà a pieno titolo una colonia americana sostituendosi in questo ruolo all'America Latina che dopo un secolo di servitù è riuscita in larga parte ad emanciparsi e liberarsi dal giogo yankee.  

Sonntag, 9. November 2014

  Mauerfall oder Reinfall?


Die neue unsichtbare Mauer oder DDR „Rettung“ als Experiment für die Neugestalung der der EU nach deutscher „Hackenordnung“.
Nach vor kurzem veröffentlichten Meinungserhebungen wären ein Viertel ca. (23 %) der Bürger in den Gebieten der ehemalingen DDR der Ansicht, dass es ihnen vor der „Wende“ besser ging als jetzt, 25 Jahre später; sogar 12 % würden sich nach dem alten umstürzten Regime sehnen.
Diese Daten scheinen mir sehr zweifelhaft, denn mit geschickten Fragen kann man sehr leicht die Antworten erhalten die man sucht. Nichtdestoweniger sind diese Daten aussagekräftig, wenn man die Wirtschaftsdaten vergleicht.
Die sichtbare Mauer ist in der Tat lediglich durch eine andere ersetzt worden, eine unsichtbare aber ökonomisch sehr wohl spürbare und noch viel stärkere Mauer: Die Unterschiede zwischen Westen und Osten in Gehalt und Wohlstand, Sozialdienste und sogar Erziehung und Schulbetreuung sind nach der "Wende" sehr groß geblieben, viele sogar größer geworden.
Die Schwierigkeiten der wirtschaftlichen Angleichung West-Ost sind in der maroden Planwirtschaft der DDR, und veranwortlich dafür sind zweifellos die damaligen regierende Betonköpfe. Aber genausowenig kann man die „Sanierung“ seitens der westdeutschen Unternehmen als modellhaft geglückt bezeichnen: es hat sich eher um einen Raubzug gehandelt, der alle Merkmale der Kolonialisierung aufweist. Die Kosten der Wiedervereinigung haben die Westdeutschen Steuerzahler getragen, aber diese Investitionen sind nur zu einem Bruchteil zugunsgten der Ostdeutschen Industrie und Betriebe gegangen. Wo der Hauptteil geblieben ist ist leicht zu ahnen: es hat die Taschen der Wirttschaftsakteure im westlichen Territorium nie verlassen.
Man kann wohl sagen, dass den Bürger der ehemaligen DDR zwar es besser als bevor geht, im Durchschnitt, aber leider nicht allen: es gibt zwar zum Glück keine Dissidenten die politisch verfolgt werden, dafür aber ein Heer Arbeitslose.
Niemand möchte zwar zurück, ich glaube nicht einmal die 12 % der Meinunserhebungen die nach der alten DDR sich angeblich sehnen, solche Aussagen sind eher als Ausdruck der Enttäuschung und als Protest zu bewerten: gegen die falschen Versprechungen die zur Auflösung der DDR beutzt wurden.
Von einem wirklichen "Mauerfall" kann aber nicht die Rede sein: die eine Mauer wurde lediglich durch eine andere ersetzt, eine die man sehr schwer abreißen kann, denn diese letzte ist sehr fest verankert: an den herrschenden wirtschaftlichen Interessen der westdeutschen Finanz- und Industriemächtinhaber.
Diese Überlegungen sind jedoch nicht nur eine späte Erkenntniss über die gescheiterte „Sanierung“ der DDR: sie sind höchst aktuell, denn was in den vergangenen 25 Jahren dort passiert ist, wird jetzt mit den gleichen Methoden von der EU (geführt und dominiert von den deutschen Regierungen und Wirtschafgtsmacht) für den Rest der europäischen Länder in die Tat gesetzt, und vor allem für die „Sanierung“ der Finanzen der Mittelmeerländer (auch „PIGS“ genannt).
Wir sehen dass diese Methoden (zusammenfassend unter „Austerität-Maßnahmen“) bekannt, nicht nur keine am Boden liegende Wirtschaft wie die damalige DDR wirklich retten können, sondern sogar früher funktionierende Wirtschaften (wie Spanien, Portugal, Griechenland und Italien) langsam aber unwiderruflich ruiniren können. Wenn die Geschichte überhaupt etwas lehren kann, hier ein Gegenbeispiel (es sei denn, diese Entwicklung war und ist gewollt, dann wäre die DDR lediglich das Versuchkaninchen gewesen).
 

Freitag, 7. November 2014

 La metamorfosi delle monete nazionali in euro ed il processo inverso.     







“Una mattina Gregor Samsa risvegliandosi si trovò trasformato in insetto”.
Così inizia il noto racconto (Die Verwandlung) che Franz Kafka iniziò una notte di novembre del 1912. Meno noto invece il racconto del suo amico scrittore Karl Brand, morto giovanissimo, il quale nel 1916 pubblicò un’inversione del racconto kafkiano, “Die Rückverwandlung des Gregor Samsa”, cioè la riconversione da insetto a uomo del medesimo personaggio.
A questa coppia di racconti mi fa pensare la tragica metamorfosi delle monete nazionali nell’euro, poiché a ben vedere è avvenuta in fondo la stessa cosa. L’euro è la grottesca metamorfosi delle monete sovrane in qualcosa di mostruoso e repellente condannato a morire.
Ma anche la contro - metamorfosi è già avvenuta, le monete nazionali sono ritornate in tutti i Paesi d’Europa. Nell’aspetto sono ancora apparentemente euro, di fatto sono dracme, lire, pesete, …. e marchi. Infatti gli euro non hanno più lo stesso valore rispetto alle merci ed ai servizi che con esso i cittadini dei vari Stati possono acquistare. Il salario dei lavoratori nei Paesi mediterranei compra poco più della metà del salario di un lavoratore tedesco, mentre prima dell’introduzione dell’euro il potere d’acquisto era quasi comparabile.
La svalutazione ha colpito i salari, non le monete nazionali. In altri termini gli euro sono di pari valore in tutta l’area  ma entrando nelle tasche dei cittadini dei Paesi (PIGS) si dimezzano di numero.
Se ad esempio si calcolano le mensilità ora necessarie per acquistare un’auto nei paesi PIGS, ci si rende conto immediatamente che il loro numero è quasi raddoppiato rispetto ad una dozzina d’anni or sono. Tanto varrebbe dunque reintrodurre le monete nazionali di valore all’incirca dimezzato rispetto all’euro /marco tedesco. A questo punto però sarebbe la fine per le esportazioni tedesche nelle altre aree, poiché in euro = marco le merci tedesche non sarebbero più concorrenziali.  La Banca Centrale Europea e la politica tedesca sono orientate a tutto meno che a consentire il ritorno alle monete nazionali, appunto per evidenti interessi di dominio dei mercati PIGS. A ben vedere la metamorfosi c’è stata, da moneta sovrana a scarafaggio, ma il risveglio per troppi non è ancora avvenuto, cioè per coloro che considerano l’euro come ancora di salvezza mentre invece è la pietra al collo del suicida per annegamento.
Tornando alla novella, per ora abbiamo unicamente la metamorfosi orrenda da uomo a insetto, il processo inverso per quanto inevitabile ed urgente non è ancora entrato nella testa della gente ovviamente disinformata dai governanti che hanno tutto l’interesse a mantenere le cose allo stato attuale per restare al potere, soprattutto in Italia poiché se il governo attuale dichiarasse di voler abbandonare la tragica moneta unica per tornare alla lira il mostro europeo aprirebbe le fauci per inghiottirlo.       

Freitag, 29. August 2014

Le cifre per capire e smascherare i falsi profeti del “Modello tedesco” dai piedi d’argilla.



