La Cancelliera Merkel ed i Catari
La storia non è maestra di vita come ci insegnavano a scuola ma conoscere
il passato può aiutare a comprendere il presente, poiché la Storia altro non è
che il ripetersi in forme diverse dei medesimi crimini per i quali la razza
umana sembra essere stata programmata.
Il virus del programma non è stato ancora trovato, finora sono state
isolate unicamente alcune sue mutazioni che i ricercatori per motivi loro hanno
battezzato col nome delle religioni monoteistiche più diffuse.
Intanto una premessa: ormai è certo e possiamo essere tranquillizzati: la
storia non è finita.
L’ ingenuo studioso che aveva creduto di vedere con il dissolvimento
dell’Unione Sovietica la “fine della Storia”
coincidente con il trionfo della democrazia in tutto il mondo è stato
smentito dai fatti: la democrazia infatti scoppia in tutto il mondo, ma non di
salute, bensì di conflitti militari, economici, finanziari, giuridici, ideologici e chi più ne ha più ne metta,
in tutto il mondo. Le esportazioni di
democrazia da parte degli USA e dei loro vassalli hanno avuto come unico
risultato la fine di equilibri precari e di sistemi dittatoriali detestabili al
cui posto è stato semplicemente instaurato il caos, la distruzione, i massacri
ed il terrore senza fine. Se non fosse tragico ci sarebbe da rotolarsi per
terra dalle risa pensando che Obama sta studiando la possibilità di aiutare
quel dittatore siriano che un anno fa voleva cacciare dal potere bombardandogli
il Paese. Un voltafaccia dovuto alla situazione insostenibile in Siria ed Irak,
dove gli insorgenti prima riforniti a iosa di armi e finanziati abbondantemente
dagli USA e dai suoi alleati nell’area (Arabia Saudita) stanno usando ora i
mezzi ricevuti per impadronirsi dell’intera zona creando un califfato. Se Assad
ancora vivo può tornare ad essere il partner degli USA nella lotta contro gli
estremisti musulmani, Saddam e Gaddafi ahimé sono stati liquidati e farebbero
invece tanto comodo ora. La cosa che più impressiona se si osservano questi
cambi di alleanze è l’injcapacità totale di imparare dai propri errori di
politici e governanti. In Afganistan gli USA avevano armato i Talibani in funzione antirussa, poi se li sono
trovati nemici e scioccamente sono intervenuti, convincendo governi ancor più sciocchi
di loro a partecipare, col bel risultato che è sotto gli occhi di tutti: i
resistenti afgani sono più forti oggi che all’inizio della sciagurata campagna
di guerra che è servita unicamente a distruggere il Paese ed è costato migliaia di vittime sia fra la sventurata
popolazione civile locale (dati fino 2013: 8.615 morti) che fra i militari della Coalizione (ir)responsabile
dell’aggressione (dati fino 2013: USA 2.178;
Regno Unito: 448; Canada: 157
; Francia: 88; Germania: 54+3; Italia: 53 : per inciso ecco una delle poche
statistiche in cui l’Italia si trova purtroppo ai primi posti, e non, come ad
es. per la libertà di stampa, fra gli ultimi).
L’errore afgano avrebbe dovuto insegnare qualcosa, ed invece eccone la
ripetizione puntuale in Siria. Ma l’ apertura del vaso (o scrigno: πίθος) di
Pandora con l’invasione dell’Irak ha radicalmente cambiato il livello di
pericolosità e di accelerazione della pazza corsa verso la prossima guerra mondiale (che è già in corso, il Papa è uno
dei pochi che ha avuto il coraggio di ammetterlo, ma sta avanzando per gradi, è
cioè un conflitto strisciante che nel linguaggio della medicina si definirebbe
“patologia strisciante cronica e probabilmente irreversibile”).
Passata in secondo piano la tragedia dei Palestinesi di Gaza, dove ormai il
conflitto sembra destinato a continuare fino all’esaurimento delle forze senza
pietà alcuna per i civili presi intrappola, i quotidiani riempiono le prime
pagine con le foto dell’inaudita barbarie dei guerriglieri ISIS, ed allo sconcerto
si unisce la preoccupazione che fra di essi vi siano migliaia di volontari con
passaporti europei o addirittura USA. Qualcosa non ha funzionato si chiedono i
governanti lungi tuttavia dall’esame di coscienza che imporrebbe almeno il
riconoscere degli errori più recenti: Francia in testa ma con Italia complice e
la NATO hanno commesso un errore fatale liquidando il regime di Gaddafi ed ora
non sanno come uscire dal caos in cui hanno gettato il Paese. Ma da questo
errore non sembra abbiano imparato nulla, poiché per fermare l’avanzata dei
guerriglieri ISIS sono arrivati al punto di concepire l’invio di armi nella
regione: ai Curdi per ora, ma è evidente che anche altri gruppi avanzeranno le
loro pretese chiedendo armamenti, nell’area mediorientale ma anche altrove, già
infatti il governo fascistoide dell’Ucraina ha chiesto oltre ai finanziamenti
per poter continuare a bombardare i propri cittadini con le armi a
disposizione, anch ela fornitura di ulteriori armamenti. L’UE con Germania in
testa, armando i Curdi sta insensatamente creando un precedente fatale per la
pace nel mondo.
