Più Europa o più sottomissione ? La gigantesca illusione dei sedicenti visionari di sinistra ("tsiprasiaci").
Dello slogan maoista
"Abbandoniamo le illusioni e prepariamoci alla lotta"
essenziale e sufficiente è la prima parte. Infatti finché perdurano le
illusioni nessuno lotta poiché le sconfitte oggettive sono presentate come "momentanee ritirate
strategiche".
Nel gergo dei neoliberisti e dei loro lacché di finta
sinistra sono chiamati "sacrifici
necessari"in vista di un radioso futuro (che ci sarà sí, ma unicamente per
i profittatori dell'iniquo sistema, agli altri resteranno dosi sempre maggiori
di "austerità" e sacrifici.
La chiamano "più Europa",
"difesa dell'euro", "modernizzazione del mercato del
lavoro", "flessibilità", "competitività" e via
dicendo, ma tutto si traduce con una sola parola: RAPINA ai danni delle moltitudini.
Una rapina che cesserà unicamente con la fine delle illusioni: la lotta
inizierà esattamente in quel momento, quando come sempre nel corso della storia,
la presa di coscienza della mancanza di alternative costringerà a scegliere.
E
non è infatti un caso che anche questa formula venga stravolta nel suo
significato: la cancelliera tedesca non fa ormai altro che ripetere la stanca
litania "all'euro non c'è alternativa". Ma basta un ritocco:
"CON l'euro non ci può essere alternativa".
Quando almeno le
avanguardie lo capiranno e risuciranno a farlo capire alle masse, la lotta sarà
vinta.
Ma i Tsipras ellenici ed i Renzi di casa nostra temo avranno purtroppo
ancora a lungo buon gioco ad illudere i sedicenti intellettuali di sinistra che
si attaccano all'idea infantile di "un'altra Europa", che senza lo
smantellamento delle eurocatene esiste unicamente nelle loro menti
farneticanti. Costoro, e non sono pochi, parlano di "rafforzamento dall'Europa" ed inorridiscono quando
sentono il temine "recupero della sovranità nazionale" scambiando per
internazionalismo proletario la sottomissione al diktat del capitale
finanziario.
Ma anche le destre conservatrici e fascistoidi non si devono illudere: la "Lunga Marcia" contro l'euro e l'oppressione economica, contro lo svuotamento della democrazia e la sottomissione al diktat del capitale finanziario internazionale è già iniziata e non si fermerà.
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