L’apoteosi dell’ipocrisia: falso giornalismo come stadio supremo del neoliberismo? Riflessioni sul caso Claas Relotius (Der Spiegel).
Il vero scandalo in riferimento al giornalista Claas Relotius (1) del settimanale
tedesco “Der Spiegel” (2) pluripremiato con i maggiori premi
giornalistici mondiali (3) per aver falsificato o costruito di sana pianta una
sessantina di reportage, in sintonia coi desiderata del sistema, è che questo
operato venga considerato … uno scandalo, quando invece è esattamente la prassi
ordinaria e consolidata della stampa occidentale in toto, escluse le poche
nicchie non allineate al sistema.
Se come appare evidente il neoliberismo rappresenta la mutazione
contemporanea del capitalismo, in analogia a quanto scrisse Lenin un secolo or sono (4), possiamo definire il
pendant ideologico di questo particolare stadio economico come l’era della
menzogna globale, dunque il “falso giornalismo come stadio supremo del
neoliberismo”.
Il falso giornalismo è infatti la componente essenziale con cui il sistema economico neoliberista
dissimula o nasconde le proprie nefandezze e inganna l’opinione pubblica con
un’aggressiva ed onnipresente e coordinata propaganda, senza scrupolo alcuno
nel modificare, falsificare e costruire di sana pianta le narrative desiderate
per giustificare ed imporre come verità unica, con tanto di “interpretazione
autentica” incontestabile ogni azione -
per quanto perversa e criminale essa sia – purché utile al potere globale, che
è poi quello delle multinazionali, della finanza internazionale e dell’apparato
militare occidentale (USA e NATO).
C’è anche la controprova: chiunque, giornalista o pubblicista si rifiuti di
mentire e di diffondere le narrative imposte dai poteri forti, siano questi
dello Stato o di coloro che gestiscono la cosa pubblica per il proprio utile,
viene immediatamente messo a tacere. A titolo esemplificativo, per citare due
degli innumerevoli casi noti, ricordiamo il caso dell’economista e politologo Jacques
Sapir, il cui blog venne chiuso mesi or sono e con ogni evidenza per ordine
diretto di Macron (5), e il
licenziamento della giornalista Natacha Polony (6) per non essere stata “politicamente
corretta”, un eufemismo per non dire che il vero motivo è stata la critica
diretta al sistema “Macronista”.
Natacha Polony, che conduceva un popolarissimo
programma in TV, aveva infatti semplicemente rivelato senza falsi pudori quali
erano i poteri economici e finanziari
che avevano portato al potere Macron. Dunque abbiamo qui la prova che la
macronista “Francia in marcia” cammina, anzi corre verso quella che si
definisce correntemente “dittatura morbida”
(come volgarmente ma realisticamente si dice, è la classica “incu…ta con la vaselina).
Sfogliando gli articoli ed i reportage del
giornalista tedesco al centro dello scandalo si ritrovano tutte le menzogne
contemporanee, presentate con alta capacità narrativa e indubbie qualità
letterarie (7), in particolare i racconti sul colpo di stato a Kiev, ovviamente
presentato come rivolta dei cittadini contro la corruzione ed ansiosi di
ristabilire la democrazia: un reportage con interviste inventate di sana pianta
ma rispecchianti la narrativa imposta dagli USA e dai loro vassalli
nell’UE.
Quello che nessuno dice ma che tutti
possiamo facilmente capire: il caso
Claas Relotius è il classico “falso scandalo”: gli iper-ipocriti di tutti i partiti e di tutte le correnti
prone al potere fingono di scandalizzarsi di un fatto che banalmente è moneta
corrente. Nessun giornalista al servizio del potere può per definizione essere
veritiero, poiché sarebbe una contraddizione in termini: non si è mai visto un
cane che mordesse la mano che lo nutre.
Fino a pochi decenni or sono esisteva qua e là ancora qualche nicchia di stampa di
opposizione, anch’essa da prendere con
cautela e da sottoporre a verifiche incrociate, ma pur tuttavia si trovavano
narrative opposte. Ora si può cercare quanto si vuole, al massimo si trovano
varianti sintonizzate tutte però sulla medesima lunghezza d’onda. E nn è nemmeno necessario mentire
apertamente o inventare le false notizie: è sufficiente selezionare e comporre
il quadro mettendo in rilievo i desiderata del potere e occultando quanto non
concorda con la vulgata ufficiale. Un’ arte simile a quella degli avvocati, che
selezionano i fatti utili alla causa che difendono e presentano al giudice un
racconto come “mondo possibile” in cui
il proprio cliente ha ragione e la parte avversa ha torto. Se escogitato
con ingegno ed evitando che appaiano contraddizioni logiche, indipendentemente
dalla verità sarà questo il discorso che il giudice premia. In termini popolari si dice appunto “vince
chi la sa raccontare meglio”. E poiché
questo degli avvocati è in fondo lo stesso metodo con cui gli scrittori creano i loro personaggi ed i “mondi possibili” dei loro romanzi (e non a
caso moltissimi scrittori, da Goethe a Kafka per non citarne due noti a
tutti, avevano studiato diritto), perché stupirsi che lo facciano anche
giornalisti ?
L'importante è che chiunque ancora legga la stampa contemporanea lo faccia appunto con lo stesso spirito di un lettore di romanzi, sapendo appunto che di fantasie si tratta. In quanto alla ricerca della verità temo che l'unico appiglio rimasto sia il "cui prodest" : a chi viene utile la notizia diffusa. Poiché per ogni notizia diffusa ce ne sono altrettante nascoste che non servono o sono dannose al potere dominante.
(1)
“Spiegel”
significa “ specchio”: in questo caso rispecchia esattamente la vergogna
del giornalismo contemporaneo.
(3)
Österreichischen Zeitschriftenpreis ; „dpa news talent ; v2013, 2015, 2016 und 2018 erhielt
er den Deutschen Reporterpreis,
CNN als Journalist of the Year;
Liberty Award; Konrad-Duden-Journalistenpreises ; Non potevano ovviamente mancare : European Press Prize, né la Chiesa cattrolica poteva essere da meno e quindi
ecco anche il “Katholischer Medienpreis“ e
per massima vergogna il Peter-Scholl-Latour-Preis.
(4)
L’imperialismo
come fase suprema del capitalismo - Империализм, как высшая стадия капитализма, 1917 Leningrado (San
Pietroburgo) .
(6)
https://www.youtube.com/watch?v=2UWC4fVuzQg . Dopo la rivelazione delle falsificazioni gli è stato conferito per burla
il premio “Karl May”, (il “Salgari” tedesco, che scrisse dozzine di libri di
avventure in tutti i continenti
spacciandoli come esperienze personalmente vissute sebbene non avesse mai messo
il piede fuori dalla Germania).
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