Freitag, 17. Juli 2015

La solidarietà con la Grecia è stata premiata. 

Però la si dovrebbe chiamare “eutanasia”


L’argomento fondamentale del governo tedesco (Cristiano Democratici e Socialdemocratici) e parte della stessa opposizione (Verdi) per dire sì al salvataggio della Grecia era la magica parola “solidarietà”, condizionata ovviamente dalla promessa greca di ulteriori sacrifici.
Chi si è opposto a questo ulteriore ed infame inganno (fra un anno se non prima il problema evidentemente si ripresenterà, è stato tacciato di mancato senso di solidarietà col popolo greco.
Come previsto da un copione da lungo scritto, il parlamento greco ha dovuto dopo piegarsi al diktat dell’UE/Germania, spacciato come terzo piano di salvataggio (dopo i due già miseramente falliti), un piano che ogni economista dotato di un minimo di intelligenza ed onestà non può che definire come “eutanasia” per l’economia greca: ed infatti in previsione del crollo definitivo del poco rimasto dell’economia greca  il “pacchetto” di aiuti contempla l’ipoteca sul patrimonio statale del Paese che finirà evidentemente a prezzi stracciati nelle mani dei creditori, banche e multinazionali estere. Un’ipoteca gestita sotto l’etichetta di “Fondo” … in Lussemburgo (esattamente colà dove sono in realtà finiti in gran parte i miliardi finora spacciati come aiuti alla Grecia  ma intascati da pochi profittatori).

Un aspetto non è stato tuttavia menzionato ancora da nessuno: che le “buone azioni” di questo tipo vengono subito ricompensate. Ad esempio dopo il NO dell’assurdo referendum col quale Tsipras aveva dimostrato la propria abissale ingenuità e totale assenza di strategia, l’indice  dei 30 maggiori titoli della borsa tedesca, il DAX, era caduto a 10.676 punti.
Dopo l’accettazione da parte del Parlamento greco del diktat della Cancelliera Merkel e dei rimanenti governanti europei suoi servili  portaborse,  10 giorni dopo, il 17 luglio, l’indice DAX  è salito a 11.716 punti: un aumento del 9,7 %.  
Vediamo concretamente cosa ciò significa ad es. per un tipico piccolo risparmiatore tedesco che avesse avuto nel suo deposito 500 azioni della Deutsche Bank (13.350 euro) , il cui corso è passato da 26,70  a 30,50 euro: in dieci giorni avrebbe ottenuto un plusvalore di 1.900 euro, sufficiente ad esempio per una vacanza … in Grecia. Questo plusvalore però viene ovviamente tassato alla fonte al 25 % in media, quindi al citato risparmiatore sarebbero rimasti soltanto 1425 euro, ma il fisco tedesco avrebbe incassato 475 euro: una situazione di soli vincitori, "win-win" come cinicamente dicono gli anglofili fingendo di non vedere che nessun guadagno è possibile senza una perdita altrui.   
Sono calcoli teorici, ovviamente, anche perché i risparmiatori tedeschi che investono in azioni
sono meno del 10 %, per cui il calcolo suddetto va moltiplicato per 10.000 o più, ma è riservato ai grandi patrimoni, cioè a quel 4 - 5 % dei grandi investitori che raccolgono senza sforzi questi frutti dorati. La forbice fra poveri e milionari si allarga … per effetto di queste manovre di “solidarietà” gestite dalla Banca Centrale Europea, la BCE, che di fatto è più efficiente nella rapina ai diseredati della stessa Banda Bassotti.
Se l’ Unione Europea fosse veramente un’unione solidale di popoli e non quello che in realtà è divenuta, cioè una volgare congrega di sfruttatori e speculatori sulle miserie altrui, la prima cosa da fare sarebbe di chiudere la BCE e devolvere il suo grande palazzo a Francoforte, inaugurato qualche mese fa con fiumi di spumante all’interno e l’acre odore dei candelotti fumogeni all’esterno contro i dimostranti,  a luogo di accoglienza per i rifugiati che bussano alle porte di questa Europa della finta solidarietà a copertura di un sempre più insopportabile  egoismo predatorio.  

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