Sonntag, 30. Dezember 2018

Una riflessione a volo d’uccello sul periodo dall’immediato dopoguerra ad oggi.   


Ho scritto queste riflessioni dopo la lettura di un articolo dal blog seguente:
Pur dissentendo sempre dalle loro conclusioni, leggo le analisi di questo blog (di due sociologi e giornalisti tedeschi che vivono in Italia)  poiché oltre ad essere in genere obiettive sui fatti (ovviamente selezionati al fine di lodare il PD) aiutano a comprendere il vicolo cieco in cui è finita quella parte della sinistra che si illudeva di  poter rimediare alla corsa verso il disastro con piccoli aggiustamenti e senza il coraggio- non dico di contestare- ma nemmeno di criticare  i tabù come l’Euro e la politica sociale ed economica fallimentare dell’ UE. 

Un dopoguerra o una pausa fra due conflitti ?
Essendo nato nel 1945 appartengo alla generazione che ha vissuto fin dall'infanzia di continui miglioramenti della situazione economica, e ciò nonostante  l'enorme corruzione associata all' incompetenza ed alla mentalità da rapina dei politici tutti che si sono succeduti nei numerosissimi governi. Forse altro non era possibile, essendo l’Italia come il resto d’Europa subordinato in un vassallaggio ferreo da un lato agli USA e dall’altro all’Unione Sovietica. Dunque un’alternanza fra partiti che non fossero ad “Alta Fedeltà Atlantica” era escluso.
In questa impasse sono stati forse proprio la volatilità dei governi ed i lunghi periodi di assenza di governo  a garantire che l'economia e la società italiana non venisse completamente soffocata dai politici corrotti ed incapaci.
Questa situazione tutt'altro che felice ma ancora materialmente tollerabile per la maggioranza degli italiani era venuta meno con la messa in vetrina della corruzione che fino ad allora per accordo fra tutti i partiti veniva tenuta pietosamente velata al gran pubblico. Anche questo fu possibile unicamente perché agli inizi degli anni ’90, dopo la caduta del muro di Berlino, la fine dell’Unione Sovietica (la cui morte venne decretata il Natale del 1991) e la dissoluzione del Patto di Varsavia (31 marzo del 1991),  non era più necessario agli USA sostenere i partiti filo-atlantici benché corrotti fin nel midollo, poiché era cessato il pericolo di una presa del potere in Europa da parte di partiti di sinistra o filo-comunisti.
Invece di un nuovo inizio con risanamento morale della casta politica e cacciata dei corrotti ci fu semplicemente una pulizia di facciata parallelamente ad un riciclaggio trasformista degli stessi gruppi di potere che cambiarono unicamente il nome e le etichette. Caratteristica di quell’epoca,  l’a nascita dal nulla di un partito separatista e xenofobo : la Lega Nord raccolse allora suffragi dichiarandosi contro il Sud e contro “Roma ladrona” (anche se già allora il segretario del partito era sospettato di  finanziamenti illeciti e, come  qualche decennio dopo venne dimostrato, anche questo partito praticava l’identica disciplina sportiva di tutti gli altri, cioè l’appropriamento di fondi pubblici senza scrupoli, nel caso specifico non soltanto pe ril partito ma anche per fini personali della famiglia del leader. Caratteristica di quella che da Lega Nord è divenuta ai nostri giorni semplicemente la “Lega” e che ha raccolto nello stesso prima disprezzato Sud ampi suffragi (a prova della memoria corta degli elettori o della loro disperazione secondo il motto “pur di uscire dall’inferno si viene a patti anche col diavolo”). Il razzismo degli inizi è stato opportunisticamente deviato verso gli immigrati ed i rifugiati, giocando abilmente sul fatto che il PD non essendo stato in grado di ottenere una distribuzione dell’immigrazione fra tutti gli Stati europei  o almeno un massiccio sostegno logistico ed economico per fronteggiare gli arrivi incontrollati.
Il PD  si era infatti limitato a fare appello alla “mentalità dell’accoglienza” (senza interessarsi poi al destino dei malcapitati approdati a Lampedusa)  ed a bollare di barbari e razzisti coloro che non senza ragione chiedevano un controllo dell’immigrazione anche nell’interesse stesso dei rifugiati, per evitare che insieme a poveretti con pieno diritto di asilo arrivassero anche delinquenti di ogni sorta portando acqua ai partiti di estrema destra e xenofobi – come infatti è poi puntualmente avvenuto. 
