Donnerstag, 15. Januar 2015

Crayon ou pinceau? Pensieri sulla libertà di stampa in Europa. Ils sont tous «Charlie»? Moi,  j' aime plutôt ... van Gogh.


I crimini dei fanatici e sedicenti islamisti a Parigi non hanno né scusanti né razionali spiegazioni, sono crimini a basta. Ai sopravvissuti dell’eccidio nella redazione di Charlie Hebdo, come ai parenti delle vittime dell’altro massacro nel supermercato  tutta la solidarietà senza alcuna riserva. 
Mi permetto invece di dissentire sull’abuso vergognoso che dei crimini hanno fatto sia i sedicenti “difensori della libertà di espressione”  che i predicatori d’odio anti-islam. Fra i 40 governanti  convenuti a Parigi ed immortalati nella foto di gruppo ce ne sono alcuni che meriterebbero di essere immediatamente processati per gli stessi crimini, ordinati a tavolino ma fatti commettere dai rispettivi eserciti e milizie in scala ben maggiore.
Ma anch egli altri brillano più per ipocrisia e falso patriottismo che non per sincera preoccupazione per la vera libertà di opinione. 
La gigantesca montatura mediatica di proporzioni finora mai viste sembra fatta apposta per fornire alle masse l’illusione che ancora esista una stampa libera, che  da lungo è invece una miserabile finzione, basta pensare alle menzogne e mezze verità con cui all’unisono la stampa europea ha coperto il golpe di Kiev, una riedizione di quanto avvenuto per promuovere la guerra in Irak o il sostegno alla campagna di Libia. In particolare la serva stampa occidentale tutta si è sempre zelantemente distinta nella demonizzazione dei dittatori di turno prima osannati e utilizzati  e poi fatti assassinare (Gaddafi) o condannare con processi farseschi (Saddam) quando si sono rifiutati di servire gli sporchi interessi delle multinazionali del democratico Occidente.      
Ma i fatti di Parigi hanno segnato un ulteriore gradino di questo scadimento:  ipocritamente i media hanno convinto milioni di persone a marciare per santificare come “libertà di stampa” il diritto illimitato di “dissacrazione ed offesa di sentimenti religiosi (altrui) tramite vignette oscene”.   Ne va della mancanza di  buon senso per saper ancora distinguere fra libertà di opinione e provocazione gratuita, ma forse ancor di più ne va del buon gusto che sembra ormai  il grande assente nella cosiddetta “pubblica opinione”.  Sono tutt’altro che moralista, ma mi pare che lo svilimento del corpo umano in disgustose presentazioni di nudità, lo sfruttamento incessante in particolare del corpo femminile per la pubblicità ed il commercio non siano il valore di cui l’Occidente debba essere particolarmente fiero. In privato chiunque deve avere il sacrosanto diritto di  dire ciò che  vuole ed osannare le immagini che preferisce, ma in pubblico anche soltanto da un  punto di vista estetico  la decenza dovrebbe avere ancora un senso. Idem dunque per le vignette e le caricature: il rispetto di criteri estetici giá da solo basterebbe ad evitare gratuite provocazioni. I governanti europei sfilino pure per difendere la libertà di stampa, ma abbiano almeno il buon gusto di non farlo insieme a gente come la marionetta USA di Kiev che  nel proprio Paese censura allegramente TV e giornali e incarcera giornalisti e purtuttavia riceve l’illimitato appoggio e generosi finanziamenti dall’UE (coi quali poi invece di aiutare la popolazione acquista armi per bombardare i propri concittadini dissidenti). La libertà di stampa va difesa, ma non certo con la più sfacciata ipocrisia.       
Se questo è quanto è rimasto della libertà di stampa mi permetto di ricordare che l’Europa ha ancora altri e migliori valori da difendere, e lo faccio  agitando non la matita ma … il pennello.
Quest’anno ricorre il 125 della scomparsa di van Gogh. Ho scelto uno dei suoi quadri con motivo religioso (con qualche riserva: van Gogh non aveva avuto buoni rapporti con le gerarchie ecclesiastiche e forse per questo nel dipingere una chiesa lo fa dalla parte in cui non ci sono porte, a differenza di Monet che amava dipingere le facciate).
“L’eglise de Auverse sur Oise vu du chevet”  (olio su tela,  è uno degli ultimi quadri di questo grande artista, suicidatosi ( ma secondo altri assassinato) poche settimane dopo.
Ne ho eseguito un “falso di dilettante” dopo aver a lungo ammirato l’originale nel Musée d’Orsay a Parigi.

(Volevo aggiungere la foto ma devo ancora capire come si fa qui. Chi ha inteesse la trova in facebook)




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