Una farsa tragica che si ripete. Può aiutare la comprensione uno sguardo
all’indietro: torniamo all’anno 1209, la crociata cattolica contro i dissidenti
catari nell’area occitana. A Beziers le soldatesche cattoliche massacrarono
22000 civili, donne e bambini, idem ad
Albi, dove per non perdere tempo passarono per le armi tutti, “eretici” e non ,
con la cinica giustificazione “Dio conoscerà i suoi”. Chi non si convertiva, durante la crociata durata fino al 1229,
veniva regolarmente torturato e poi bruciato vivo. I crociati cattolici di quel
tempo non conoscevano metodi meno crudeli come la decapitazione o la
fucilazione (non esistevano ancora le armi da fuoco). E tutti conoscono poi la
successiva misura di democratizzazione (pardon di conversione alla giusta fede)
operata dalla Santa Inquisizione (il solo Inquisitore Torquemsada fece 10.000
vittime sul rogo e 100.000 altri li mandò a morire come schiavi remando sulle
galere). L’inquisizione giustamente è considerata storicamente a tutti i tioli
come il prototipo di Gestapo, KGB, STASI, PIDE, OVRA, DINA, SAVAK, Securitade,
ecc. cioè delle dozzine di polizie speciali per la repressione dei dissidenti
note nella storia).
In questo senso, un lieve progresso nella storia lo si può constatare, le
esecuzioni di massa sono generalmente meno cruente di quelle di allora, anche se purtroppo ci sono eccezioni
(i neonazisti di Odessa il 2 maggio
scorso, cantando “morte ai nemici, pugnalate i filorussi” hanno bruciato vivi
oltre 50 “dissidenti”, quindi la tradizione cristiana dei roghi di dissidenti
non è del tutto fuori moda).
Ed ecco la domanda che porrei volentieri alla Cancelliera Merkel: le
avrebbe consegnate le armi ai Catari affinché si potessero difendere dalle orde
sanguinarie dei crociati cattolici? Essendo protestante potrebbe essere
invogliata a rispondere positivamente.
Ma subito seguirebbe la successiva domanda: Se sí ai Curdi, perché non
anche ai dissidenti filorussi che il governo ucraino sta massacrando?
Probabilmente risponderebbe che tutta la colpa è di Putin, che aiuta i
rivoltosi. Ma allora entrerei nel merito c le chiederei se sa perché le
popolazioni dell’est dell’Ucraina chiedono l’indipendenza e si ribellano ad un
governo centrale che con violenza e in dispregio di ogni regola democratica ha
preso il posto di quello da loro eletto e che come primo atto ha deciso di
proibire loro l’uso della lingua russa imponendo l’ucraino come unica lingua di
Stato.
Un governo che ha estromesso dal Parlamento un partito eletto dal 13 %
degli elettori, poiché considerato filo-dissidenti. Un governo con una
concezione della democrazia che fa concorrenza con quella peculiarissima degli
USA, i quali a forza di esportarne con invasini militari e golpe in tutto il
mondo ne hanno sempre meno in patria, come dimostrano i fatti di Ferguson
city. Non credo che la Cancelliera
risponderebbe all’ultima domanda, il timore di una sgridata da Washington è troppo
forte. Almeno finché le infondate sanzioni antirusse non avranno creato tanti e
tali guai all’economia tedesca oltre che europea in toto, che un cambio di
rotta si renderà inevitabile. E da quanto sta avvedendo in Francia (chi critica
con validissimi motivi il governo agonizzante viene cacciato) c’è speranza che
l’UE cominci a frantumarsi e che spazzato via l’inetto Hollande il Paese che di
rivoluzioni una certa esperienza indubbiamente ce l’ ha, scenda dal carrozzone
EU dando l’esempio agli altri, che se non scenderanno finiranno tutti insieme
nel burrone.
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