Il trasformismo come regola immutabile e quasi genetica della politica italiana regalò poi il Paese ad un oligarca, Berlusconi. Una volta tanto si usi questo termine anche per coloro che come nell'ex-Unione sovietica si arricchirono appropriandosi dei beni pubblici - Michail Borissowitsch Chodorkowski e soci colà del petrolio, Berlusconi qui delle licenze televisive con cui poté fondare il suo imperio economico), in ambedue i casi grazie alla connivenza dei politici corrotti. Il parallelo è evidente: avviene nei momenti di vuoto politico: in Russia era l’epoca di Jeltsin, mantenuto al potere alle elezioni che lo davano in pericolo soltanto grazie al massiccio aiuto statunitense ed alle loro interferenze nelle  elezioni russe (https://www.corriere.it/cultura/16_dicembre_31/quando-clinton-investi-1c3dcbea-ceca-11e6-b5e0-7665bdba646f.shtml) .    
L'attuale situazione è esattamente catastrofica come ben descritto nell'articolo del blog al quale ho rimandato. Ho forti dubbi sulle possibilità del capo di Stato Mattarella, personaggio soggettivamente onesto e corretto ma anch’egli vassallo delle decisioni di Bruxelles e impossibilitato ad opporsi – qualora anche lo volesse – contro il diktat della UEG.
Tragico a dirsi, ma come fece già prima di lui l’altro campione di subordinazione all’UEG Napolitano, obbedirà anch’egli ciecamente. D’altra parte l’UEG serve non ai popoli d’Europa ma all’impero d’oltre Atlantico: se è innegabile che l’UE è di fatto subordinata in tutto alla politica teutonica, altrettanto vero è che i governanti tedeschi sono anch’essi semplici marionette al servizio del medesimo Impero, che non a caso per garantirsi la subordinazione degli Stati europei mantiene con la NATO una forza d’occupazione militare estesa fino ai confini russi (contro ogni falsa promessa contraria solennemente dichiarata all’ingenuo e sprovveduto Gorbacev per strappargli il consenso all’unificazione tedesca).
L' UEG ha dalla propria parte (o è al servizio di, secondo i punti di vista) l' onnipotente casta finanziario-industrial-militare in cui la componente tedesca è maggioritaria e quindi può decidere le sorti di qualunque governo nel resto d'Europa. Sí è visto chiaramente questo meccanismo nel caso della Grecia (nel 2015  è bastato chiudere il rubinetto bancario per far capitolare Tsipras),  recentemente nel caso della Francia, alla quale è stato consentito uno sforamento massiccio del bilancio per salvare il governo di Macron, mentre all'Italia contemporaneamente veniva imposto un taglio delle spese per investimenti al fine evidentissimo di indebolire il governo: ma non per farlo cadere,  poiché si temeva giustamente la reazione popolare e nuove elezioni magari in coincidenza con quelle europee e quindi un tracollo dello status quo con l’avanzata inarrestabile dei cosiddetti “populisti”.
A proposito di populismo: se per definizione costoro sono quelli che offrono soluzioni semplicistiche a problemi complessi, chi più “populista” ad es. della cancelliera Merkel, che ad ogni obiezione sbraita semplicemente il mantra “ Non c’è alternativa”: esattamente com avveniva nel Politburo sovietico contro i dissidenti. Un divieto aprioristico non soltanto  di critica alla dissidenza, che sarebbe cosa legittima, ma già del semplice tentativo di immaginare soluzioni diverse da quelle imposte.  Divieto di pensare.    
Poiché dopo tutte le analisi lodevoli del blog citato mai vedo la minima traccia di proposte concrete per cercare di deviare almeno il cammino verso la prevedibile catastrofe, propongo che invece di limitare le critiche ai nemici  si inizi ad analizzare anche gli errori commessi dalle forze politiche amiche (PD).
Scagliarsi contro gli elettori è stato sempre controproducente. La storia ha la tendenza a ripetersi, e non va dimenticato che seppure grazie alla connivenza della lurida monarchia dei Savoia nel 1922 un ex socialista come Mussolini con la regola del trasformismo giunse al potere fondando un Partito Fascista, non mancarono allora i voti popolari e per un periodo iniziale almeno, purtroppo  un forte sostegno di tutte le classi. Non siamo più tanto lontani da questo pericolo e forse, se invece di maledirlo, le forze progressiste o che si ritenevano "di sinistra" avessero preso sul serio i problemi dei cittadini - veri o immaginari - per cercare soluzioni invece di condannare la dissidenza confluita nel M5S, forse oggi non ci si troverebbe nelle mani di una Lega fascistoide alla quale il M5S si è dovuto giocoforza alleare in mancanza di alternative. Se però posso azzardare una previsione:  non se ne farà nulla.
