Dietro la facciata il nulla: quando la “vitamina “B” diviene sistema e cancella la politica.
I “leader”
interscambiabili sono divenuti praticamente l’unico riferimento nelle scelte
elettorali e la fissazione sulle persone ha sostituito il confronto politico sui problemi.
Il fenomeno è
evidente a livello mondiale e non da ora, ma nell’epoca attuale sembra non aver
più il minimo correttivo. Quando Gandhi impersonava la resistenza
all’occupazione coloniale inglese era prima di tutto il portavoce di un grande
movimento. Lo stesso dicasi per Mandela che
nei 27 anni di carcere era un simbolo di una lotta condotta all’esterno
da un crescente movimento.
E si potrebbe
continuare con tanti esempi in tutte le epoche. Qualunque movimento finisce per
avere uno o più capi, condottieri o
“leader” (a malincuore mi adatto alla pessima abitudine degli anglicismi), ma
la differenza sta nella loro funzione, se cioè essi incorporano un’ideale, un
consenso verso un obiettivo comune, una strategia condivisa, o se invece sono
pedine dietro le quali c’è prima il nulla e poi, ben nascosti e dissimulati,
gli interessi di coloro che con le pedine giocano la vera partita politica ed
economica e di fatto gestiscono il potere.
Se guardiamo agli
USA abbiamo un esempio lampante di come si costruisce per necessitá (liberarsi
dell’improduttiva ed indifendibile immagine del Bushismo) un nuovo “leader” che
promette inversione di rotta e innovazioni a 360 gradi e poi continua
esattamente l’identica politica del predecessore sotto mentite spoglie: è il
caso Obama. Il suo “Yes, we can” suona oggi vuoto e stonato e richiama il
proverbio “Empty cans make the most noise”, un gioco di parole su “can”, che
può essere verbo “we can” cioè possiamo o sostantivo “lattine” che appunto
vuote fanno il maggior fracasso, cioè le promesse altisonanti si rivelano poi
prive di contenuto.
In Francia
abbiamo avuto l’esempio di una scelta elettorale centrata unicamente sulla
figura del nuovo “leader” Hollande contro il detestato Sarkozy.
Una scelta della
quale i francesi si sono subito pentiti: mai nessuno prima di Hollande aveva
subito un cosí alto tracollo nelle valutazioni dopo un solo anno di
governo. La cosa non meraviglia poiché
già era stato presentato come candidato di seconda scelta dalle sinistre, che
volevano dapprima quel noto ex direttore del FMI , che come è noto si è giocato
la carriera con una volgare aggressione sessuale in camera d’albergo. E dunque
il povero Hollande, come dicono le malelingue, incapace di cambiare politica si
è limitato a cambiare partner, cosa ampiamente descritta dai media a riprova
della fossilizzazione del pubblico sulla persona e sulle sue vicende private
per incapacità di approfondire i veri problemi.
In Italia come al
solito siamo all’avanguardia e senza rivali, e quindi abbiamo il caso più
eclatante di personificazione della politica. Di volta in volta gli scribi di
regime si affrettano a tessere le lodi sperticate del nuovo volto col quale il
vecchio e logoro potere si ripresenta.
Gli entusiasmo
per Monti potevano ancora avere un barlume di giustificazione, trattandosi di
un economista (le malelingue dicono che applicando le sue strampalate teorie di
salvataggio dell’economia con politiche di austerità ha fatto comunque meno
danni che insegnandole ai suoi studenti) ma tant’è , dopo la sua cura tutti i
conti sono peggiorati ed i detentori del vero potere hanno dovuto lasciarlo
cadere come una mela marcia. Il successore Letta non poteva avere certo maggior
successo, come si è visto era una scelta provvisoria in attesa di rimescolare
le carte. Infine – per ora – il caso Renzi.
I commentatori
esteri non hanno avuto un attimo di incertezza nel valutare sia la persona che
i “suoi” programmi (metto fra virgolette poiché di suo evidentemente non c’è
nulla, tutto scritto sotto dettatura o malamente scopiazzato).
In Italia
unicamente sul Fatto Quotidiano abbiamo letto un commento critico e scoperto
cose interessanti sul personaggio (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/26/governo-renzi-ora-lasci-la-societa-di-famiglia-e-il-trucco-per-la-doppia-pensione/895342/)
Abbiamo dunque il
caso del galletto ruspante senza scrupoli che sgomitando nel partito senza
riguardo con nessuno sale al vertice, osannato dai fedeli che con ogni evidenza non sanno più a che santo
votarsi per uscire dal pantano in cui inesorabilmente è finita la “sinistra”.
Quando un
personaggio diviene caratteristico per
aver introdotto o perfezionato un metodo appare lecito utilizzarne il
nome per designare quest’ultimo,
parleremo dunque di “renzismo”. La migliore e più sintetica definizione
l’ha data il 25. febbraio Leonardo
Mazzei “Ma cos'è davvero il renzismo? A
giudicare dal discorso di ieri è il nulla circondato dal niente” (http://sollevazione.blogspot.de/2014/02/renzi-sotto-il-vestito-niente-di.html).
