Sonntag, 2. März 2014

Dietro la facciata il nulla: quando la “vitamina “B”  diviene sistema e cancella la politica.

  


I “leader” interscambiabili sono divenuti praticamente l’unico riferimento nelle scelte elettorali e la fissazione sulle persone ha sostituito il confronto  politico sui problemi.
Il fenomeno è evidente a livello mondiale e non da ora, ma nell’epoca attuale sembra non aver più il minimo correttivo. Quando Gandhi impersonava la resistenza all’occupazione coloniale inglese era prima di tutto il portavoce di un grande movimento. Lo stesso dicasi per Mandela che  nei 27 anni di carcere era un simbolo di una lotta condotta all’esterno da un crescente movimento.
E si potrebbe continuare con tanti esempi in tutte le epoche. Qualunque movimento finisce per avere uno o più capi,  condottieri o “leader” (a malincuore mi adatto alla pessima abitudine degli anglicismi), ma la differenza sta nella loro funzione, se cioè essi incorporano un’ideale, un consenso verso un obiettivo comune, una strategia condivisa, o se invece sono pedine dietro le quali c’è prima il nulla e poi, ben nascosti e dissimulati, gli interessi di coloro che con le pedine giocano la vera partita politica ed economica e di fatto gestiscono il potere.
Se guardiamo agli USA abbiamo un esempio lampante di come si costruisce per necessitá (liberarsi dell’improduttiva ed indifendibile immagine del Bushismo) un nuovo “leader” che promette inversione di rotta e innovazioni a 360 gradi e poi continua esattamente l’identica politica del predecessore sotto mentite spoglie: è il caso Obama. Il suo “Yes, we can” suona oggi vuoto e stonato e richiama il proverbio “Empty cans make the most noise”, un gioco di parole su “can”, che può essere verbo “we can” cioè possiamo o sostantivo “lattine” che appunto vuote fanno il maggior fracasso, cioè le promesse altisonanti si rivelano poi prive di contenuto.
In Francia abbiamo avuto l’esempio di una scelta elettorale centrata unicamente sulla figura del nuovo “leader” Hollande contro il detestato Sarkozy.
Una scelta della quale i francesi si sono subito pentiti: mai nessuno prima di Hollande aveva subito un cosí alto tracollo nelle valutazioni dopo un solo anno di governo.  La cosa non meraviglia poiché già era stato presentato come candidato di seconda scelta dalle sinistre, che volevano dapprima quel noto ex direttore del FMI , che come è noto si è giocato la carriera con una volgare aggressione sessuale in camera d’albergo. E dunque il povero Hollande, come dicono le malelingue, incapace di cambiare politica si è limitato a cambiare partner, cosa ampiamente descritta dai media a riprova della fossilizzazione del pubblico sulla persona e sulle sue vicende private per incapacità di approfondire i veri problemi.   
In Italia come al solito siamo all’avanguardia e senza rivali, e quindi abbiamo il caso più eclatante di personificazione della politica. Di volta in volta gli scribi di regime si affrettano a tessere le lodi sperticate del nuovo volto col quale il vecchio e logoro potere si ripresenta.
Gli entusiasmo per Monti potevano ancora avere un barlume di giustificazione, trattandosi di un economista (le malelingue dicono che applicando le sue strampalate teorie di salvataggio dell’economia con politiche di austerità ha fatto comunque meno danni che insegnandole ai suoi studenti) ma tant’è , dopo la sua cura tutti i conti sono peggiorati ed i detentori del vero potere hanno dovuto lasciarlo cadere come una mela marcia. Il successore Letta non poteva avere certo maggior successo, come si è visto era una scelta provvisoria in attesa di rimescolare le carte. Infine – per ora – il caso Renzi.
I commentatori esteri non hanno avuto un attimo di incertezza nel valutare sia la persona che i “suoi” programmi (metto fra virgolette poiché di suo evidentemente non c’è nulla, tutto scritto sotto dettatura o malamente scopiazzato).

Abbiamo dunque il caso del galletto ruspante senza scrupoli che sgomitando nel partito senza riguardo con nessuno sale al vertice, osannato dai fedeli che  con ogni evidenza non sanno più a che santo votarsi per uscire dal pantano in cui inesorabilmente è finita la “sinistra”.    
Quando un personaggio diviene caratteristico per  aver introdotto o perfezionato un metodo appare lecito utilizzarne il nome per designare quest’ultimo,  parleremo dunque di “renzismo”. La migliore e più sintetica definizione l’ha data il 25. febbraio  Leonardo Mazzei  “Ma cos'è davvero il renzismo? A giudicare dal discorso di ieri è il nulla circondato dal niente”  (http://sollevazione.blogspot.de/2014/02/renzi-sotto-il-vestito-niente-di.html).