Il ricorrente dibattito sul modello tedesco, volgarizzato con la semplicistica (e falsa) spiegazione: “La Germania ha fatto le riforme, i PIGS no” o peggio con la moralizzante accusa “I PIGS hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità” , che è non solo ignorante e ipocrita ma profondamente falsa. Nessuno può vivere al di sopra delle proprie possibilità: se fa debiti e non li può restituire la colpa è – e lo sanno bene le banche  - dell’incauto creditore che ha prestato senza garanzie, non dell’imprudente debitore, che se si tratta di uno Stato potrebbe benissimo evitare l’indebitamento eccessivo con la minaccia della svalutazione della propria moneta, cosa che renderebbe prudenti i creditori. E’ chiaro che con la moneta unica è stato introdotto esattamente quel sistema finalizzato ad invogliare i governi più incapaci e corrotti (cioè tutti i PIGS) ad indebitare in modo insensato la finanza pubblica (cosa che ha immediatamente generato un identico  comportamento da parte dei privati) e quindi a finire nella situazione debitoria senza vie d’uscita a tutti nota.
Infatti superata una soglia che finora gli economisti stentano a quantificare con formule esatte che tengano conto di tutti i fattori in gioco ma che empiricamente si può calcolare  partendo dal costo del finanziamento del debito rispetto alla crescita economica ed al gettito fiscale direttamente ad essa collegato: la soglia dell’impossibile riduzione del deficit si ha quando 
CFDS  (costo finanziamento debito sovrano) > GF (gettito fiscale) e contestualmente CFDP (costo finanziamento debito privato) > CE (crescita economica cioè aumento PIL), laddove CFDS dipende dal costo del denaro (che è diverso per ogni Stato, il confronto è misurato dal cosiddetto “spread” cioè dalla differenza fra i rispettivi tassi di interesse sulle obbligazioni).
Attualmente questi tassi per i PIGS sono mantenuti bassi artificialmente dalle promesse del governatore della Banca Centrale Europea – Draghi, e gli Stati “virtuosi” pagano un tasso più basso o addirittura negativo unicamente grazie … al fatto che ci sono i PIGS meno affidabili. Ma i tassi possono aumentare improvvisamente quando la promessa di sostenere comunque il debito dei PIGS acquistando illimitatamente titoli PIGS dovesse cessare di essere credibile: gli effetti sarebbero devastanti e riguarderebbero l’economia di tutti i Paesi, sia i PIGS che i  “virtuosi”.
Superata la soglia di cui sopra diviene evidentemente impossibile ripagare il debito eccessivo con qualunque forma ancorché la più radicale di risparmio poiché questo metodo (meglio noto come “politica di austerità” – un termine eufemistico per significare “inutile dissanguamento di molti per arricchire i pochi profittatori della tragedia”) conduce alla deflazione, alla disoccupazione ed alimenta un circolo vizioso che finisce per distruggere in modo irreversibile la base produttiva di qualunque Stato gestito in tale maniera insensata. 


Le presunte virtù del modello:
1)      piena occupazione
2)      riduzione del debito sovrano
3)      aumento della produttività

Il confronto fra i dati del 1993 (antecedente l’introduzione del modello del socialdemocratico Gerhard Schröder “Agenda 2000”)  e quelli del 2013 non lasciano ombra di dubbio: 
(cifre in milioni)
Lavoratori a tempo pieno 1993: 25,5;  2013: 21, 8: diminuzione 3, 7 milioni
Lavoratori a tempo parziale 1993: 3,1; 2013: 7,5: aumento 4,4 milioni
Lavoratori complessivi 1993: 28,6;  2013: 29,3: aumento 700.000 unità
Disoccupati: 1993: 3,4; 2013: 3,0 : diminuzione 400.000 unità
Addetti in totale (tempo pieno e parziale): 1993: 37,7 ; 2013: 41,8 : aumento 3, 9 milioni
La disoccupazione aveva raggiunto un apice nel 2005 (4,9 milioni) ma rispetto al 1993 si può considerare quasi costante.
Dunque i lavoratori in più fra l’inizio e la fine del ventennio in esame sono sostanzialmente dovuti all’aumento del lavoro part time, che infatti considerato il 1993 come base 100 sono
passati al 183,9 % nel 2013 mentre nel medesimo lasso di tempo i lavoratori a tempo pieno sono scesi all’89 %.
Esiste poi un’altra categoria di lavoratori, i cosiddetti “Leiharbeiter”  cioè i lavoratori ingaggiati da agenzie che li cedono in affitto alle imprese per periodi limitati cioè quando esse ne hanno bisogno, a paghe di gran lunga più basse di quelle degli addetti a posto fisso che svolgono però di regola le identiche mansioni. La commissione pagata dalle imprese alle agenzie è conveniente sia per il notevole risparmio sui salari sia per l’enorme flessibilità nell’ingaggio: di fatto questi lavoratori “in affitto” non hanno alcuna garanzia, quando restano senza lavoro ricevono unicamente l’assistenza sociale  (Harz IV).
Questa categoria numericamente sembra poco rilevante ma in sensibile e costante aumento. Rispetto al totale degli addetti nel 2012 si contavano 908.113 unità di “Leiharbeiter” (3,1 % della forza lavoro complessiva) , mentre nel 1994 erano soltanto 138.451 (0,6 % );  l’aumento è stato del 628 % . 
Dunque si può stabilire anche una correlazione fra queste forme di lavoro ad alto sfruttamento con l’aumento della produttività: fatto 100 la produttività oraria nel 2000, il 2013 ha registrato un aumento a 137.
E’ dunque vero che col “modello tedesco” vi è stato un aumento di produttività, ma se si considera come questo risultato è stato ottenuto (“lavoro precario, a tempo parziale, finanziamento indiretto alle imprese tramite sostegno di sopravvivenza (Harz IV) ai lavoratori non utilizzabili in momenti di sovrapproduzione) anche un profano purché capace di logica deduzione si rende subito conto che  il vantato modello in realtà significa unicamente uno spostamento massiccio di massa salariale dagli addetti agli azionisti, cioè dal lavoro al capitale, da coloro che producono a quelli che traggono profitto dalla rendita del lavoro altrui.
Che questo possa essere il modello al quale gli altri Stati europei si dovrebbero adeguare è una pura e semplice follia poiché esso ha un ulteriore contraddizione intrinseca insanabile:  si regge unicamente sull’esportazione poiché è impensabile che i beni così prodotti grazie alla riduzione della massa salariale (e quindi del potere d’acquisto) possano trovare sbocco sul mercato interno. Ed infatti la Germania ha esportato raggiungendo un surplus enorme che è esattamente corrispondente alla somma dei deficit dei Paesi PIGS, che non avendo mortificato i salari interni non hanno potuto concorrere sui mercati esteri ed hanno dunque importato i debiti. Debiti che, se diverranno in tutto o in parte notevole inesigibili (come è fatale che sia e giá si vede facilmente che cosí sará) travolgeranno comunque anche il “Paese virtuoso” ed il suo strabiliante modello economico che, come i numeri spiegano, poggia su un inganno ed ha i piedi d’argilla.   

