Il capovolgimento dell'economia mondiale: Paesi in via di sottosviluppo (Europa) e Paesi in via di sviluppo (resto del mondo). E come passare dal "PIL" al "BEG".
Che cos'hanno in comune Stati come Panama, Vietnam, Cambogia e Laos oltre al fatto di essere stati vittime di aggressioni militari e crimini di guerra statunitensi? In una lista di 217 Stati stilata dalla CIA risultano fra i primi 184 che hanno avuto lo scorso anno una crescita economica (PIL), nel caso specifico fra il 5 e l' 8%. Dove si trova l'Unione Europea ? Al 189. posto, con una decrescita dello 0,2 %.
Chiaramente questi dati non sono comparabili come livello di benessere, indicano unicamente la crescita rispetto all'anno precedente.
Ma resta il fatto che occorre un cambiamento di vocabolario: i Paesi in via di sviluppo non sono più intorno al continente europeo ma al suo interno: la maggioranza per non dire la quasi totalità dei Paesi della Comunità Europea sono divenuti "Paesi in via di sottosviluppo".
Fra di essi risultano in modesto sviluppo soltanto Francia (+0,1 %), Lussemburgo e Gran Bretagna (+0,2 %), Finlandia (+0,3%), Austria (0,6%), Irlanda (0,7%) e Germania e Romania (0,9%).Uno sviluppo maggiore lo possono vantare unicamente, oltre a quelli rimasti fuori dall'area euro come la Svezia (+ 1,2) e la Polonia (+ 2,4) o quelli delle aree minori o emergenti come Malta (+ 1,2 %), Slovacchia (+ 2,6 %),Estonia (+ 2,4 %) e Lituania (+ 4,5 %). (Fonte: "Country Comparison : GDP - Real Growth Rate", CIA World Factbook, February 12, 2013).
Chiaramente questi dati non sono comparabili come livello di benessere, indicano unicamente la crescita rispetto all'anno precedente.
Ma resta il fatto che occorre un cambiamento di vocabolario: i Paesi in via di sviluppo non sono più intorno al continente europeo ma al suo interno: la maggioranza per non dire la quasi totalità dei Paesi della Comunità Europea sono divenuti "Paesi in via di sottosviluppo".
Fra di essi risultano in modesto sviluppo soltanto Francia (+0,1 %), Lussemburgo e Gran Bretagna (+0,2 %), Finlandia (+0,3%), Austria (0,6%), Irlanda (0,7%) e Germania e Romania (0,9%).Uno sviluppo maggiore lo possono vantare unicamente, oltre a quelli rimasti fuori dall'area euro come la Svezia (+ 1,2) e la Polonia (+ 2,4) o quelli delle aree minori o emergenti come Malta (+ 1,2 %), Slovacchia (+ 2,6 %),Estonia (+ 2,4 %) e Lituania (+ 4,5 %). (Fonte: "Country Comparison : GDP - Real Growth Rate", CIA World Factbook, February 12, 2013).
Una crescita economica perpetua ed illimitata non è evidentemente sostenibile a motivo della limitatezza delle risorse: l'umanità sta esaurendo in un paio di secoli le energie fossili immagazzinate dalla natura in milioni di anni. Considerata questa scala temporale, che il petrolio ed il gas naturale si esauriscano fra 50 o 100 anni non cambia la natura del problema: inesorabilmente la crescita dovrá finire.
Non esistono come volgarmente ed erroneamente si definiscono "energie rinnovabili" (anche il sole si spegnerà!) ma unicamente energie "non esauribili in tempi commisurabili all'attuale durata della civiltà umana" cioé per altre centinaia di migliaia o milioni di anni il sole continuerá a fornire energia.
I limiti alla crescita sono tuttavia molto più vicini e non dipendono dall' esaurirsi delle fonti di energia naturali ma dall'esaurimento di una materia che si definisce genericamente "grigia", termine che si usa come sinomino di intelligenza. Una materia che sembra divenire sempre più carente nei cervelli dei politici e degli economisti venduti agli attuali governanti della maggior parte degli Stati europei.
