Dienstag, 5. März 2013

Perversione linguistica nel tardo-neoliberismo.
La vittoria alla ultime elezioni politiche italiane è andata a Kennet Arrow e Condorcet.
Il Movimento 5 Stelle e la moglie di Putifarre.


 Fra tutti coloro che si dichiarano "democratici" probabilmente soltanto una minoranza trascurabile sa che il concetto
è fra i più ambigui ed indefiniti, e che non esiste scientificamente alcuna convergenza su di esso.
Nata probabilmente molto prima in India ma nota in Occidente dall'antichità greca (dove all'inizio era un termine dispregiativo
per indicare la bruta forza popolare contro le idee illuminate del governo aristocratico).
Il teorema di Arrow e il paradosso di Condorcet (v. in Wikipedia) dimostrano che comunque si proceda, in democrazia le scelte individuali possono condurre a risultati paradossalmente opposti anche a quelli voluti dalla maggioranza.
Giustamente Churchill riconosceva che la domocrazia, cosí come concretamente applicata in Occidente, è un sistema altamente imperfetto ma comunque migliore di tutti gli altri.
Questa riflessione va ricordata a tutti coloro che ingenuamente o cinicamente del termine "democrazia" si fanno uno scudo contro ogni altra riflessione e lo applicano a piacimento stravolgendolo ai propi fini tutt'altro che "democratici".
Un aforisma di cui non ricordo ora l'origine recita: "Non potendo abolire la democrazia si abolisca il popolo".
Non come aforisma ma come sintomo rivelatore della concezione "dittatoriale" della democrazia la frase ritorna continuamente alla ribalta ogni qualvolta elezioni politiche non conducono al risultato sperato: che sia la vittoria di Hamas a Gaza, la vittoria dei "Fratelli Musulmani" in Algeria, Egitto e Tunisia, o il rifiuto dell'approvazione del trattato di Maastricht anni or sono in Irlanda e Francia, fino alle elezini recenti in Italia, quando il risultato non piace, le reazioni sono rivelatrici dell'ambigua concezione del termine "democrazia".
Condorcet prima e Kenneth Arrow più di recente hanno dimostrato con ragionamenti logico-matematici che le scelte collettive possono portare a risultati esattamente opposti a quelli desiderati dalla maggioranza.
Non è nemmeno necessario parlare di "abolizione del popolo": quando si conosce il probabile risultato e lo si teme, si possono semplicemente vietare referendum popolari (è avvenuto molte volte in Italia !) come un paio d'anni or sono quando Papandreu dovette dimettersi avendo proposto di lasciar decidere democraticamente il popolo greco sulle misure di austerità imposte dalla Troika, da Berlino e dal FMI. Adottate antidemocraticamente queste misure moralmente indegne (prendere ai poveri per dare ai ricchi!) ed economicamente idiote, si sono dimostrate poi un errore madornale che ha distrutto dopo la democrazia anche l'economia del Paese, e sta facendo risorgere addirittura l'estremismo fascista.
Più recentemente le scelte elettorali degli italiani sono state oggetto di cinico disprezzo da un certo Peer Steinbrück, che spera povero illuso di sostituire in autunno la cancelliera tedesca (raramente si è avuta una dimostrazione più chiara del concetto autoritario di democrazia da parte di un politico, che in questo caso appartiene all'area socialdemocratica, il che la dice lunga sullo sfacelo delle sinistre in Europa !).

La democrazia quando ridotta a pura formula di appropriazione del potere totale di una maggioranza contro una minoranza può essere autodistruttiva: una maggioranza può scegliere di abolire le libere elezioni e legittimare col libero voto un dittatore. Probabilmente qualcuno ricorda dove questo è già puntualmente avvenuto.

Dunque la "democrazia" se intesa come metodologia per arrivare a scelte che rispettano i diritti di tutti senza ledere legittime libertá ed interessi, non può essere né ridotta a calcolo matematico né considerata soluzione definitiva alla gestione dello Stato.
Oltre al difetto intrinseco matematicamente dimostrato, la democrazia soffre infatti di un problema ancor più grave: la disinformazione degli elettori. Ed é evidente che chi vota un partito sulla base di promesse truffaldine è una vittima del sistema democratico che consente appunto di mentire ed ingannare sotto la giustificazione del concetto della libertà di espressione.
Se una ditta offre un prodotto sotto falsa etichetta viene giustamente condannata: un partito mai.
Si potrà argomentare che la formazione dei programmi di partito e la scelta dei delegati avviene con la partecipazione democratica degli iscritti. Ma l'intera storia umana dimostra che una volta costruita l'organizzazione qualunque istituzione diviene ostile al cambiamento e chi ha raggiunto in essa posizione di potere finisce per avere come unico obiettivo il mantenimento dell emedesime, in barba a qualunque ideologia o progetto iniziale.
Alle recenti elezioni politiche in Italia molti hanno dichiarato ad esempio di aver votato il PD per scelta di "sinistra".
Sarebbe come se qualcuno decidesse di convertirsi al cattolicesimo sulla base del programma del Vangelo o alla religione islamica sulla base del Corano. O al PD sulla base del Manifesto di Marx & Engels.