Dienstag, 26. August 2014

  La Cancelliera Merkel ed i Catari



La storia non è maestra di vita come ci insegnavano a scuola ma conoscere il passato può aiutare a comprendere il presente, poiché la Storia altro non è che il ripetersi in forme diverse dei medesimi crimini per i quali la razza umana sembra essere stata programmata. 
Il virus del programma non è stato ancora trovato, finora sono state isolate unicamente alcune sue mutazioni che i ricercatori per motivi loro hanno battezzato col nome delle religioni monoteistiche  più diffuse.
Intanto una premessa: ormai è certo e possiamo essere tranquillizzati: la storia non è finita.
L’ ingenuo studioso che aveva creduto di vedere con il dissolvimento dell’Unione Sovietica la “fine della Storia”  coincidente con il trionfo della democrazia in tutto il mondo è stato smentito dai fatti: la democrazia infatti scoppia in tutto il mondo, ma non di salute, bensì di conflitti militari, economici, finanziari, giuridici,  ideologici e chi più ne ha più ne metta, in  tutto il mondo. Le esportazioni di democrazia da parte degli USA e dei loro vassalli hanno avuto come unico risultato la fine di equilibri precari e di sistemi dittatoriali detestabili al cui posto è stato semplicemente instaurato il caos, la distruzione, i massacri ed il terrore senza fine. Se non fosse tragico ci sarebbe da rotolarsi per terra dalle risa pensando che Obama sta studiando la possibilità di aiutare quel dittatore siriano che un anno fa voleva cacciare dal potere bombardandogli il Paese. Un voltafaccia dovuto alla situazione insostenibile in Siria ed Irak, dove gli insorgenti prima riforniti a iosa di armi e finanziati abbondantemente dagli USA e dai suoi alleati nell’area (Arabia Saudita) stanno usando ora i mezzi ricevuti per impadronirsi dell’intera zona creando un califfato. Se Assad ancora vivo può tornare ad essere il partner degli USA nella lotta contro gli estremisti musulmani, Saddam e Gaddafi ahimé sono stati liquidati e farebbero invece tanto comodo ora. La cosa che più impressiona se si osservano questi cambi di alleanze è l’injcapacità totale di imparare dai propri errori di politici e governanti. In Afganistan gli USA avevano armato i Talibani  in funzione antirussa, poi se li sono trovati nemici e scioccamente sono intervenuti, convincendo governi ancor più sciocchi di loro a partecipare, col bel risultato che è sotto gli occhi di tutti: i resistenti afgani sono più forti oggi che all’inizio della sciagurata campagna di guerra che è servita unicamente a distruggere  il Paese ed è costato migliaia di vittime sia fra la sventurata popolazione civile locale (dati fino 2013: 8.615  morti) che fra i militari della Coalizione (ir)responsabile dell’aggressione (dati fino 2013: USA 2.178;  Regno Unito: 448;  Canada: 157 ;  Francia: 88; Germania: 54+3;  Italia: 53 : per inciso ecco una delle poche statistiche in cui l’Italia si trova purtroppo ai primi posti, e non, come ad es. per la libertà di stampa, fra gli ultimi).
L’errore afgano avrebbe dovuto insegnare qualcosa, ed invece eccone la ripetizione puntuale in Siria. Ma l’ apertura del vaso (o scrigno: πίθος) di Pandora con l’invasione dell’Irak ha radicalmente cambiato il livello di pericolosità e di accelerazione della pazza corsa verso la prossima guerra  mondiale (che è già in corso, il Papa è uno dei pochi che ha avuto il coraggio di ammetterlo, ma sta avanzando per gradi, è cioè un conflitto strisciante che nel linguaggio della medicina si definirebbe “patologia strisciante cronica e probabilmente irreversibile”).
Passata in secondo piano la tragedia dei Palestinesi di Gaza, dove ormai il conflitto sembra destinato a continuare fino all’esaurimento delle forze senza pietà alcuna per i civili presi intrappola, i quotidiani riempiono le prime pagine con le foto dell’inaudita barbarie dei guerriglieri ISIS, ed allo sconcerto si unisce la preoccupazione che fra di essi vi siano migliaia di volontari con passaporti europei o addirittura USA. Qualcosa non ha funzionato si chiedono i governanti lungi tuttavia dall’esame di coscienza che imporrebbe almeno il riconoscere degli errori più recenti: Francia in testa ma con Italia complice e la NATO hanno commesso un errore fatale liquidando il regime di Gaddafi ed ora non sanno come uscire dal caos in cui hanno gettato il Paese. Ma da questo errore non sembra abbiano imparato nulla, poiché per fermare l’avanzata dei guerriglieri ISIS sono arrivati al punto di concepire l’invio di armi nella regione: ai Curdi per ora, ma è evidente che anche altri gruppi avanzeranno le loro pretese chiedendo armamenti, nell’area mediorientale ma anche altrove, già infatti il governo fascistoide dell’Ucraina ha chiesto oltre ai finanziamenti per poter continuare a bombardare i propri cittadini con le armi a disposizione, anch ela fornitura di ulteriori armamenti. L’UE con Germania in testa, armando i Curdi sta insensatamente creando un precedente fatale per la pace nel mondo.

Una farsa tragica che si ripete. Può aiutare la comprensione uno sguardo all’indietro: torniamo all’anno 1209, la crociata cattolica contro i dissidenti catari nell’area occitana. A Beziers le soldatesche cattoliche massacrarono 22000  civili, donne e bambini, idem ad Albi, dove per non perdere tempo passarono per le armi tutti, “eretici” e non , con la cinica giustificazione “Dio conoscerà i suoi”.  Chi non si convertiva, durante la crociata durata fino al 1229, veniva regolarmente torturato e poi bruciato vivo. I crociati cattolici di quel tempo non conoscevano metodi meno crudeli come la decapitazione o la fucilazione (non esistevano ancora le armi da fuoco). E tutti conoscono poi la successiva misura di democratizzazione (pardon di conversione alla giusta fede) operata dalla Santa Inquisizione (il solo Inquisitore Torquemsada fece 10.000 vittime sul rogo e 100.000 altri li mandò a morire come schiavi remando sulle galere). L’inquisizione giustamente è considerata storicamente a tutti i tioli come il prototipo di Gestapo, KGB, STASI, PIDE, OVRA, DINA, SAVAK, Securitade, ecc. cioè delle dozzine di polizie speciali per la repressione dei dissidenti note nella storia). 
In questo senso, un lieve progresso nella storia lo si può constatare, le esecuzioni di massa sono generalmente meno cruente di quelle di  allora, anche se purtroppo ci sono eccezioni (i neonazisti di Odessa il  2 maggio scorso, cantando “morte ai nemici, pugnalate i filorussi” hanno bruciato vivi oltre 50 “dissidenti”, quindi la tradizione cristiana dei roghi di dissidenti non è del tutto fuori moda).

Ed ecco la domanda che porrei volentieri alla Cancelliera Merkel: le avrebbe consegnate le armi ai Catari affinché si potessero difendere dalle orde sanguinarie dei crociati cattolici? Essendo protestante potrebbe essere invogliata a rispondere positivamente.
Ma subito seguirebbe la successiva domanda: Se sí ai Curdi, perché non anche ai dissidenti filorussi che il governo ucraino sta massacrando?
Probabilmente risponderebbe che tutta la colpa è di Putin, che aiuta i rivoltosi. Ma allora entrerei nel merito c le chiederei se sa perché le popolazioni dell’est dell’Ucraina chiedono l’indipendenza e si ribellano ad un governo centrale che con violenza e in dispregio di ogni regola democratica ha preso il posto di quello da loro eletto e che come primo atto ha deciso di proibire loro l’uso della lingua russa imponendo l’ucraino come unica lingua di Stato.
Un governo che ha estromesso dal Parlamento un partito eletto dal 13 % degli elettori, poiché considerato filo-dissidenti. Un governo con una concezione della democrazia che fa concorrenza con quella peculiarissima degli USA, i quali a forza di esportarne con invasini militari e golpe in tutto il mondo ne hanno sempre meno in patria, come dimostrano i fatti di Ferguson city.  Non credo che la Cancelliera risponderebbe all’ultima domanda, il timore di una sgridata da Washington è troppo forte. Almeno finché le infondate sanzioni antirusse non avranno creato tanti e tali guai all’economia tedesca oltre che europea in toto, che un cambio di rotta si renderà inevitabile. E da quanto sta avvedendo in Francia (chi critica con validissimi motivi il governo agonizzante viene cacciato) c’è speranza che l’UE cominci a frantumarsi e che spazzato via l’inetto Hollande il Paese che di rivoluzioni una certa esperienza indubbiamente ce l’ ha, scenda dal carrozzone EU dando l’esempio agli altri, che se non scenderanno finiranno tutti insieme nel burrone.
  

Sonntag, 24. August 2014

 2014 come 1492: ISIS e Inquisizione 

La "Reconquista" della penisola iberica ad opera dei cristianissimi regnanti Ferdinando ed Isabella pose fine alla pacifica convivenza di arabi musulmani, ebrei e cristiani in Spagna. Cacciati arabi ed ebrei arrivò l'Inquisizione con i suoi orrori. Le "crociate" di Bush e del suo epigono Obama in gara per superare le follie del suo predecessore hanno provocato milioni di morti e la situazione attuale in Irak. Ma costoro non sono paghi di aver messo a ferro e fuoco Afganistan, Irak, Siria (si, per auto ammissione sogno gli USA che hanno armato e finanziato gli oppositori di Assad, e non certo per finalità democratiche ma unicamente sperando di instaurare un nuovo regime loro supino che togliesse le concessioni alle basi navali russe).
La follia con cui è stato distrutto lo Stato libico gli USA l'hanno delegata all'UE, supina serva per non dire prostituta degli USA. E visto che questa si è tanto facilmente prestata al lurido servizio, e l'appetito vien mangiando, ecco l'attacco alla Russia fomentando la guerra civile in Ucraina, riuscita al terzo tentativo con l'aiuto dell'UE che ha posto il disgraziato Paese (da sempre diviso profondamente nelle due fazioni pro-Occidente e pro -Russia, di fronte ad una impossibile alternativa: o con noi o con la Russia.
Senza provare la minima vergogna la Cancelliera tedesca oggi va ad abbracciare un Presidente ucraino che fa bombardare la popolazione civile delle aree dissidenti, che manda le milizie neonaziste a combattere i dissidenti dichiarati "terroristi" (cosí gli hanno insegnato a dire i consiglieri gli USA che gli portano gli ordini dalla Casa Bianca). Nessuno avrebbe creduto possibile rivedere politici tedeschi sostenere un governo come l'attuale in Ucraina, che si regge unicamente poiché composto dal partito che si considera successore dei collaboratori hitleriani. Un governo che fa arrestare i giornalisti stranieri indesiderati, censura le informazioni e cerca di prendere per fame le aree che si sono ribellate al proprio dictat fascista.
L'UE ha imposto senza alcuna prova sanzioni punitive alla Russia e ora ne subisce il doloroso ma giusto castigo delle controsanzioni (quasi che la malandata economia EU avesse ancora bisogno di questo !). Questa riedizione con altri metodi dell'Operazione Barbarossa contro la Russia non potrà che avere il medesimo risultato di quella hitleriana, ma speriamo con meno vittime (per ora solo un paio di migliaia) e distruzioni minori. Come cittadino tedesco antifascista sono indignato di questa vergognosa subordinazione della politica  tedesca agli interessi militari ed economici degli USA, non è questo il ringraziamento che la Russia si attendeva per aver consentito pacificamente la riunificazione della Germania. L'UE a sua volta pagherà cara la propria sottomissione aglli interessi USA e non resta che augurarci il successo delle imminenti secessioni (Scozia, Catalonia, speriamo ne seguano altre) quale punto di partenza per una ricostruzione su basi democratiche dell'UE che cancelli la presente vergogna.   

