Samstag, 10. Mai 2014

 Un nuovo sistema politico di origine italiana:  il “poltronismo” .


L’Italia (in senso lato, cioè come territorio, a prescindere dalla sua tarda emergenza come nazione) ha dato al resto d’Europa ed al mondo tante innovazioni in svariati campi (scienze, cultura, arte). Ciò è vero anche per la politica: sia nel bene che nel male e piuttosto in quest’ultimo senso purtroppo. 
Il fascismo, nato in Italia nel 1922, è divenuto un termine internazionale, e di tutti gli –ismi politici è il più diffuso. Ora tocca al nuovo termine (o una variante del precedente) salire agli “onori” della cronaca (e storia) : il “poltronismo”.
Questo termine indica il più recente stadio di  trasformazione (involuzione) della rappresentanza politica. Caratteristica distintiva di questo nuova concezione e realtà politica è il meccanismo di auto-perpetrazione dei rappresentanti eletti.
In altre parole la casta al potere h congegnato un meccanismo per escludere ad aeternum l’alternanza (o renderla unicamente apaprente). Il “poltronismo” ha come obiettivo unico ed assoluto il mantenimento delle posizioni e dei privilegi raggiunti, e si auto-conferisce il mandato di modificare ogni regola e legge compresa la Costituzione, pur di escludere ad altri la possibilità di entrare nella greppia – pardon nel Parlamento.
E come corollario, fintanto che nel Parlamento ancora esistono forze che si oppongono, vale il metodo della sospensione fattuale del confronto parlamentare (cioè si governa con decreti e senza dibattiti).
In questo sistema anche termini noti assumono significati completamente diversi: la  “ghigliottina” ad es. , che nel significato originario sarebbe la macchina assolutamente indispensabile per liberare il Paese dai delinquenti che l’ hanno preso in ostaggio, è divenuta sinonimo di un metodo sbrigativo per approvare leggi senza discussione.
Altro aspetto intrinseco al ”poltronismo” è  la rielezione di alte cariche dello Stato al di là di ogni sensata considerazione politica o anche soltanto biologica.
I vantaggi del “poltronismo” sono evidenti: chi si trova al potere può facilmente fare e disfare a proprio piacimento poiché in qualunque momento quando corresse il rischio di perdere il potere può ovviare cambiando la legge elettorale. Sono altresì snelliti gli iter delle leggi, che si possono presentare ed approvare quasi con un unico atto, oltre tutto con la certezza della promulgazione ad occhi chiusi da parte della più alta carica(tura?)  dello Stato.
Ovviamente devono sussistere alcune condizioni necessarie per poter instaurare questo sistema:
1)      stampa  e mezzi di comunicazione (TV) al servizio del potere, cosa facilmente ottenibile tramite le sovvenzioni  e quindi disinformazione di massa;
2)      inglobamento delle finte opposizioni nel sistema unico del “poltronismo”  e isolamento e diffamazione delle eventuali vere opposizioni con l’aiuto dei mezzi di disinformazione di massa;
3)       “poltronite” degli elettori: cioè loro incapacità di opposizione o per stanchezza o per perdita di speranza e rassegnazione. Quest’ultimo tuttavia  potrebbe essere l’anello debole della catena, poiché il “poltronismo” (aggettivo sostantivato derivato da “poltrone” nel senso di oggetti su cui sedersi) può sussistere unicamente grazie alla tolleranza di un elettorato ignavo, cioè appunto “poltrone” che si rassegna per amor del quieto vivere. Sembra che sia questo il caso esatto dell’Italia contemporanea.

Le prossime elezioni del (fasullo) Parlamento Europeo forniranno qualche indicazione sulle possibilità di diffusione della suddetta novità politica italiana, il “poltronismo” in tutta Europa. Sussistono infatti ancora dubbi marginali sul livello di ignavia dei cittadini dei vari Stati europei, ed in alcune nazioni sembra possano avvenire radicali spostamenti elettorali fra i partiti.

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