Nella storia come nella vita le occasioni perdute non ritornano e i cambiamenti necessari vengono allora imposti da fatti traumatici. L’UEG non ha voluto riconoscere l’errore madornale commesso con l’introduzione della moneta unica. Né ha capito che la sovranità rapita ai singoli Stati e regalata alle oligarchie finanziarie –industrial-militari con sede a Bruxelles non era alla lunga sostenibile. È chiaro che un organismo privo di legittimità democratica come l’UEG non poteva capire questo semplice fatto. E dunque ha perseverato nell’errore infierendo nelle trattative capestro contro il Regno Unito per presentare il “Brexit” come un grave errore degli elettori inglesi e scoraggiare altri Stati dal tentare analoghe mosse per liberarsi dal giogo imposto dalla cupola mafiosa di Bruxelles. Non servirà a nulla, se non a far crescere i nazionalismi più deteriori in tutti gli Stati europei fino alla dissoluzione di quella UE che nata come ideale di cooperazione fra Stati sovrani è divenuta un mostro insaziabile di dominio e di oppressione dei popoli europei.
La cosa che maggiormente suscita il vomito nei confronti della UEG è il sostegno incondizionato al peggio del peggio, ad es. ai  governi golpisti e nazi-fascisti come quello ucraino (il cui presidente è una marionetta agli ordini del militarismo USA che notoriamente l’anno imposta e riceve dall’UE e dalla NATO il sostegno per bombardare i propri cittadini nelle regioni che giustamente si oppongono al regime fascista della capitale). Ed il silenzio sulle misure razziste e xenofobe dei governi dei Paesi Baltici che vietano l’insegnamento della lingua russa nelle scuole – più fascista di così non si può). Un’UEG che ha attivamente partecipato alla dissoluzione violenta della ex-Jugoslavia riconoscendo immediatamente le istanze separatiste imposte da frange armate, ma che si rifiuta di riconoscere le aspirazioni di indipendenza dei Catalani documentate da un referendum democratico e tace sul fatto che nel cure dell’Europa ci siano nuovamente prigionieri politici (i governanti catalani imprigionati)  mentre con estrema ipocrisia balbetta in continuazione prediche sui diritti umani agli altri Stati (Russia, Cina, Turchia) ha perduto ogni credibilità e merita di fare la stessa se non peggiore fine dell’Unione Sovietica, di cui ha copiato tutti i mali ma nessuno degli aspetti positivi. La stampa stessa assomiglia sempre di più alla “prava” del periodo sovietico: non una  voce discorde, salvo dettagli. E come è venuto alla luce recentemente (finto “scandalo” del settimanale tedesco “Der Spiegel”, un giornalista senza scrupoli ma con indubbie doti letterarie era riuscito ad inventare di sana pianta almeno 60 reportage da zone di guerra o di confini attraversati da rifugiati ricevendo una dozzina di premi giornalistici dai proprietari dei media e dai loro pendant politici che evidentemente così avallavano la costruzione dei fatti e la loro interpretazione selettiva imposta ai lettori degradati a supini sudditi credenti della falsa religione mediatica. 
Economicamente un’istituzione (prostituzione sarebbe più adeguato dire) come la UEG ha penalizzato i cittadini in tutti i Paesi europei su cui con la moneta unica ha potuto mettere le mani, compresa la stessa Germania, dove la mortificazione salariale e il divario fra il crescente numero di meno abbienti e quello ridotto in numero ma in crescita patrimoniale dei benestanti ha raggiunto livelli mai visti in precedenza, e dove ormai un bambino su cinque è in famiglie a rischio povertà,  per non parlare degli altri Stati mediterranei in continua recessione e senza prospettive di crescita.
Se non equità almeno lungimiranza predatrice imporrebbe di limitare queste politiche che possono unicamente condurre alla catastrofe (procedendo secondo la reinterpretazione del settimo comandamento di un noto dramma del Premio Nobel Dario Fo: “Settimo, ruba un po’ di meno”) .
Ma invece di preoccuparsi del vero problema (dal quale tutti gli altri derivano !) e cioè dei  40 milioni di disoccupati presenti nell’Unione, la cricca di Bruxelles  si concentra sui decimali del debito degli Stati disobbedienti agli ordini dello stato guida (che in tedesco si traduce appunto con  “Führer”).
Sappiamo dove ha condotto in passato questa cecità politica coniugata all’assenza non solo di scrupoli morali ma già anche soltanto di buon senso.  
Ma visto che siamo a fine anno posso chiudere con una nota ironica: una coerenza almeno si vede in questa UEG: ai vertici si sono succeduti i peggiori politici immaginabili, coloro che nei loro Paesi di provenienza avevano fallito o ritornativi hanno fatto fiasco (v. l’aspirante cancelliere in Germania, Martin Schulz della SPD, che all eultime elezioni ha fatto sprofondare il partito ai minimi storici.