Samstag, 16. August 2014

Gegenentwicklungen: Italien 2014 wie UDSSR 1984 - und umgekert.   

Controsviluppi: L'Italia del 2014 come l'Unione Sovietica del 1984. 

Summary: 

The development of Italy and Russia seems to have followed opposite directions: in fact Italy looks like now as the Soviet Union 30 Years ago, and present Russia as Italy of the  1980 years. That such backward development could happen is mostly due to the insane choice of binding Italy to a common money with Germany, a political decision taken against all warnings from serious economists  is now common knowledge. what we still miss, in order to break out from the Euro-prison, is the courage to open the eyes and see what await us and the whole PIIGS-nations, if no decision is taken.
The Fascism is knocking at the door, and the USA are trying with all means to bind the servant EU to their strategic military insane interests and make us pay for their rotten economic system and for the costs of their criminal wars and the destructions of entire countries (Afganistan, Irak, Syria, Libiy, Palestina) and now Ukraine. If the EU wants to escape this destiny it is urgent to change strategy and get rid of the corrupt and servant political class responsible for this  default.    


Die wirtschaftliche Lage in Italien spitz sich zu, denn trotz aller gegenteiligen Beteuerung und Illusionen galoppiert die Rezession und wenn mach hoch genug schaut, sieht man schon die Geier fleigen, die sich dann auf das Opfer stürzen werden wenn es soweit wein wird. BCE Chef Draghi ist ebenfalls mit seinem Latein am Ende, denn die "Märkte" haben erkannt, welches Potential für Spekulationen in der brisanten Situation liegt.  Die Spekulanten melden sich immer pünktlich, wenn es darum geht, sich aus der Misere einer insgesamt gescheiterte Politik Profite zu erhielen.
Es musste so kommen, denn alle andere Möglichkeiten, Italien aus dem Sumpf zu retten, hätten die grundlegende Frage beantworten müssen: wollen wir auf jeden Preis in der Eurozone bleiben? Dann müssen wir nach chinesischen Verhältnissen produzieren (wobei die Chinesen besser da stehen, denn sie haben die Herrschaft über ihre Währung behalten).
Selbst eine Diktatur wie diejenige von Mussolini und eine Militarisierung der Arbeitsstätte würde jetzt Italien nicht mehr retten, ohne den Euro zu verlassen.
Der Unterschied in der Entwicklung zwischen den freien Ökonomien mit eigener Währung und diejenigen im Zwangskorsett einer gemeinsamen Währung kann ich sehr gut sehen hier in St. Petersburg, wo ich z.Z. wohne und studiere. Alles weckt hier den Eindruck, in Italien der 80-90 Jahren zu sein, denn trotz Sanktionen fehlt es an nichts, und man sieht, dass die Leute für ihre Arbeit einen passenden Lohn erhalten, und ein gewisser Wohlstand einfach da ist.
Wenn ich von hier dann nach Italien fahre, habe ich den Eindruck, ich komme in die Sovietunion der 80er Jahren.
Dass Italien die Eurozone verlassen muss ist jetzt selbst Herrn Beppe Grillo klar geworden, leider zu spät, um seine Bewegung zu retten, aber immerhin, eine positive Entwicklung.
Es gehört zu den traurigsten Wünschen, aber ich denke, die einzige Hoffnung ist z.Z. Frankreich. Denn dort ist nicht nur die Wirtschaft sondern auch die Regierung am Ende. Nach Hollande sind zwei Szenarien möglich: Marie Le Pen übernimmt die Regierung und Frankreich verläßt die Eurozone (und vielleicht sogar die EU und die NATO (dann würde ich sie auch wählen, wenn ich dürfte), oder eine neue Linke übernimmt aus dem Programm des Front National diese Punkte, also mindestens der Euroaustritt, (aber verwirft die rassistischen Fremdenfeindliche Parolen und Absichten der Rechte), gewinnt die Wahlen, und started die Lavine, die dann zu den Nationalwährungen in allen PIIGS-Ländern zurückführt.
Diese Entwicklung wäre sehr bald wünschenswert, denn es droht an den Grenzen Europas eine Krigseskalation, die allein in Interesse der USA liegt, und zwar für Russland störend aber noch zu überwältigen ist, aber für die europäische Demoktratien und Wirtschaft sehr bedrolich ist. Es wird nämlich nicht bei den jetzigen Sanktionen bleiben, denn wie es bekannt wurde, haben die USA ihre "Quisling Regierung" in der Ukraine gezwungen, ihnen die Gas-Pipelines zu verkaufen, und Russland kann unmöglich dies akzeptieren, denn gleichzeitig haben die USA mit Hilfe der EU Vassallen auch Bulgarien dazu bewegt, den Bau der russischen Pipeline nach Europa, um die Ukraine herum, abzustellen. Die Absicht ist eindeutig: die EU soll alle wirtschaftliche Bindungen mit der Russichen Föderation (und mit der Asiatischen Wirtschaftsunion , die Gruppe von Staaten der ehem. Sovietunion die jetzt wieder wirtschaftlich vereinigt sind) unterbrechen, und Russland wieder als Feind und nicht als Kooperationspartner sehen.
Es sind also strategische und wirtschaftliche immense Probleme die zu der schon schlimm genug galoppierende Rezession in der EU hinzu kommen: die USA suchen mit allen Mitteln die Konfrontation mit Russland, um von ihrer gescheiterten Politik in Afganistan, Pakistan, Irak, Syrien und Lybien und Palestina abzulenekn, und die EU an den Kosten ihrer militärischen Feldzüge zu beteiligen. In Europa droht ein Szenario wie in der Ukraine: wenn die Wirtschaft am Ende ist, sehen die Faschisten ihre Chance gekommen. Davon sind wir leider nicht mehr weit entfernt.

Mittwoch, 6. August 2014

Riforma o Controriforma ?Anmerkungen zur Debatte über die Senat-und Wahlreform in Italien.

