Dienstag, 11. März 2014

   Eurobond come James Bond ?!


Ogni tanto si risente parlare di "Eurobond" come di una medicina favolosa o toccasana per i mali dell'euro.
Quasi viene da pensare che più di uno associ il termine al superlativo agente segreto capace di missioni impossibili, una specie di "Goldfinger" per salvare la moneta unica. Vana illusione! 
Gli "eurobond" altro non sarebbero che prestiti obbligazionari garantiti in teoria da tutti gli Stati dell'eurozona ma di fatto equivalenti ad una fideiussione di Germania e pochi altri a sostegno degli Stati economicamente malconci,  i cosiddetti PIIGS.
Se per ipotesi si introducesse questo tipo di obbligazioni, senza un riassetto delle economie malfunzionanti il problema del debito non verrebbe risolto ma unicamente attenuato: gli Stati PIIGS pagherebbe meno interessi sui prestiti, ma continuerebbero ad avere posizioni debitorie insostenibili e molto probabilmente crescenti più di quanto già sta avvenendo. Il problema di fondo non è infatti il debito ma la concorrenza, e di fronte a Stati come la Germania che hanno praticato la moderazione nsalariale e con essa conquistato i mercati mettendo fuori gioco gli altri Stati PIIGS, questi ultimi non hanno la minima chance di ^risollevare le proprie economie finché non potranno riprendere le quote di mercato perdute utilizzando gli strumenti di aggiustamento monetari, cioé la svalutazione delle proprie motete nazionali: e sono appunto queste che mancano. Restando dendtro la prigionen dell'euro non ci può essere salvezza, sarebbe come fare una trasfusione di sangue senza bloccare l'emorragia.
I debiti italiani o greci, ad esempio, anche se garantiti dagli altri Stati dell'eurozona, resterebbero pur sempre debiti italiani o greci, e dovrebbero essere pagati con vendita di oro o beni statali e con aumento del prelievo fiscale,senza escludere il rischio di veder salire il debito statale ancor di più, grazie alla maggior facilità di prestito con interessi ridotti.
Queste sono unicamente speculazinni astratte e teoriche, poiché non esiste nemmeno una delle condizioni che potrebbero consentire l'introduzione di obbligazioni europee: né fiscalità coordinata, né politiche per l'armonizzazione o la cooperazione delle singole economie, né controlli del settore finanziario degne di questo nome e comunque non la minima volontà o fattibiltà politica.
Impensabile ad esempio che la Germania sia disposta a garantire per i debiti di altri Paesi quando al suo interno le due regioni (Baviera e Baden-Württemberg) che pagano compensazioni a tutte le altre ogni anno già presentano ricorsi al tribunale federale per pagare di meno!
Insomma, se si vuole risolvere il problema del debito e rilanciare le economie PIIGS, l'unica soluzione sensata è reintrodurre le monete nazionali, finire la farsa dell'euro e risanare le economie con strategie monetarie prima e ristrutturazioni sensate e non penalizzanti sui redditi dei lavoratori.  
E su quest'ultimo punto c'è ampio spazio per agire, le misure per rilanciare un'economia possono essere diverse, non vi è una strada unica salvo quella sbagliata che è quella che stiamo percorrendo in Europa, cioé il sentiero perduto dell'austerità. 
Finché il debito viene visto come  problema fondamentale e prioritario esso continuerà inevitabilmente a crescere, le politiche di risparmio, come provano i fatti,  servono unicamente a distruggere la potenziale produttività, favorire le posizioni di rendita, spostare ricchezza dal basso verso l'alto impoverendo le classi meno abbienti. 
Ogni economista dotato di buon senso sa che i debiti non si pagano riducendo l'occupazione ma aumentandola, anche se ciò crea in un primo tempo un aumento del debito. Mai ancora si è assistito ad una ripresa economica senza aumento di investimenti. 
Il vero problema dell' Europa e della sua sciagurata moneta unica è appunto questo: l'ingente spreco di potenziale produttivo, gli oltre 25 milioni di disoccupati che, se avessero potuto lavorare, avrebbero ampiamente prodotto più dell'ammontare del debito di tutti gli Stati dell'Unione europea. 
Qualcuno potrebbe obiettare: "Ma se fosse cosí facile rilanciare l'economia, perché nessuno ci ha pensato?"
Ebbene, facile non è, ma possibilissimo.
E sono sicuramente in molti ad averlo pensato: soprattutto coloro che hanno preferito però attuare le misure esattamente opposte: aumentando sí la disoccupazione ma anche i profitti di coloro che manovrando i capitali guadagnano di più dalle rendite sui debiti altrui, giocando con la finanza speculativa, piuttosto che rischiare l'investimento produttivo nell'economia reale.  


  




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