Chi ha a cuore i problemi veri dell’Italia farebbe bene a badare ai fatti e non alle persone, e giudicare dagli atti e non dalle promesse. Per giudicare le probabilità che il nuovo ma vecchissimo governo diretto dal galletto del PD possa avere un qualunque successo nel risolvere anche uno solo dei problemi che assillano l’Italia basta ricordarsi una cosa sola: con chi governa ? Il  vecchio proverbio non è ancora mai stato smentito: “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”.
Dunque se anche ha promesso miracoli, costui per ora ne ha fatto uno solo -  che era preferibile evitare: ha risuscitato un “morto politico” (B., il cavaliere dell’Impunita Evasione Fiscale), e per ottenere il suo scopo non ha esitato a far vittime all’interno del suo stesso partito.
Anche se molti non l’hanno ancora capito o fingono/sperano/si cullano nell’illusione che il Renzismo sia il toccasana, basta una semplice conta delle forze in campo per capire che a governare è ancora una volta il sistema che i tedeschi chiamano della “vitamina B”, laddove “B”  sta per “Beziehungen”, cioè “relazioni”. In Italia casualmente la “B” coincide col nome di colui che ha perfezionato il sistema al punto di permearne l’intera società.
Dietro la faccia/ facciata Potemkin del Renzismo c’è  dunque per i cittadini in generale soltanto il nulla, ma un pochino sotto quel nulla ci sono gli interessi giganteschi della casta che il neo-eletto si presta a servire, e sogno interessi che vanno a spese del Paese spinto sempre più verso la rovina.
È un dato di fatto che già le ultime sciagurate decisioni del governo Letta (il regalo miliardario alle banche fatto votare di forza col metodo della “ghigliottina” privando l’opposizione del diritto di parola, dalla “democraticissima” presidente della Camera Boldrini) sono state immediatamente oggetto di contestazione da parte dell’UE, che ha scritto una lettera all’Italia per violazione delle norme comunitarie.  Da chi promette di cambiar sistema ci si dovrebbe attendere l’annullamento immediato di questa sciagurata legge. Ma è più facile che un cammello …
Che in Italia una larga fascia di elettori sia ormai supinamente devota al “sistema B” non meraviglia,  è anzi comprensibile che le masse incantate da decenni di propaganda di regime senza alternative critiche abbia perduto ogni possibilità di discernimento e voti affidandosi alle promesse secondo l’antico motto “Francia o Spagna purché si magna”.
Ciò che più stupisce e meraviglia è invece la passiva acquiescenza se non addirittura l’aperta ammirazione di tanti che si credevano dotati di spirito critico e di buone capacità di discernimento, che si definiscono progressisti o di “sinistra”, e che pur vedendo cadere una dopo l’altra le pedine che hanno via via osannato (Bersani, Letta), continuano a puntare sull’ultima mascherina che gli si presenta.
C’è tuttavia un aspetto consolatorio: i cittadini Ucraini spremuti da governanti corrotti si sono alfine ribellati (quanto spontanea o pilotata dall’esterno –EU, USA sia stata la rivolta lo sapremo prima o poi) e ora si trovano a rischiare la guerra civile e con la Russia. Confrontando le rispettive situazioni negli ultimi 20 anni, oggettivamente  gli italiani hanno avuto un maggior peggioramento della propria situazione economica rispetto agli ucraini, che certo rispetto al passato non avevano molto da perdere. Ed infatti essi non si ribellano per riconquistare un passato benessere perduto ma affidandosi alla speranza di ottenerne uno migliore entrando nella sfera dell’EU, dove realisticamente al più hanno la prospettiva di andare a sostituire la Grecia come fanalino di coda e per questo rischiamo lo sfaldamento dell’unità nazionale e la guerra civile. Gli italiani saggiamente  rivoluzioni non ne hanno mai fatte e si guardano bene dal provarci.
E ciò perché quando la situazione diviene critica e il malcontento rischia di giungere al punto di rottura puntualmente interviene appunto il “sistema B”, che si basa sulle promesse clientelari, giocando sulla tendenza innata degli italiani all’individualismo. Chiaramente più la situazione è grave, maggiori devono essere le promesse: ecco la base del Renzismo.
Il suo leader ha citato nel suo discorso in Parlamento don Milani: “risolvere i problemi da soli è egoismo, farlo insieme è politica”: ma c’è più di un motivo per credere che il compianto parroco della scuola di Barbiana non intendesse “insieme al cavalier  B.”.   
(Grazaino Priotto, Radolfzelol/Praga, gianavello@atlas.cz)

   


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