Alle diesbezügliche Reformen (Wahlgesetz, Abschaffung des Senats in der jeztigen von der Verfassung vorgesehene Form) werden mit einem einzigen Argument rechtfertigt: bessere bzw. garantierte Regierbarkeit. Grundsätzlich ist Regierbarkheit an sich nicht schlecht, denn bekanntlich kommen alle schlechte Wendungen eher von der Unregierbarkeit.
Aber die gute und unausgesprochene Frage bleibt: wofür und für wen, d.h., welche Intessengruppen sind, die eine politische Figur und daher eine Regierung unterstützen (oder erlauben) und mit welchen Absichten.
Die Volksmeinung über die jetzigen Vertreter und Befürworter bzw. Opponenenten der "Reform" muss ebenfalls richtig bewertet werden, und zwar im Hinblick auf die Alternativen. In Italien gibt es nur die Wahl zwischen Pest und Cholera, Renzi und Berlusconi, denn die Bewegung 5 Sterne hat "harakiri", also Selbstmord begangen, indem sie sich an die Kooperation mit der Macht gewagt hat.
Eine Mehrheit wird diese Bewegung nie mehr erreichen, selbst wenn sie die beste Programme und Initiativen verfolgt. Die Italiener versuchen immer "die weniger schlechte Option" zu wählen, denn sie glauben nicht, dass es gute und schlechte Möglichkeiten in der Politik gibt, sondern nur schlechte ... und schlechtere. Italien wird sicher nach der Reform  einfacher zu regieren sein, es fragt sich nur: wozu.
Denn statt "Riforma" müsste man eher "Controriforma" sagen: wie die damalige im Trienter-Konzil, kommt sie als Versuch vor, alles zu ändern damit alles bleibt wie es ist, also die Parteien sollen ihre unkontrollierte Macht behalten, und das Wahlvolk lediglich die eine oder die andere Figur wählen, die dann ungestört regiert, aber die Machverhältnisse dürfen auf keinen Fall in Frage gestellt werden.
Die wirtschaftlche Lage wiederum ist von den Vorgaben in Bruxelles vollkommen abhängig, denn solange Italien in der Eurozone bleibt und sich vom Euro nicht verabschiedet, ist prinzipiell jede Regierung zu den identischen Entscheidungen gezwungen, Unterschiede können nur hinter dem Komma sein.
Um die Wirtschaft Italiens zu retten - die Möglichkeit gebe sie noch - müsste die ganze Parteipolitische Landschaft bereinigt werden, d.h., neue Kräfte müßten kommen, die mit dem bisherigen System vollkommen abrechnen und abbrechen. ein solches Vorgehen heißt aber "Revolution",  und solche Umwälzungen der Macht sind in Italien nicht und nie zu erwarten, denn neben der schon zu bewundernde große  "pazienza" (Geduld) haben die Italiener eine weitere und noch größere Tugend, und die heißt "prudenza" (Vorsicht): und damit ist jeder Revolution die Grundlage ersatzlos entzogen.  

Donnerstag, 10. Juli 2014

 “Fiscal Compact” ovvero la corda offerta dall’UE alle nazioni in recessione economica  per impiccarsi e mantenere l’attuale “Hackordnung”  in Europa.  



Nella stampa di regime in Italia c’è molta confusione concernente la mossa di 16 economisti ed intellettuali che hanno lanciato la raccolta di firme per un referendum inteso a limitare i danni del cosiddetto “Fiscal Compact” cioè del “Patto di Stabilità”.
Un patto approvato quasi senza discussione da 25 dei 27 Paesi allora facenti parte dell’UE (con le significative eccezioni di Inghilterra e Repubblica Ceca, due Paesi che hanno mantenuto la propria sovranità monetaria e rifiutato l’euro e sono infatti fra i meno toccati dalla crisi). Un referendum certamente sgradito al governo che sta cercando invece di giustificare col richiamo a questo Patto pacchetti di riforme altrimenti impresentabili.    
I dettagli di questo Patto, per essere esaminati seriamente, richiederebbero un lungo discorso tecnico, ma i fatti economici a tutti noti rendono superfluo questo approfondimento, che sarebbe un po’ come smontare un motore per capire il guasto di un’auto in panne quando  già si vede che comunque mancano le ruote. Infatti proprio di questo si tratta. Con questo Patto l’economia europea non può assolutamente ripartire. 
Concepito come le altre regole EU (che infatti non fa altro che ribadire rincarandone  la dose letale per lo sviluppo economico), il Patto di Stabilità a parere quasi unanime dei migliori economisti europei (e mondiali: il disastro europeo è studiato attentamente anche negli altri continenti) sarebbe adatto ad una nazione o ad un gruppo di esse che avesse compiutamente completato il processo d’integrazione economica, finanziaria e fiscale con tutto il corollario di misure di compensazione e sostegno. Un qualcosa che non esiste compiutamente nemmeno negli USA ad esempio, dove gli squilibri fra gli Stati sono enormi ma appunto vengono attutiti dall’ alta mobilità interna e da meccanismi di compensazione fiscale, come del resto avviene fra le regioni tedesche (che sono rimaste in due – Baviera e Baden-Württemberg - a pagare  - malvolentieri e non senza ricorsi al tribunale federale - per tutte le altre).
Al contrario, il Patto di Stabilità europeo contiene unicamente le sanzioni e tutti gli aspetti restrittivi e non invece le norme di compensazione necessarie a far crescere insieme le economie verso un livello futuro omogeneo. Questo obiettivo è rimasto nel migliore dei casi una petizione di principio (se non chiaramente una falsa promessa), poiché, come appare sempre più evidente il vero scopo del Patto di Stabilità, a sua volta finalizzato al mantenimento della moneta (quasi) unica era e rimane quello di fossilizzare le posizioni delle economie europee secondo una graduatoria che vede ad es. la Germania (seguita da lontano da Austria e Olanda) conquistare una posizione predominante sia sul mercato europeo che – e questa è la novità a molti sfuggita – sui mercati mondiali.
E ciò a partire da quello cinese che è il vero obiettivo su cui si gioca il futuro della competizione fra USA, BRICS (Brasile,Russia, India, Cina e Sudafrica) ed Europa. Gli USA hanno compreso che il loro declino economico dopo tante guerre sventurate e fallite può essere compensato unicamente bloccando l’alleanza dell’ Europa con i BRICS e cercano infatti di legare a sé l’UE con un accordo commerciale strategico (attualmente oggetto di trattativa segreta !!), il cosiddetto TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).
 Questa guerra economica in pieno svolgimento spiega anche l’intervento USA per destabilizzare l’Ucraina (ipocritamente attribuendone la colpa alla Federazione Russa), un ritorno alla guerra fredda per bloccare l’avvicinamento dell’Europa ad uno dei più importanti Paesi del gruppo BRICS, appunto la Russia.  Una situazione in cui detto per inciso l’UE sta facendo una figura storicamente indegna appoggiando politicamente e finanziando un governo come quello di Kiev, nato da un golpe e sostenuto da fascisti dichiarati (epigoni dei collaboratori hitleriani) che “dialoga” coi dissidenti delle regioni orientali con carri armati e bombardamenti.              
Anche la collaborazione commerciale della Germania con la Cina è vista con preoccupazione dagli USA, tanto che per bloccarne la critica, con tempestività evidente sono state scoperti in Germania gli spioni USA e la stampa locale alimenta l’indignazione di politici e cittadini per  gli ascolti e le registrazioni di dati in violazione della sfera privata da parte del sistema NSA statunitense.
Il problema di cui poco si parla ma che è invece il punto fondamentale è il tentativo degli altri attori commerciali di privare il dollaro dell’attuale ruolo dominante nel commercio mondiale e sostituirlo con altre valute (fra le quali l’euro).
Si tratta di una manovra ovviamente inaccettabile per gli USA, poiché è unicamente grazie al ruolo dominante del dollaro (di cui possono stampare quantità illimitate) che i governi statunitensi hanno potuto finora evitare la propria bancarotta e continuare a finanziare in tutto il resto del mondo parti conflittuali a loro favorevoli o direttamente le proprie guerre di aggressione. 
Considerato in questo più ampio contesto strategico appare evidente che la partita fra USA ed UE si riduce alla sfida dollaro - euro laddove il rischio maggiore lo corre la Germania che è divenuta il partner principale della Cina per le esportazioni tecnologiche e di qualità (nonché per le imprese tedesche su quel territorio, basta vedere gli insediamenti tedeschi a Shanghai per capire le dimensioni della dipendenza reciproca).
Senza l’euro, il marco tedesco fortemente rivalutato non avrebbe consentito un tale sviluppo e solo grazie alla recessione economica ed alla deindustrializzazione in corso nel resto d’Europa e principalmente in Italia e Francia la Germania ha potuto conquistare una posizione di primato nelle esportazioni verso la Cina ed i BRICS tutti. Una fine dell’esperimento dell’euro comporterebbe la fine di questo primato tedesco, la rinascita industriale di Italia e Francia ed il risanamento economico di Spagna, Portogallo e Grecia. 
Economicamente la funzione dei Paesi PIGS all’interno dell’area dell’euro è di contribuire a mantenerne basso il corso della moneta comune rispetto al dollaro a tutto profitto delle esportazioni europee ma soprattutto di quelle tedesche.
Dunque la contraddizione fra gli interessi tedeschi e dei PIGS è insanabile: una vera ripresa dei PIGS sarebbe altrettanto nociva che la fine dell’euro. E siccome nessuna vera ripresa economica dei PIGS è possibile senza uscita dall’euro, ecco la necessità inderogabile di cementare questo vincolo con un Patto di Stabilità, cosa che per ingenuità o sprovvedutezza il governo Monti ha addirittura vincolato alla Costituzione con l’obbligo di pareggio del bilancio cioè l’esclusione di indebitamento per stimolare l’economia (modifica dell’art. 81 il 18.4.2012, una data tragica da ricordare) andando ben al di là delle già micidiali restrizioni del Patto di Stabilità imposto dall’UE.
Possibilità di uscire da questo vicolo cieco non se ne vedono:  bene ha fatto certamente Renzi ad andare in Vietnam ed in Cina per cercare di aprire ulteriori sbocchi commerciali alle imprese italiane, probabilmente qualcosa ha imparato dalla cancelliera Merkel che è al suo settimo viaggio in quel Paese.
Ma come si è visto nell’ultimo incontro a livello EU, la politica dei governanti tedeschi  non cede di un millimetro sulla strategia finora seguita, e non perché non si rendano conto che  la strategia dell’austerità e del risanamento del debito puntando sul risparmio e la riduzione delle spese è del tutto fallimentare ed è servita unicamente a far precipitare ancor più  in rosso le posizione debitorie dei PIGS e ad aumentare in essi  la disoccupazione: la verità è esattamente il contrario, è proprio questo risultato che serve a cementare l’egemonia tedesca ed i rispettivi ranghi subalterni (“Hackordnung” il termine popolare) dei rimanenti Paesi.
Velleitaria e rivelatrice di una totale incomprensione di questi meccanismi strategici è dunque la posizione del Presidente del Consiglio Renzi, lodato dalla Cancelliera per il suo dichiarato impegno ad attuare in Italia la (brutta) copia delle riforme attuate dal Cancelliere socialdemocratico Schröder all’inizio del secolo in Germania.
 Non sono state infatti quelle riforme (liberalizzazione del mercato del lavoro, moderazione salariale) se non in misura irrilevante e temporanea a garantire la supremazia dell’economia tedesca in Europa: è stato invece l’euro, che impedendo la svalutazione concorrenziale ha inferto un colpo mortale alle economie meno efficienti costrette a svalutare internamente con le conseguenze che sappiamo. La conseguente disoccupazione crescente nelle aree periferiche è un regalo in più all’economia tedesca poiché serve a drenare verso la Germania i lavoratori più qualificati compensando l’altrimenti pericolosa carenza di manodopera ed a garantire che le altre economie non possano divenire concorrenziali per mancanza di manodopera qualificata.”
Non è dunque esagerato affermare che il “Fiscal Compact” è appunto la corda offerta ai PIGS per impiccarsi. E purtroppo sappiamo anche chi è in Italia il boia sorridente che ingenuamente si presta alla bisogna.    
   

