Un nuovo sistema politico di origine italiana: il “poltronismo” .
L’Italia (in senso lato, cioè come territorio, a prescindere dalla sua
tarda emergenza come nazione) ha dato al resto d’Europa ed al mondo tante
innovazioni in svariati campi (scienze, cultura, arte). Ciò è vero anche per la
politica: sia nel bene che nel male e piuttosto in quest’ultimo senso
purtroppo.
Il fascismo, nato in Italia nel 1922, è divenuto un termine internazionale, e
di tutti gli –ismi politici è il più diffuso. Ora tocca al nuovo termine (o una
variante del precedente) salire agli “onori” della cronaca (e storia) : il “poltronismo”.
Questo termine indica il più recente stadio di trasformazione (involuzione) della rappresentanza politica.
Caratteristica distintiva di questo nuova concezione e realtà politica è il
meccanismo di auto-perpetrazione dei rappresentanti eletti.
In altre parole la casta al potere h congegnato un meccanismo per escludere
ad aeternum l’alternanza (o renderla unicamente apaprente). Il “poltronismo” ha come obiettivo unico ed assoluto il mantenimento delle posizioni e dei
privilegi raggiunti, e si auto-conferisce il mandato di modificare ogni regola
e legge compresa la Costituzione, pur di escludere ad altri la possibilità di
entrare nella greppia – pardon nel Parlamento.
E come corollario, fintanto che nel Parlamento ancora esistono forze che si
oppongono, vale il metodo della sospensione fattuale del confronto parlamentare
(cioè si governa con decreti e senza dibattiti).
In questo sistema anche
termini noti assumono significati completamente diversi: la “ghigliottina” ad es. , che nel significato
originario sarebbe la macchina assolutamente indispensabile per liberare il
Paese dai delinquenti che l’ hanno preso in ostaggio, è divenuta sinonimo di un
metodo sbrigativo per approvare leggi senza discussione.
Altro aspetto intrinseco al ”poltronismo” è la rielezione di alte cariche dello Stato al
di là di ogni sensata considerazione politica o anche soltanto biologica.
I vantaggi del “poltronismo” sono evidenti: chi si trova al potere
può facilmente fare e disfare a proprio piacimento poiché in qualunque momento
quando corresse il rischio di perdere il potere può ovviare cambiando la legge
elettorale. Sono altresì snelliti gli iter delle leggi, che si possono
presentare ed approvare quasi con un unico atto, oltre tutto con la certezza
della promulgazione ad occhi chiusi da parte della più alta carica(tura?) dello Stato.
Ovviamente devono sussistere alcune condizioni necessarie per poter
instaurare questo sistema:
1)
stampa e mezzi di comunicazione (TV) al servizio
del potere, cosa facilmente ottenibile tramite le sovvenzioni e quindi disinformazione di massa;
2)
inglobamento
delle finte opposizioni nel sistema unico del “poltronismo” e isolamento e diffamazione delle eventuali
vere opposizioni con l’aiuto dei mezzi di disinformazione di massa;
3)
“poltronite” degli elettori: cioè loro incapacità di
opposizione o per stanchezza o per perdita di speranza e rassegnazione. Quest’ultimo
tuttavia potrebbe essere l’anello
debole della catena, poiché il “poltronismo” (aggettivo sostantivato
derivato da “poltrone” nel senso di oggetti su cui sedersi) può sussistere
unicamente grazie alla tolleranza di un elettorato ignavo, cioè appunto “poltrone”
che si rassegna per amor del quieto vivere. Sembra che sia questo il caso
esatto dell’Italia contemporanea.
Le prossime
elezioni del (fasullo) Parlamento Europeo forniranno qualche indicazione sulle
possibilità di diffusione della suddetta novità politica italiana, il “poltronismo”
in tutta Europa. Sussistono infatti ancora dubbi marginali sul livello di
ignavia dei cittadini dei vari Stati europei, ed in alcune nazioni sembra
possano avvenire radicali spostamenti elettorali fra i partiti.
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