Montag, 1. September 2014

I motivi dell’isterico fanatismo antirusso degli Stati confinanti. 



C’è una domanda che non può più essere ignorata: perché i governanti degli Stati Baltici e la Polonia sono ferocemente antirussi e pronti ad assecondare ogni iniziativa bellica e provocatoria degli USA e NATO e dei loro fantocci  dell’UE?
Le ragioni storiche non mancano, ma non spiegano tutto. In particolare non si comprende perché un Paese come la Polonia, che ha sofferto nella seconda guerra mondiale ben più l’invasione ed i massacri tedeschi che non l’occupazione sovietica, sia ora filogermanica senza riserve mentre i suoi governanti fomentino con ogni mezzo l’odio verso la Russia.
Si può ancora comprendere che alcuni loro governanti per servile tornaconto si siano piegati senza pudore alle voglie più vergognose degli USA concedendo loro addirittura di torturare sospetti terroristi (poi risultati innocenti) nel proprio territorio, in prigioni segrete (c'è una sentenza della Corte Europea che lo conferma imponendo risarcimenti alle vittime).
L'animosità dei governanti polacchi contro la Russia tuttavia (che non è condivisa dalla maggioranza dei cittadini) se si può facilmente spiegare col passato storico lascia un dubbio: non si capisce come questi politici siano ciechi da un occhio: i nazisti hanno causato ben più morti distruggendo l'intera città di Varsavia, eppure ora la Germania viene accolta a braccia aperte. La Russia resta invece il nemico da combattere anche a rischio di una guerra.
I governanti polacchi evidentemente ingannano i propri cittadini facendo credere che senza la svendita della propria sovranità all'UE ed agli USA saranno preda delle mire espansionistiche russe. Ma la realtà è che la Russia si è ritirata dalla propria area di influenza concordata con gli alleati antigermanici alla fine della seconda guerra mondiale, consentendo in maniera incruenta la riunificazione tedesca (quanto gli stessi alleati europei di un tempo e segnatamente la Francia avevano grosse riserve). Certo questo era dovuto alla dissoluzione in corso dell’Unione Sovietica, ma non era un fatto scontato.
Al contrario, gli USA stanno cercando in ogni modo di accerchiare la Russia per annullarne le capacità difensive che mettono in pericolo la loro egemonia mondiale di super(pre)potenza, per poter continuare a fare ciò che hanno fatto in Afganistan ed Irak (coi bei risultati che vediamo).
L'umanità ha corta memoria:  la situazione attuale è specularmente identica alla crisi di Cuba nel 1962, per cui si era sfiorata la terza guerra mondiale. Allora l'Unione Sovietica aveva smantellato i missili con testate atomiche a Cuba (che aveva piazzato dopo che gli USA avevano cercato di invadere l'isola) dietro garanzia che gli USA non avrebbero ripetuto attacchi come quello della ”Baia dei Porci” (che si chiamava già così anche prima dell’invasione fallita degli USA) e smantellamento dei missili USA piazzati in Turchia  che minacciavano il proprio territorio.
L'azione di destabilizzazione dei governi in Ucraina condotta per loro stessa ammissione dagli USA da anni e con ingenti investimenti fino al golpe riuscito all’inizio dell’anno in corso è l'identico pendant della crisi di Cuba, ed è illusione pensare che la Russia possa cedere di fronte ad una minaccia strategicamente mortale.
Avendo già subito altre invasioni dall'Europa (respinte vittoriosamente) non potrà che fare altrettanto anche in questo caso. I governi polacchi e baltici possono benissimo decidere di allearsi ai disegni imperialisti USA, ma corrono un grosso rischio senza alcuna utilità. L'incoscienza dell'Occidente è strabiliante: le sanzioni attuali e quelle previste mirano con ogni evidenza a far cadere Putin (il Ministro Affari Esteri dell’Estonia Urmas Paet invoca sanzioni “che facciano veramente molto male” alla Russia, la Primo Ministro lituana bellicosamente dichiara che “La Russia si trova in guerra contro l’Europa”): ma se mai ottenessero questo risultato, via lui arriverebbero i generali al potere o la Federazione Russa si sfalderebbe cadendo nel caos: avremo alle porte d'Europa (e dei Paesi confinanti) la replica di quanto succede in Irak ed in Libia e Siria: esattamente ciò che desiderano i venditori di armi, i cui titoli in borsa salgono ininterrottamente... grazie alla stupidità (o corrotta connivenza) dei governanti che ne assecondano i turpi disegni.
E purtroppo Polonia e Paesi Baltici  sembrano voler gareggiare nell’UE  per piazzarsi ai primi posti nell’isterica propaganda antirussa, compito comunque difficile poiché sarà ben difficile superare in questa ignobile gara i governanti germanici, i quali ingannando il proprio popolo con notizie tendenziose se non false del tutto e nascondendo con la complicità di una stampa sempre più serva i crimini commessi dal governo fascista di Kiev, che bombarda le proprie popolazioni e le affama, preparano psicologicamente la popolazione alla guerra ed alle sofferenze che le inevitabili contro sanzioni russe infliggeranno all’economia tedesca ed europea tutta. 
Si va dunque avanti in Europa tutti allegramente  verso il disastro.
I democratici antifascisti in tutta Europa con un massiccio sforzo e coordinamento (di cui purtroppo non si vede che qualche debole tentativo) possono forse ancora arginare parzialmente questa follia in pieno corso, ma al punto in cui siamo arrivati sarà già una grande fortuna se la guerra ormai inevitabile sarà limitata ad armi convenzionali.
Per quanto riguarda l’economia invece il disastro è inevitabile.
D’altra parte si comprende bene il cinico calcolo dei mercanti di morte i cui titoli in borsa salgono in continuazione: i circa 30 milioni di disoccupati in Europa sono un ghiotto ed enorme potenziale di profitto se si potranno utilizzare in parte nell’industria bellica e per quanto avanza facendone carne da cannone.

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