Samstag, 24. März 2018

Fake-news contro Facebook. 

Che cosa si nasconde dietro la finta campagna contro Facebook . Il ridicolo regolamento UE per la tutela dei dati personali.  



Il 25 maggio entrerà in vigore in tutta Europa il regolamento  (EU) 2016/679  <https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32016R0679&from=IT>
che impone a tutti gli enti pubblici ed a tutte le società private di attenersi ad un complesso codice di comportamento per la tutela dei dati personali del pubblico e dei clienti. 
Sono 88 pagine che a mio modesto parere non valgono la carta su cui sono scritte (in tutte le lingue dell’UE) poiché anche i cittadini meno informati sanno benissimo che se già prima la tutela dei dati personali era aleatoria, attualmente, nell’epoca di internet, non può esistere più garanzia alcuna di tutela della vita privata.  Dovunque si vada si è filmati da videocamere, qualunque cosa si scriva utilizzando internet è facile preda del sistema globale di raccolta dati, Snowden docet. Come credere che sia possibile una garanzia vera se periodicamente si viene a sapere (e sempre soltanto grazie a qualche “whistleblower”) che l’ennesima banca o assicurazione è stata vittima di pirateria elettronica e sono stati rubati i dati di migliaia di carte bancarie o clienti. 
Deliberatamente i governanti cercano di indirizzare l’attenzione sui fantomatici pericoli che deriverebbero per i cittadini dalla raccolta ed utilizzazione di dati personali da parte di  “Facebook” o simili piattaforme, che soltanto con un’infantile ingenuità si possono credere “non commerciali”. Se chiunque può liberamente utilizzare questi servizi significa forse che Zuckerberg è come Babbo Natale e il suo impero miliardario è un’opera di beneficenza ?
Chiaramente, ogni volta che si accende un computer collegato ad internet bisogna immaginare di essere in una vetrina aperta a tutti, non soltanto ai passanti locali ma a tutto il mondo. 
Eppure si sa che miliardi di cittadini in tutto il mondo mettono i loro dati volontariamente a disposizione di Facebook e quindi di tutti coloro che a pagamento possono acquisirli e farne l’uso che vogliono. Ma dov'è il problema ? 
Qual'è il timore presunto che altri sappiano qualosa di noi? Un tempo si dicevadi coloro che desideravano uscire dall'anonimato:  "Si ammazzerebbe pur di finre sui giornali".  
Nessuno sembra rendersi conto della contraddizione fra la finta serietà dei governanti nell’emettere leggi sempre più  severe per la tutela dei dati e la realtà dei fatti, che vede i cittadini stessi  mettere volontariamente in vetrina ogni loro passo (chi non lo desidera evita semplicemente di usare queste piattaforme di comunicazione). Dunque è evidente che la polemica contro "Facebook" è falsa e c#è dietro qualche altro fine. La tutela della spera privata non è certo fra queste finalità. 
Uno dei finti pilastri del sistema capitalistico era la libertà di espressione e la trasparenza: eccola. 
Una trasparenza tuttavia a senso unico, poiché in realtà il sistema funziona sulla assoluta riservatezza delle decisioni fondamentali prese da governi e consigli di amministrazione delle multinazionali, decisioni che condizionano la vita dei cittadini e, come si è visto, sono non raramente questioni di vita o di morte (v. le falsità diffuse ad arte per giustificare invasioni e guerre, vendita di armi, aumento di spese militari, provocazioni contro altri Stati, ecc.). 
Un’assoluta segretezza non esiste è vero nemmeno per questo tipo di decisioni, prima o poi le menzogne si scoprono: ma il sistema capitalistico gioca sulla tempistica, sui fatti compiuti ed irreversibili. Che si scopra ad esempio che alcune ditte con la  vendita di latte in polvere hanno causato nel Terzo Mondo una crescita enorme della mortalità infantile può servire a limitare ed alla fine a  bloccare l’operazione: ma intanto il profitto è stato raccolto, e questo è quanto conta per il capitale. E nel frattempo, prima che questa sorgente inumana di profitto venga ad esaurirsi, sempre col medesimo sistema delle false informazioni se ne sono aperte altre: sul dominio del capitalismo il sole non tramonta mai.
E dunque vale l’antica massima: il migliore custode della vita privata è … chi tiene tutto per sè e non ne parla con nessuno. Tutto il resto è addirittura bene che si sappia: salvo i delinquenti, chiunque altro non ha nulla da temere che i propri gusti o interessi si sappiano, che le proprie idee vengano conosciute da altri, se si tratta di pensieri onesti (in caso contrario è bene che restino nella mente).
Per concludere un particolare curioso: la norma citata, mentre da un lato finge di tutelare i vivi, non ha invece pietà alcuna per i morti. Infatti l’articolo   27 recita: “Questo regolamento non si applica ai dati personali di deceduti.”, anche se, bontà loro, gli autori del regolamento  consentono eccezioni “ Gli Stati Membri possono introdurre regole per il trattamento dei dati di persone decedute” .
Facit: il regolamento suddetto è una burla totale pensata unicamente per preparare il colpo grosso, cioè la censura delle testate giornalistiche dissidenti dalle narrative governative. e Facebook cancella scrupolosamente i "post" indesiderati dal potere, cioè ciò che per ordini superiori (di cui il pubblico non sa nulla) non si deve diffondere notizia. 
Addirittura il consiglio d’Europa ha ammesso che anche nell’Unione Europea i media e la  stampa ( a motivo della concentrazione della loro proprietà in poche mani) non si possono considerare più liberi nel vero senso della parola (https://www.coe.int/en/web/commissioner/-/the-alarming-situation-of-press-freedom-in-europe), fatto ampiamente documentato , come sottolinea anche un articolo su Reporters Without Frontiers (http://foreignpolicy.com/2016/07/07/europes-freedom-of-speech-fail/).
ma nn finisce qui: con la scusa di “bloccare false notizie” è infine in atto il tentativo di imporre una censura preventiva, con la quale l’UE chiuderà il cerchio dell’ipocrisia: finta tutela dei dati privati, vera tutela della “verità di Stato” (e delle multinazionali).
 Il prossimo passo è già in preparazione, verrà ovviamente presentato come regolamento per la tutela della "corretta informazione ma sará in realtá  la tutela delle ... "verità di Stato" tramite cancellazione della dissidenza spacciata per "fake news".
Cosí è "highlylikely" se vi pare.  



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