Chi ha a cuore i
problemi veri dell’Italia farebbe bene a badare ai fatti e non alle persone, e
giudicare dagli atti e non dalle promesse. Per giudicare le probabilità che il
nuovo ma vecchissimo governo diretto dal galletto del PD possa avere un
qualunque successo nel risolvere anche uno solo dei problemi che assillano
l’Italia basta ricordarsi una cosa sola: con chi governa ? Il vecchio proverbio non è ancora mai stato
smentito: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
Dunque se anche
ha promesso miracoli, costui per ora ne ha fatto uno solo - che era preferibile evitare: ha risuscitato
un “morto politico” (B., il cavaliere dell’Impunita Evasione Fiscale), e per
ottenere il suo scopo non ha esitato a far vittime all’interno del suo stesso
partito.
Anche se molti
non l’hanno ancora capito o fingono/sperano/si cullano nell’illusione che il
Renzismo sia il toccasana, basta una semplice conta delle forze in campo per
capire che a governare è ancora una volta il sistema che i tedeschi chiamano
della “vitamina B”, laddove “B” sta per
“Beziehungen”, cioè “relazioni”. In Italia casualmente la “B” coincide col nome
di colui che ha perfezionato il sistema al punto di permearne l’intera società.
Dietro la faccia/
facciata Potemkin del Renzismo c’è
dunque per i cittadini in generale soltanto il nulla, ma un pochino
sotto quel nulla ci sono gli interessi giganteschi della casta che il
neo-eletto si presta a servire, e sogno interessi che vanno a spese del Paese
spinto sempre più verso la rovina.
È un dato di
fatto che già le ultime sciagurate decisioni del governo Letta (il regalo
miliardario alle banche fatto votare di forza col metodo della “ghigliottina”
privando l’opposizione del diritto di parola, dalla “democraticissima”
presidente della Camera Boldrini) sono state immediatamente oggetto di
contestazione da parte dell’UE, che ha scritto una lettera all’Italia per
violazione delle norme comunitarie. Da
chi promette di cambiar sistema ci si dovrebbe attendere l’annullamento immediato
di questa sciagurata legge. Ma è più facile che un cammello …
Che in Italia una
larga fascia di elettori sia ormai supinamente devota al “sistema B” non
meraviglia, è anzi comprensibile che le
masse incantate da decenni di propaganda di regime senza alternative critiche
abbia perduto ogni possibilità di discernimento e voti affidandosi alle
promesse secondo l’antico motto “Francia o Spagna purché si magna”.
Ciò che più
stupisce e meraviglia è invece la passiva acquiescenza se non addirittura
l’aperta ammirazione di tanti che si credevano dotati di spirito critico e di
buone capacità di discernimento, che si definiscono progressisti o di
“sinistra”, e che pur vedendo cadere una dopo l’altra le pedine che hanno via
via osannato (Bersani, Letta), continuano a puntare sull’ultima mascherina che
gli si presenta.
C’è tuttavia un
aspetto consolatorio: i cittadini Ucraini spremuti da governanti corrotti si
sono alfine ribellati (quanto spontanea o pilotata dall’esterno –EU, USA sia
stata la rivolta lo sapremo prima o poi) e ora si trovano a rischiare la guerra
civile e con la Russia. Confrontando le rispettive situazioni negli ultimi 20
anni, oggettivamente gli italiani hanno
avuto un maggior peggioramento della propria situazione economica rispetto agli
ucraini, che certo rispetto al passato non avevano molto da perdere. Ed infatti
essi non si ribellano per riconquistare un passato benessere perduto ma
affidandosi alla speranza di ottenerne uno migliore entrando nella sfera
dell’EU, dove realisticamente al più hanno la prospettiva di andare a sostituire
la Grecia come fanalino di coda e per questo rischiamo lo sfaldamento
dell’unità nazionale e la guerra civile. Gli italiani saggiamente rivoluzioni non ne hanno mai fatte e si
guardano bene dal provarci.
E ciò perché
quando la situazione diviene critica e il malcontento rischia di giungere al
punto di rottura puntualmente interviene appunto il “sistema B”, che si basa
sulle promesse clientelari, giocando sulla tendenza innata degli italiani
all’individualismo. Chiaramente più la situazione è grave, maggiori devono
essere le promesse: ecco la base del Renzismo.
Il suo leader ha
citato nel suo discorso in Parlamento don Milani: “risolvere i problemi da soli
è egoismo, farlo insieme è politica”: ma c’è più di un motivo per credere che
il compianto parroco della scuola di Barbiana non intendesse “insieme al
cavalier B.”.
(Grazaino
Priotto, Radolfzelol/Praga, gianavello@atlas.cz)
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