La crisi finanziaria che ha colpito l'Europa partendo dagli Stati Uniti nel 2007 non è stata certamente un fenomeno naturale ma la conseguenza prevedibile (e prevista da economisti di fama mondiale e premi Nobel della materia che avevano invano ammonito) dell'abolizione di tutte le misure di controllo sul mondo finanziario ed economico in omaggio alle teorie infondate per non dire insensate dei teorici "neoliberisti".
Costoro si sono rivelati in realtà non studiosi della materia ma semplici servi dei gruppi finanziari che poi di questa selvaggia ed incosciente liberalizzazione dei mercati finanziari hanno tratto immensi profitti a danno delle rispettive nazioni.
L'indebitamento degli Stati Uniti come pure della maggioranza degli Stati europei è divenuto da "debito privato" "debito sovrano".
In altre parole i debiti degli speculatori falliti e degli investitori incauti e financo quello dei cittadini incoscienti che si sono lasciati ingannare dalle banche indebitandosi irrimediabilmente.è stato trasformato in "debito pubblico" da restituire con un aumento della tassazione.
Una misura che evidentemente ha strangolato tutte le malcapitate economie rendendo impossibile la già difficile restituzione dei debiti.
Infatti - e lo capirebbe un bambino - non è lavorando di meno che si guadagna di più. Eppure esattamente questo è successo: tutte le misure di "salvataggio" si sono rivelate medicine ben peggiori del male, poiché hanno unicamente fatto aumentare la disoccupazione, in Grecia, Italia, Spagna, Portogallo oltre i livelli sostenibili, e di qui il male si sta allargando agli altri Paesi economicamente collegati che infatti non possono più esportare dove la gente non ha più soldi per acquistare nemmeno le merci prodotte all'interno.
Ed infatti anche la Germania comincia a sentire la recessione, la Francia ne é irrimediabilmente colpita, e la malattia si sta estendendo a macchia d'olio.
I Paesi rimasti fuori dall'area euro cercano altri mercati al di fuori d'Europa e, come illustra la tabella della CIA, non hanno difficoltà a trovarne visto che il resto del mondo è in espansione economica.
La stessa politica potrebbero ovviamente farla i Paesi europei in recessione: ma occorrerebbe investire.
Ed è esattamente la comprensione di questo aspetto che manca totalmente ai politici attualmente al potere.
E' la carenza di materia grigia necessaria a comprendere che la soluzione alla crisi passa per gli investimenti e non per l'austeritá (che tradotta in termini concreti significa spoliazione dei cittadini, svalutazione interna dei redditi). E ciò presumendo con ottimismo che si tratti appunto di sola carenza intellettuale e non anche o soltanto di corrotta connivenza con i destinatari della rapina fiscale ai danni dei contribuenti.
Dunque uno sguardo sul mondo sarebbe sufficiente a far comprendere anche al più sprovveduto amministratore pubblico che insieme alla fine degli sprechi soltanto gli investimenti produttivi possono far ripartire lo sviluppo economico.
Soltanto dopo, rimessa in marcia l'economia, si potrà e dovrá riorientarla in direzione non più del profitto ma della soddisfazione dei bisogni umani, passando da un'economia di rapina delle risorse naturali ad un'altra in cui, assicurati a tutti i mezzi di sussistenza, contino di più l'intelligente impiego di un accresciuto tempo libero piuttosto dello sfoggio di inutili e costosi prodotti: una vacanza con la famiglia invece di una corsa sull'autostrada con un costoso modello di auto, ad esempio. E un riorientamento dei valori in questa direzione sará a sua volta la base per una più equa redistribuzione dei redditi.
Gradualmente si potrà allora arrivare a sostituire il "PIL" (Prodotto Interno Lordo) con il "BEG" (Benessere Equo Generale).
In altre parole esattamente l'opposto della direzione nella quale l'Europa sta andando attualmente: contro il muro.
Keine Kommentare:
Kommentar veröffentlichen