Chi lo ha osservato dal di fuori, sa che del PD tutto si può dire, meno che abbia posizioni di sinistra. E che gli iscritti non hanno alcuna possibilità al suo interno di rovesciare le scelte dei detentori del potere: parafrasando un filosofo palestinese di duemila anni or sono, ad esempio "è più facile che un cammello entri attraverso la cruna di un ago piuttosto che un Fassino esca dal PD", nonostante invece del popolo questo boss del PD appoggi a spada tratta e contro di esso gli interessi ben noti dei fautori della TAV in Val Susa.

Gli unici correttivi disponibili all'imperfetto sistema democratico sono la possibilità reali di alternanza e il rinnovamento garantito delle cariche nei partiti: cioé 1) la possibilitá per chi entra in un partito di influire sulla sua linea senza essere bloccato da chi detiene ad ogni prezzo le leve del potere acquisito e 2) la posteriori la possibilità di correggere le scelte elettorali rivelatesi sbagliate.
Il Movimento 5 Stelle soddisfa per ("non") statuto la prima condizione: due legislature e basta. la politica come servizio e non come mestiere.

La seconda condizione non dipende dal Movimento ma dalla legge elettorale. Che in Italia è la prima e forse l'unica cosa da cambiare, poiché una volta cambiata questa tutto il resto ne consegue.

Esiste questa volontà: non se ne vede l'ombra nei partiti tutti, al di fuori del Movimento.
Infatti il coro delle baldracche sia nei partiti che nella stampa e nei media non fanno che proferire accuse di "populismo" al Movimento.

Populismo è l'accusa: per aver offerto (ed ottenuto) la possibilitá a semplici cittadini al di fuori dei partiti di entrare in Parlamento con un programma trasparente e del quale ogni punto è democraticamente encomiabile (tanto che alla fine della campagna elettorale è stato volgarmente scopiazzato dagli scimmioni dei partiti esistenti presi dal panico).

Se con populismo si intende questo delitto, ebbene essere populisti d'ora in poi in Italia deve essere considerato il più grande merito democratico. Il tratto distintivo per separare nettamente coloro che perseguono l'interesse popolare contro tutti gli altri che perseguono i propri fini particolari: e chiamiamoli allora come meritano "antipopulisti". Un neologismo trasparente, non come quelli coniati dai sdedicenti tecnocrati ignoranti dei principi più elementari dell'economia per nascondere i fatti. Hanno chiamato "esodati" i cittadini rapinati del diritto a pensione, "lotta all'evasione fiscale" i buffoneschi controlli delle auto di grossa cilindrata quasi che non fosse più semplice e sicuro consultare i registri automobilistici per scoprire i proprietari e verificarne le dichiarazioni dei redditi. Tutto per giustificare agli occhi degli ingenui il mostruoso prelievo fiscale sui redditi di chi non può evadere un centesimo. Prelievo immediatamente sperperato in "aiuti agli evasori" cioé privatizzando i debiti delle banche facendoli sostenere dai contribuenti onesti.
Tutti i partiti hanno praticato questo transfert indecente e criminale dalle tasche dei meno abbienti a quelle dei profittatori, trattenendosi illecitamente come "rimborsi elettorali" e contro la precisa volontà popolare (ecco perché l'accusa di "populismo"!!) una parte del bottino.

Che senso può avere in questo contesto l'insistenza paranoica di tutti coloro che insistono per "responsabilizzare" il Movimento, per indurlo a "collaborare con la sinistra" (quasi che il PD fosse riconducibile a questa categoria).

E' la stessa proposta indecente della moglie di Putifarre a Giuseppe di cui parlano sia la Bibbia (Genesi39,6-20) che il Corano (Sura XII).
Ma mentre la giovane moglie del vecchio e virilmente impedito Putifarre poteva avere scusanti per sedurre il giovane ed attraente schiavo Giuseppe, nel nostro caso sono i vecchi decrepiti e sconci boss dei partiti tradizionali a voler sedurre il giovane Movimento 5 Stelle, che certamente non ha necessità di un tale lurido e soffocante abbraccio. Meglio fare come Giuseppe e sfuggire abbandonando il mantello.

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