Samstag, 7. Juni 2014

 "Accogliamoli tutti ..."  und entvölkern wir damit Afrika und Vorderer Orient 

Der Unterschied zwischen der Sklaverei der vergangenen Jahrhunderte und der heutige ist, dass die "neuen Sklaven" freiwillig kommen und sich in der Regel selber verkaufen, ausgenommen die nicht kleine Sparte der Frauen die von Menschenhändler an die europäische Bordelle verkauft werden - vornehmlich in Deutschland, wo solche Institutionen legal und gesetzlich geregelt auch noch Steuergelder für den Staat bringen.
Wenn Afrika und alle arabische Länder plus Iran nicht von Waffenlieferungen überfüllt worden wären, und dagegen richtige Entwicklungshilfe statt z.B. deutsche Panzerlieferungen nach Saudi Arabien und Chemiekomponenten für Giftgase nach Syrien unterblieben wären, wäre die Lage in den Auswanderungsebieten nicht so hoffnungslos.
Wenn der Westen Afganistan und Irak nicht angegriffen hätte, ebenfalls.
Und vergessen nicht das ehemalige Jugoslavien, denken wir was die EU im Gefolge der imperialistische USA Politik in der Ukraine verursacht hat.
Der ehemalige Regierungschef Prodi, meint, dass Europa ohne Migranten wirtschaftlich nicht überlebensfähing ist, er sieht nämlich  die Notwendigkeit dieser "günstige Arbeitskräfte für niedrigen Arbeiten, für die europäische Jugendliche sich zu Schade fühlen".  
Angesichts der Geburtenrückgang in alle europäischen Staaten haben wir bald keinen nenneswerten Anteil der Jugend an der Bevölkerung mehr, und bekanntlich werden die Revolutionen nicht von den Alten sonder vonden Jungen gemacht. 
 Ich denke ebenfalls wie der  "Mortadella Professor" Prodi, dass ohne massive immigration Europa verloren ist: aber aus einem ganz anderen Grund. Also ja, und sehr gerne, "accogliamoli tutti", aber mit der Hoffnung, dass die Migranten nach Europa die überfällige Revolution zu starten helfen, um die überall und insgesamt korrupte und käufliche Regierende entmachten.
Die echten europäischen Linke und Revolutionäre sollten erkennen, dass die Befreiung von den politischen Parassiten nur noch mit Unterstützung der Migranten möglich ist. Davon sind wir leider weit entfernt, und die Rechtskräfte sind dagegen im Aufwind.  

Mittwoch, 28. Mai 2014

 
Ein Phyrrussieg der italienischen traditionellen Linke Partei (PD) ?  


In dieser Europawahl 2014 hatte die vom Komiker Grillo gegründete „5 Sternen Bewegung“ (M5S)  die denkbar schlechtesten Karten: alle Medien verbreiteten Lügen und Beschüldigungen über diese Bewegung, selber hatte sie sei der letzten Wahlen keine greifbaren Ergebnisse vorzuweisen, und versprechen konnte auch nichts Konkretes, weder 80 € noch 80 Cents.
Wie beim Pocker, die einzige Strategie von denen die schlechten Karten haben, bleibt der Bluff. In Politik funktioniert aber diese Strategie selten. Aber es gab keine Alternative. Egal wie, wäre das Ergebnis nicht anders gewesen, mit oder ohne die Schreie und vollmundigen Siegerklärungen von Grillo. 
Soziologisch das Interessanteste in diesem Fall ist die Diskrepanz zwischen den Meinungserhebungen über die Wahlabsichten und die tatsächliche Ergebnisse. Die Italiener sind wieder einmal Meister dieses Täuschungsspieles gewesen. 
Nun aber zur Realität: die Europawahl ändert so gut wie nichts in Italien (in Europa eher, damit meine ich England und Frankreich). Die Östlichen Staaten mit der verschwindenden Minderheit der Wähler ( zwischen 13 und 30 % ) haben gezeigt, dass vom europäischen Parlament überhapt nichts erwarten.
Eine kleine Hilfe für die Pro-Europäische Parteien angesichts der Erstärkung der Antieuro und Antieuropa rechte Gruppierungen hat der Sieg der italinischen PD  bewirkt. Und eine interessante Neubewertungen: wer hätte je gedacht, dass die CDU auf ein "Linker Sieg" in Italien eines Tages sich freuen würde ?!!.
Eine zunächst vorübergehende Erholung bei den Aktienkursen nach der Unsicherheit in der Ukraine hat es auch gegeben (vielleicht eher der Wahl der dortigen Präsidenten zuzuschreiben), aber das ist auch schon alles.  Die unbewältigten Problem stehen alle noch da, ohne dass ein Rezept oder eine Neuorientierung zu erkennen wäre.   
Alles läßt leider nur erwarten, dass die überforderten Politiker wieder nur eins wissen: „more of the same“, also „Augen zu und weiter so“. 
Die Probleme des Euro, die ökonomischen Stagnation, die Deflation (Draghi kann in diesem Bereich kaum noch etwas tun, Negativzinsen sind schon jetzt eine Realität) und die galoppierende Arbeitslosigkeit sind sicher weder in Europa noch in Italien mit Wahlgeschenke oder "Reformen" zu bewältigen. Noch weniger mit der Fortführung der bisherigen ökonomische Politik, denn die „Austerität“ wirkt eher wie eine giftige Medizin auf ein Koma-Patient.
Die Entscheidung für einen neuen Kurs liegt zwar in Deutschland, die aber unmöglich die richtige Wahl treffen kann, denn  durch die ökonomisch sinnlose Sparpolitik und die katastrophale Verträge der EU (Fiscal compact etc.) ist jede Erholung durch Normalisierung der Inflation nicht mehr denkbar, und der Euro kann ebenfalls nicht entwertet werden,  denn Negativzinsen sind schon da, und außerdem alle Konkurrenten (Japan, USA) sind immer schon ein Schritt voraus in dieser Richtung. 
So gesehen ist die Übergabe der Verantwortung an die PD in Italien, wenn auch ungewollt, eine gute Nachricht für diejenigen, die eine echte und dauerhafte Wende in Italien (und Europa) sich wünschen.
Es ist besser, wenn die Rolle des Konkursverwalters von der PD übernommen wird, und bei der nächsten, politischen internen Wahlen, die Italiener um eine Illusion weniger aber um eine Erfahrung mehr verfügen, und dann vielleicht für Veränderung sich entscheiden.
Und bis dahin ist offenbar die notwendige Reinigung in der M5S erfolgt, und - wer weiss - eine neue Linke entstanden, die das Beste aus beiden Gruppen (M5S und PD) vereinigt und den alten (oder neuen) Ballast abwirft.  
Klar ist nur, dass bis dahin die Italiener noch Schlimmeres zu ertragen haben.
    

