Crayon ou pinceau? Pensieri sulla libertà di stampa in Europa. Ils sont tous «Charlie»? Moi, j' aime plutôt ... van Gogh.
I crimini dei
fanatici e sedicenti islamisti a Parigi non hanno né scusanti né razionali
spiegazioni, sono crimini a basta. Ai sopravvissuti dell’eccidio nella
redazione di Charlie Hebdo, come ai parenti delle vittime dell’altro massacro
nel supermercato tutta la solidarietà
senza alcuna riserva.
Mi permetto invece di dissentire sull’abuso vergognoso
che dei crimini hanno fatto sia i sedicenti “difensori della libertà di
espressione” che i predicatori d’odio
anti-islam. Fra i 40 governanti
convenuti a Parigi ed immortalati nella foto di gruppo ce ne sono alcuni
che meriterebbero di essere immediatamente processati per gli stessi crimini,
ordinati a tavolino ma fatti commettere dai rispettivi eserciti e milizie in
scala ben maggiore.
Ma anch egli
altri brillano più per ipocrisia e falso patriottismo che non per sincera
preoccupazione per la vera libertà di opinione.
La gigantesca montatura
mediatica di proporzioni finora mai viste sembra fatta apposta per fornire alle
masse l’illusione che ancora esista una stampa libera, che da lungo è invece una miserabile finzione,
basta pensare alle menzogne e mezze verità con cui all’unisono la stampa
europea ha coperto il golpe di Kiev, una riedizione di quanto avvenuto per
promuovere la guerra in Irak o il sostegno alla campagna di Libia. In
particolare la serva stampa occidentale tutta si è sempre zelantemente distinta
nella demonizzazione dei dittatori di turno prima osannati e utilizzati e poi fatti assassinare (Gaddafi) o
condannare con processi farseschi (Saddam) quando si sono rifiutati di servire
gli sporchi interessi delle multinazionali del democratico Occidente.
Ma i fatti di
Parigi hanno segnato un ulteriore gradino di questo scadimento: ipocritamente i media hanno convinto milioni
di persone a marciare per santificare come “libertà di stampa” il diritto
illimitato di “dissacrazione ed offesa di sentimenti religiosi (altrui) tramite
vignette oscene”. Ne va della mancanza
di buon senso per saper ancora
distinguere fra libertà di opinione e provocazione gratuita, ma forse ancor di
più ne va del buon gusto che sembra ormai
il grande assente nella cosiddetta “pubblica opinione”. Sono tutt’altro che moralista, ma mi pare
che lo svilimento del corpo umano in disgustose presentazioni di nudità, lo
sfruttamento incessante in particolare del corpo femminile per la pubblicità ed
il commercio non siano il valore di cui l’Occidente debba essere
particolarmente fiero. In privato chiunque deve avere il sacrosanto diritto
di dire ciò che vuole ed osannare le immagini che
preferisce, ma in pubblico anche soltanto da un punto di vista estetico
la decenza dovrebbe avere ancora un senso. Idem dunque per le vignette e
le caricature: il rispetto di criteri estetici giá da solo basterebbe ad
evitare gratuite provocazioni. I governanti europei sfilino pure per difendere la
libertà di stampa, ma abbiano almeno il buon gusto di non farlo insieme a gente
come la marionetta USA di Kiev che nel
proprio Paese censura allegramente TV e giornali e incarcera giornalisti e
purtuttavia riceve l’illimitato appoggio e generosi finanziamenti dall’UE (coi
quali poi invece di aiutare la popolazione acquista armi per bombardare i
propri concittadini dissidenti). La libertà di stampa va difesa, ma non certo
con la più sfacciata ipocrisia.
Se questo è
quanto è rimasto della libertà di stampa mi permetto di ricordare che l’Europa
ha ancora altri e migliori valori da difendere, e lo faccio agitando non la matita ma … il pennello.
Quest’anno
ricorre il 125 della scomparsa di van Gogh. Ho scelto uno dei suoi quadri con
motivo religioso (con qualche riserva: van Gogh non aveva avuto buoni rapporti
con le gerarchie ecclesiastiche e forse per questo nel dipingere una chiesa lo
fa dalla parte in cui non ci sono porte, a differenza di Monet che amava
dipingere le facciate).
“L’eglise de
Auverse sur Oise vu du chevet” (olio su
tela, è uno degli ultimi quadri di
questo grande artista, suicidatosi ( ma secondo altri assassinato) poche
settimane dopo.
Ne ho eseguito un
“falso di dilettante” dopo aver a lungo ammirato l’originale nel Musée d’Orsay
a Parigi.
(Volevo aggiungere la foto ma devo ancora capire come si fa qui. Chi ha inteesse la trova in facebook)
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