Samstag, 5. Januar 2013

"Austeritá, Licenziabilitá, Profittabilitá"

Il salvataggio dell'euro con altri metodi sarebbe facile,,, ma non servirebbe al vero scopo.

La Svizzera ha legato da parecchi mesi il corso del franco a quello dell'euro (1:1,20) deprezzando la propria moneta per mantenere la concorrenzialitá nell'esportazione dei propri prodotti. Per realizzare questa svalutazione la Banca nazionale Svizzera ha finora comprato quantità ingenti di euro dimostrando che l'operazione é possibile e conveniente per la difesa del proprio sviluppo economico.

Se invece di acquistare i debiti degli Stati in difficoltá o emettere eurobond (metodi coi quali di fatto si compra unicamente del "tempo" poiché restano tutti i problemi che sono alla radice del fallimento dell' euro) la BCE (banca centrale europea) iniziasse ad acquistare senza limiti dollari (USA, Australia, Canada) e altre valute (yen, rubli, real, ecc.) la svalutazione della moneta unica ridurrebbe i debiti di tutti gli Stati membri, rilanciando l'economia che diverrebbe concorrenziale nelle esportazioni extra-eurozona. E sarebbe più facile per gli Stati europei indebitati ricomprare le proprie obbligazioni riducendo i debiti sovrani coi creditori delle aree esterne all'euro.
Certo aumenterebbero i costi di importazione del petrolio e di altre materie prime, ma sarebbero compensati in un primo tempo dalla cospicua riserva di dollari ed altre valute creata durante la campagna di acquisti per svalutare l'euro.
La rivalutazione dell'euro in seguito alla controffensiva degli altri Paesi, come reazione di difesa certamente non tarderebbe molto, ma lo scarto temporale prevedibile (almeno mezzo anno) favorirebbe un rilancio dell'economia europea e soprattutto renderebbe superflue le misure più punitive dell'austerità, che finora hanno colpito unicamente i bassi redditi senza ridurre sostanzialmente i debiti sovrani o addirittura facendoli aumentare.
Una manovra di questo tipo sarebbe molto più efficace e meno ingiustamente punitiva nei confronti della parte meno agiata della popolazione. Ovviamente colpirebbe in pieno la speculazione valutaria internazionale. Ma soprattutto metterebbe fine o rallenterebbe sensibilmente il massiccio trasferimento di risorse dai meno abbienti ai titolari di redditi parassitari, in primis le banche. E questo é probabilmente il motivo per cui una misura del genere non ha alcuna possibilità di venire intrapresa.
L'altro motivo fondamentale dell'altrimenti incomprensibile insistenza insensata con misure di austerità che ottengono l'effetto opposto a quello proclamato è che la crisi dell'euro non è solo o primariamente una crisi di indebitamento o di difficoltá di finanziamento dei debiti sovrani.
Se cosí fosse non ci sarebbero stato l'accannimento altrimenti inspiegabile a non lasciar fuggire alcun Paese dall'area euro, e per di più proprio da parte dei Paesi come la Germania che maggiormente rischiano di pagare il fallimento dei Paesi mediterranei.
Il motivo basilare per la difesa ad oltranza e contro ogni buon senso dell'euro è che con esso si è potuto estendere a tutti Paesi aderenti il modello di capitalismo neoliberistico ed il conseguente smantellamento dello stato sociale e della tutela dei lavoratori.
Il buon andamento delle borse europee pur in presenza della crisi e delle misure che hanno condotto al rallentamento economico ed alla recessione in molte aree dimostra che c'è chi guadagna - e non poco - esattamente grazie alla crisi.
E anche le piccole perdite in alcuni casi temporaneamente subite sono un ottimo investimento per le grandi imprese monopolistiche poiché con esse acquistano una libertà di gestione della forza lavoro prima altrimenti impensabile.
Il motto della Rivoluzione Francese (Liberté, Egalité ,Fraternité) nell'ottica neoliberista è dunque riscritto come "Austeritá, Licenziabilitá, Profittabilitá".

1 Kommentar:

  1. La questione è interessante e probabilmente, ove la manovra di debasamento avesse successo, potrebbe temporaneamente smussare le punte più feroci dell'austerità come suggerisce l'articolo che sottolinea anche le ragioni per cui ciò non avverrà e per le quali ciò che è alla portata delle vere banche centrali in quanto parte di uno stato non è una strategia "decidibile" da parte della BCE in quanto comitato d'affari del capitale finanziario.
    Ovviamente la manovra non risolverebbe nessuno degli squilibri interni alla base della crisi dell'Unione che continuerebbero a premere compressi tra Scilla e Cariddi dell'impossibilità e dell'indesiderabilità di un vero stato europeo.
    Neppure sarebbe una facile passeggiata in un contesto in cui tutti (americani compresi) hanno il coltello sotto il tavolo come sottolineava A. E. Pritchard nell'articolo sul Telegraph da me linkato su Facebook qualche giorno fa.

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