Montag, 5. Mai 2014

  Lauter russische Doppelgänger in der Ukraine ?


(Abstract): I write this short essay in German because I believe that if there is a country in Europe that is making a huge mistake following blindly the orders of the USA, but on the other hand has the real chance to solve the problem of the Ukraine if the logic and common sense will prevail, this is Germany. The Italian government (Mr. Renzi) was eager to meet the Prime Minister of Ukraine as democrat (in fact both have the same legitimation, i.,e., none), so there is nothing to await from Italy, and the citizens seems too much busy to discuss like beggars the 80 Eur promised as present for sustaining their ludicrous government.      


Die ständigen Schuldzuweisungen gegen die Russische Föderation und ihr Präsident Putin, der in den westlichen Medien als alleiniger Verursacher der Spaltung und der bürgerkriegsähnlichen Zustände in der Ukraine dargestellt wird, können vielleicht jüngere Generationen wie gleichgültige und wenig informierte Bürger irreführend überzeugen, meine Generation (1945) hat jedoch aus der Erfahrung gelernt, gerade diejenigen Erklärungen zu hinterfragen, die ohne Gegenargumente vorgetragen werden. Die historischen Kenntnisse sind eine unabdingbare Voraussetzung, aber es genügt schon, die Nachrichten logisch zu überprüfen, um die plumpsten Lügen zu entdecken.
Fangen wir an mit der größte Lügen: russische Einmischung als Alleinursache der Krise.
Ich habe aufgehört zu zählen, wie viele westliche Regierungsmitglieder (USA, NATO, UE) auf dem Maidanplatz in Kiew in den letzten Monaten sich an die Seite der „Pro-Europa“ Demonstranten gezeigt haben: wenn dies keine Einmischung des Westens war, dann muss es sich um ... russiche Doppelgänger gehandelt haben !!!
Mit Staunen habe ich z.B. den (noch) deutschen Außenminister Guido Westerwelle gesehen, der sich demonstrativ neben Vertretern der Nationalisten sich fotografieren ließ. Die jüngere Generation weiß wenig darüber, denn alles, was nicht ins Bild passt, wird geschickt verschwiegen, aber diese Ukrainer-Nationalisten sind nicht anderes als die Nachfolgepartei vom Hitlers Kollaborateur Stephen Bandera, dessen Photos ständig von den Maidan- Demonstranten getragen wurden. Deren Vertreter sind jetzt in der Kiewer neuen Regierung maßgebend beteiligt, eine Regierung, die nicht gerade demokratisch entstand, denn sie wurde lediglich von einem auf prowestliche Vertreter reduziertem Parlament gewählt (die legitim gewählte Opposition wurde einfach aus dem Parlament mit Gewalt vertrieben). 
Von solchen nicht gerade demokratischen Handlungen lassen sich die EU Regierungen jedoch nicht stören. Auch nicht, dass der genannte Bandera (wie jetzt seine Nachfolger),  antirussisch aber noch mehr antisemitisch und Nazifreund, 2010 posthum als „Nationalheld der Ukraine“ von einem prowestlichen Präsident ernannt wurde (Viktor Yushchenko)  und dass das Europaparlament dies damals scharf verurteilte: alles vergessen, ebenfalls dass die Schande dieser Ernennung vom nachfolgenden Präsident (Wiktor Janukowytsch) annulliert wurde.
Es wird daher immer schwerer zu glauben, dass die westlichen Demokraten lediglich zum Wohl der Ukrainer alles versucht haben, um einen Keil zwischen Russische Föderation und  Ukraine zu schieben. Es war wohl bekannt, dass ein Diktat „entweder mit der EU oder mit Russland“ das Land gespalten hätte, darüber haben die Historiker wie die informierten Politiker keine Zweifel.
Ebenfalls unglaubwürdig wie lächerlich waren die Hilfsangebote der EU: sie wollte ein Land mit enormen Schulden und 80 Millionen Einwohner „retten“, wobei sie nicht einmal in der Lage war, Zyprus mit weniger als eine Million Anwohner zu helfen, ohne die Bankkonten der dortigen Bürger plündern zu lassen, um die westlichen Banken schadenfrei zu halten.
Die andere Frage ist: was will Putin? , wobei suggeriert wir, dass alle vor ihm Angst haben müssen, denn er wird bald alle Anrainerstaaten angreifen, wobei man sich eingentlich fragen dürfte, wieso die Russische Föderation bisher anstandslos szugelassen hat, dass die NATO gegen das gegebene Wort sich um Russland herum breitgemacht hat. Dass dies auf Befehl der USA geschah, ist keine Entschuldigung für die EU, es zeigt lediglich, dass sie keine Autonomie besitzt.  Schließlich zu der Krim Halbinsel: als die Teilrepubliken der UDSSR unter Jeltzin unabhängig wurden, wäre es eine leichte und unangefochtene Sache gewesen, wenn Russland gewollt hätte, das „Wahlgeschenk“ der jahrhundertelang immer russich gewesenen Krimhalbinsel an die Ukraine zückgängig zu machen, also die eigenmächtige und undemokratische Entscheidung von Nikita Chruschtschows im Jahre 1959 zu annullieren.  Dagegen hatte sich die Russische Föderation lediglich mit einem „Mietvertrag“  für die dortigen Häfen für ihre Flotte begnügt, ähnlich wie der Mietvertrag der USA mit Kuba für die dortige Militärbasis Guantanamo.
Aber im Gegensatz zu der revolutionären kubanischen Castro-Regierung, die den Guantanamo- Mietvertrag nie in Frage gestellt hat, waren die ersten Entscheidungen der neuen Kiewer Regierung ausschließlich auf Provokation gerichtet: Aufhebung des Mietvertrages für die Halbinsel Krim  (kein Wunder dass Putin dann keine Alternative mehr hatte, umd die russische Flotte unterzubringen, als die Wiederückkehr der Krim zu Russland zu organisieren, immerhim ohne Kriegshandlungen und aufgrund eines Referendums).
Die zweite Kiewer Provokation war dann der Verbot der Russischen Sprache in der ganzen Ukraine, als einzige Amtssprache wäre in allen Regionen nur noch Ukrainisch erlaubt. Diese idiotische Entscheidung ist eine typische Manöver aller fascistischen Regime, und bewirkt bekanntlich das Gegenteil. In Spanien tat dies z.B. der „Generalissimo“ Franco, und siehe, die Katalanen haben nicht nur ihre verbotene Sprache trotzdem beibehalten, sondern sie zu Amtssprache neben dem Spanischen hervorgehoben, und ... entscheiden demnächst für ihre Unabhängigkeit und die Abspaltung Kataloniens von Spanien, genauso wie die Schotten dies von England versuchen: ich würde mich nicht wundern, dass dies ebenfalls Putin in die Schuhe geschoben wird, mit Hinweis auf sein „schlechtes Beispiel“ mit dem  Referendum in der Halbinsel Krim. Wir dachten, die EU-Verantwortlichen wenn schon von Ökonomie wenig verstehen (siehe Euro) mindestens Grundkenntnisse der europäischen Geschichte hätten, es scheint leider im allgemeinen Fehlanzeige.             

Samstag, 29. März 2014

  Zurück zu den Kleinstaten Italiens ?

Ritorno all'Italia pre-risorgimentale ?