Il colmo però lo si ha attualmente con un etilico al vertice, uno che in continuazione rivela un’ignoranza profonda della storia europea e privo di doti diplomatiche riapre in continuazioni ferite non chiuse come quella sui territori ungheresi passati alla Romania  (https://hungarytoday.hu/ignorant-juncker-angers-hungarians-with-romania-speech/).
Uno che poi, per compensare, offende anche la Romania mettendone in dubbio la capacità del suo governo a guidare il semestre dell’UE nel 2019. Dimenticando che se si parla di corruzione si dovrebbe guardare anche  e prima di tutto in casa propria: con la norma “cum-ex” sulle tassazioni dei redditi da dividendi - escogitata in Germania - sono stati regalati almeno 52 miliardi di euro dei contribuenti alle banche ed ai loro clienti milionari.
Uno scandalo che in Germania ha condotto a mettere sotto accusa … il giornalista che ha scoperto, documentato e denunciato questa truffa  (alla faccia della libertá di stampa! ). Una truffa che come è evidente è stata possibile unicamente grazie o all’incompetenza o alla connivenza dei politici che avevano introdotto questa scappatoia … legalizzandola!
Un etilico alla guida della cricca a Bruxelles è il simbolo perfetto  di un organismo che vacilla e ha perduto l’ orientamento (ammesso che l’abbaia mai avuto). Ma contali buffoni emerge anche un filo di speranza: che alla fine la storia si possa forse ripetere in farsa e non in tragedia.
Il colmo del ridicolo e della mancanza di pudore si è avuto però pochi giorni or sono quando il presidente Trump ha dichiarato il ritiro dei soldati (e mercenari) statunitensi dalla Siria: comprensibili  le critiche dei “democratici” statunitensi, che sono il vero partito della guerra, e che dopo aver condotto con Obama il mondo ad una nuova guerra fredda (attribuendone falsamente le colpe alla Russia per la rabbia di non aver potuto impiantare la NATO e le basi USA anche in Crimea grazie alla mossa astuta di Putin  che ha evitato all’ultimo momento l’accerchiamento completo della Russia e salvato almeno i cittadini della Crimea dalla guerra civile in corso nel Donbass. E probabilmente allontanato per qualche tempo il confronto armato mondiale con la Russia, da lungo preparato ed altamente desiderato dal complesso “industrial-militare” statunitense, nella vana speranza e con l’obiettivo tanto pazzo quanto criminale di smembrare ed assoggettare la Russia come aveva fatto in combutta con l’UE distruggendo manu armata la Jugoslavia.
Ridicole oltre ogni limite le critiche a Trump per “ritiro di truppe” da parte del coro delle marionette di Bruxelles, preoccupate del “vuoto” lasciato … da truppe di invasione in un Paese sovrano come la Siria, spinto in una micidiale guerra civile dall’intervento nemmeno troppo velato degli USA e di alcuni Stati dell’area anch’essi agli ordini del Pentagono.

Al rifiuto di Obama di potenziare le truppe statunitensi in Siria contro il legittimo ancorché dittatoriale governo  per sostenere i famosi  “ribelli moderati” (quelli che usavano i cerbottana e le pistole ad acqua evidentemente !)  l’allora Ministro degli Esteri USA, una certa Hillary Clinton  aveva presentato le proprie dimissioni per protesta.
Era stessa sconcia figura che si vantava (istruttivo il video:  https://www.youtube.com/watch?v=Fgcd1ghag5Y) del massacro di Gaddafi e della distruzione dello Stato libico (anche qui in combutta con EU e NATO). Se non avesse vinto le elezioni Trump sarebbe lei al potere, e noi tutti probabilmente già in guerra, poiché questa era la marionetta desiderata dai falchi pazzoidi del Pentagono.  
Ammetto di non avere alcuna simpatia particolare per Trump, cosí come detesto fortemente il Salvini nostrano, ma constato che ambedue sono arrivati al potere  grazie all’ottusità degli oppositori, che incapaci di risolvere anche uno solo dei problemi dei rispettivi Paesi, si erano limitati come ancor oggi continuano a fare, ad accusare di incapacità e di razzismo esattamente coloro che seppur in modo inaccettabile propongono soluzioni drastiche e raccolgono consensi proprio fra coloro che avevano invano atteso per decenni soluzioni migliori da parte dei menefreghisti incoscienti che come il PD qui o i democratici obamiani colà avevano soltanto slogan gratuiti da offrire e per questo sono stati giustamente cacciati dal potere. Purtroppo sostituiti  con altrettanti mascalzoni.   

(PS: la mia vista purtroppo si sta riducendo rapidamente: se notate qualche refuso per cortesia segnalatemelo) 
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