In morte di Hugo Chavez: i suoi meriti per l'economia venezuelana
Tutta l’America
Latina rende onore al defunto capo del governo venezuelano. Aperto disprezzo
soltanto dagli USA: che non hanno mai digerito di non essere riusciti ad
eliminarlo con un colpo di Stato da loro pilotato, come avevano fatto con Allende in Cile.
Resta da vedere
che cosa metteranno in opera per riconquistare la colonia perduta. Speriamo che
i venezuelani sappiano opporsi alla “reconquista” neocoloniale che è già in
atto anche se stavolta non con mezzi militari (per ora) ma con misure
economiche.
La
disinformazione con cui i neoliberisti cercano di denigrare e diffamare
l’operato del governo di Chavez merita
una riflessione. Com’è stato lo sviluppo economico in Venezuela nei 13 anni del
suo governo?
Che ci sia stata una redistribuzione di ricchezza ed un
alleviamento della povertà assoluta è innegabile, anche i detrattori ne
prendono atto: dal 20% del 1999
all’8 % nel 2012.
Ma non è vero, come tanti affermano, che ci sia stata soltanto redistribuzione e non
crescita economica: il PIB che nel 1999 era di 98.000 milioni di dollari, nel
2012 è passato a ben 387.865 milioni di dollari. Altrettanto falso è che l’inflazione sia stata creata dalla politica economica di Chavez: i numeri
sono chiari, 103 % nel 1996,37 % nel 1997, 29 % nel 1998 e poi dal 1999 ad oggi una media del 20 %.
Come in Italia
e in molti altri Paesi europei negli anni ‘70 – ’80 (e allora stavano tutti meglio !). Disoccupazione in Venezuela? Fino al 1998 intorno al 16 %. Attualmente: 6,5 %
(meno della media europea per non parlare dei Paesi mediterranei).
E il debito
pubblico? Nel 2004 circa 40 % del PIB, sceso al 20 % fra il 2007 ed il 2009,
risalito poi al 36 % del 2012.
Uno degli spauracchi dei critici post mortem di Hugo Chavez è il pericolo dell'inflazione come conseguenza della svalutazione. Ma durante i 13 anni del suo governo vi erano state diverse svalutazioni, senza apprezzabili aumenti di inflazione.
L'ultima, attuale svalutazione del 50 % potrà far salire l’inflazione ? Non se ne vede un sostanziale pericoloo né un motivo diretto (il Venezuela esporta petrolio, non lo compera!).
Ma se inflazione ci
sarà, la causa è un’altra: la carenza di dollari, con cui acquistare determinati prodotti all’estero. Il “bolivar”
percìo è attualmente scambiato al mercato nero
a 18 invece che a 6,3 per dollaro. Ed è evidente che la carenza di dollari non è un fenomeno naturale
né una conseguenza della politica economica di Chavez , quanto piuttosto della
sua politica estera, gli USA non hanno perdonato e faranno di tutto per
riprendersi il bottino dell’estrazione petrolifera.
Inoltre chi critica la mossa di
svalutare del "bolivar" ho ha memoria corta e paraocchi o finge di dimenticare ´che la svautazione non è
certo una prerogativa del Venezuela, lo stanno facendo ben altri Stati non
sospetti di economie "socialiste": l'ha fatto la Svizzera col franco, lo fa il Giappone con lo
Yen, e gli USA lo fanno da sempre stampando dollari a ritmo incessante. E i cinesi rifiutandosi di rivalutare la propria moneta.
Solo l’Europa sta
a guardare … senza nulla imparare. Si è legata al collo la pietra dell'euro, o altrimentei espresso, si tiene ben stretto questa maledetta moneta unica come Charlie
Brown dei Peanuts la sua coperta…
Onore dunque al comandante Chavez che in quanto a competenza in politica
economica poteva mettere nel sacco tutti i professoroni della Comunità Europea.
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