Vorbemerkung.
Die Republik Venetien und das Konigreich von Neapel und Sizilien waren sicher - den damaligen Zeiten und Umständen entsprechen - vorher besser verwaltet und deren Bürger ging nachweislich besser, als nachher unter der Herrschaft des Königs von Piemont und Sardinien. Die "Plebisciti" (Volksbegehren) für die faktische Annexion der eroberten Gebieten, wie die Historiker beweisen, vergleichbar korrekt wie die Wahlen in Nord Korea in unseren Tagen. Die Invasion und gewaltsame Zerstörung der existierenden Verwaltungstrukturen in den besetzten Gebieten fand in Kalabrien und Sizilien einen ungeheuerlich harten Widerstand, mehrere Jahre mußte die Hälfte der Piemontesische Armee dort verwendet werden, um mit den brutalsten methoden diesen Widerstand zu brechen. Darüber ist in den Schulbüchern wenig zu lesen, denn darin ist die Rede noch heutzutage von "Briganti" (die damalige Bezeichnung, heute würde man sie einfach "Terroristen" nennen), also von undankbaren unpatriotischem Gesindel, der die Vorzüge der Annexion ihres Landes nicht erkennen wollten. Die Lage entschärfte sich lediglich dann, als angesichts der überwältigende militärische Ümermacht eine riesige Migration stattfand, eine Flüchtligswelle in Millionenhöhe mach Nord- und Südamerika.  

Grillos Vorschlag
 In einem seiner "posts" hat Beppe Grillo die Möglichkeit der Rückkehr zu den Kleinstaaten die vor der Wiedervereinigung im Jahre 1861 die italienische Halbinsel unter sich teilten.
Dieser offensichtlich als Provokation zu verstehende Vorschlag ist aus der Geschichte Italiens zu betrachten und zu verstehen.  Es ist also kein konkretes Ziel, weder jetzt noch in ferner Zukunft, sondern nur eine Erinnerung an ungelösten Versprechen: Italien als ganze steht jetzt schlechter da als vorher, als noch unter mehreren Kleinstaaten geteilt war. Es ist als Klage gegen die heutige Zuständen und nicht als Wunsch, die Geschichte rückgängig zu machen. Und vielmehr, dies ist kein Ziel der Bewegung 5 Sterne.       Es ist kein Geheimnis mehr, dass Grillo & Casaleggio die Bewegung 5 Sternen zwar gegründet und zu einer nicht mehr wegzudenkende parlamentarische Kraft gemacht haben, aber darüber hinaus die Gewählten Vertreter dieser M5S sich langsam aber unübersehbar selbständig machen. 
Damit sind nicht diejenigen Profiteure gemeint, die die Bewegung verlassen, um ihr Gehalt als Parlamentarier nicht kürzen zu müssen, sonder diejenigen, die im Parlament Politik machen. 
Politische Handlungen sind in Italien leider nur noch wahrgenommen, wenn sie als Kompromiss verkommen, also es gilt als Nichttuer wer nur die faule und unerträgliche Umstände denunziert und bekanntmacht, also die Rolle übernimmt, die eigentlich eine kritische und unabhängige Presse ausüben müsste, die aber in Italien längst nicht mehr gibt. Es ist leicht eine neue Bewegung zu kritisieren, die dabei ist, im parlamentarischen und politischen Inferno Italiens zu lernen wie man saubere und kompromislose Politik macht. 
Eine Identifikation dieser Bewegung mit Grillo und Casaleggio ist also so wenig angebracht, wie die der PD mit der Hausmarionette von Berlusconi, alias Renzi: denn trotz alledem, ist in der PD hoffentlich nicht alles endgültig faul. Und in der M5S, von denen ich einige Vertreter kenne, auf nationale wie auf Regionale Ebene (Piemont), sind gundsätzlich Leute die mit der faulen Politik der etablierten Parteien Schluß machen wollen.
 Gerade auf der Kommunalen und Regionalen Ebene sehe ich die größten Chanchen, dass in Italien eine Erneuerung starten könnte.  Die von Grillo anwiesierte formelle-Institutionelle  Teilung Italiens steht  garantiert nicht zur Debatte, und zwar aus zwei deutlichen Gründen:
1) ökonomisch und kulturell ist diese Trennung seit der Wiedervereinigung Italiens nie überwunden worden, also konkret ist diese Teilung da, auch wenn man dies nicht formell sieht oder sehen will (aber dagen wird auch nichts getan).
 2) Trotz dieser konkreten Teilung (oder gerade deswegen),  ist eine politische Formelle Wiedereinführung von lokalen Machthabern nicht denkbar und fände keine Mehrheit in der Bevölkerung, selbst wenn unformelle Referendums wie neulich in Venetien dies angeblich beweisen wollen: die Lega Nord ist kläglich gescheitert, zum Glück, und die bekannt gewordene Korruption ihrer Vertreter hat offengelegt, dass am Ende, nach einer Teilung, der einige Unterschied wäre "Milano ladrona" statt "Roma ladrona" gewesen. 
Eine Spaltung Italiens steht also formell nicht an der Tagesordnung. Aber mehr und bessere Autonomie wäre wünschenswert.

Mehr Autonomie ist auch für die EU die einzige Lösung
Die Autonomie auf der lokalen Ebene wie in der Schweiz seit  Jahrhunderten praktiziert wird, ist zwar nicht der Garten von Eden, aber immerhinn das einzige Beispiel von wahrer Demokratie im europäischen Kontinent (und es ist kein Zufall, dass gerade die Schweizer sich entchieden gegen den Anschluß an die EU weigern, denn sie wollen nicht ihre bewährte Demokratie verlieren, nicht jedenfalls an die von den Banken, Finanzjongleuren, Lobbisten und antidemokratischen Politikern in Bruxelles). 
Wenn Italien durch einen demokratischen Zusammenschluß der verschiedenen Staaten und nicht durch eine militärische Invasion aus dem Norden (Piemont) entstanden wäre, hätten die Italiener weder den Ersten Weltkrieg noch den Faschismus erleben müssen, und Marionetten wie der 90- jähriger Greise, Berlusconi und sein Diener Renzi hätten höchstens auf Leientheaterbühnen als clowns auftreten dürfen.  
Wir sehen nur allzudeutlich am heutigen Beispiel der EU, was es leider bedeutet, wenn Staaten ihre Souverenität an eine übernationale Burokratie abgeben: es entsteht ein Monster, der die Demokratie im Keim vernichtet. Gegen diese ungewollte Entwicklung  sind dann die einzelnen Staaten wie Zauberlerlinge ohnmächtig.
Die meisten meiner Generation, die in den ersten Jahren nach Kriegsende geboren wurden, setzten ihre größte Hoffnung in ein vereinigtes Europa als Föderalistische Zusammenschluß der Nationen ohne Aufgabe der jeweiligen nationalen Autonomien, und so war es auch in den ersten Phasen der EU.
Aber noch wichtiger: die EU sollte eine unabhängige und dritte Macht bleiben, um die Konfrontation zwischen der USA und der UDSSR  nicht eskalieren zu lassen, während mit der Zeit andere Bündnisse als vierte oder fünfte Mächt das Gleichgewicht international zusetzlich absichern würden.  
Leider hat sich dagegen die EU der USA als treue und unkritische Dienerin völlig unterworfen, und dadurch die Garantie des internationalen Gleichgewicht am gefährlichsten gebrochen. 
Es bleibt also nichts Anders übrig, als die jetzige burokratisch verkommene Ungesgtalt der EU gründlich zu verändern, und dies erfordet nicht weniger als eine Rückkehr zu den Ausgangspositionen, also die Abschaffung aller Verträge, die die jetzigen Entwicklung ermöglicht haben. Ein zurück VOR Maastricht, und eine Neuverhandlung unter Beachtung der Gründungsvertrag von 1957.
Eine Fortführung der EU unter den heutigen Verträgen wird dagegen genau dorthin führen, wo die UDSSR gescheitert ist: zu ihrer Auflösung. Und es ist gar nicht auszuschließen, dass die USA genau darauf spekulieren, denn wer nicht unter Gedächtsnisschwung leidet, dürfte nicht vergessen haben, was damals (2003) Mr. Cheney als Sprachrohr von W. Bush angesichts der Weigerung Deutschland und Frankreich, die USA bei der kriminellen Invasion Irak beizustehen  sagte: "Wir setzen unsere Hoffnung auf das Neue Europa" (gemeint waren Polen, Tschechien, die Baltischen Staaten und Rumänien), das Alte Europa interessiert uns nicht mehr". Eine deutlichere Spaltungsabsicht kann man sich nicht vorstellen !.     

Es ist also gut möglich, dass die Rettung der EU von ihrer Irrlauf gerade von den "antieuropäischen Parteien" bei der kommenden Wahl  im Mai kommen wird.