Lenin si è fermato a Cavriago.
Significato e funzione storica di statue e monumenti.
A Cavriago (9700 abitanti) in provincia di Reggio Emilia c'è uno dei pochi busti di Lenin rimasti al mondo, sembra che il leader della rivoluzione del 1917 contro il regime zarista sia stato dichiarato anch ecittadino onorario del paese. Leggo che alle prossime elezioni si giocherà la partita fra PD e M5S, e che quest'ultimo movimento se prevarrá non intende eliminare il busto di Lenin: una saggia decisione.
Non ho mai avuto simpatia per le
statue di personaggi politici o storici, fin da bambino mi angosciavano i crocifissi e detestavo anche
le statue ed immagini dei santi e dell emadonne nelle chiese, che simboleggiavano vite di sacrifici, privazioni se non di martirio. Ancor più mi angosciavano i
monumenti ai caduti delle varie guerre, statue generalmente in atteggiamento eroico-bellicoso per nascondere l'evidenza che il loro sacrificio era servito in realtà a chi li aveva mandati a moripre per i propri interessi.
Ma le statue esistono e svolgono una funzione ideologica, tanto che sono
sempre le prime ad essere piazzate o rimosse quando qualcuno crede di cambiare
il corso della storia (ricordiamo la demolizione della statua di Saddam che
doveva coronare l'ingresso della democrazia USA in Irak, abbiamo visto cosa ne è stato).
Rimuovere la statua di Lenin vorrebbe dire cercare di cancellare un
periodo di storia dell'umanità che pur con tutti gli errori ed orrori
successivi (Stalin) non deve essere dimenticata poiché chi vuole far
dimenticare questo periodo togliendo i simboli di sinistra sono sempre i
fascisti (v. attualmente in Ucraina) che lo fanno per far dimenticare i crimini
delle proprie perverse ideologie razziste.
Un noto storico-sociologo dotato
dell'intelligenza di un'oca e la vista acuta di una talpa aveva creduto di
individuare nella caduta del Muro di Berlino la "fine della storia",
il trionfo del Bene illimitato contro il Male irrecuperabile. Sono passati
pochi anni ed ora anche un bambino si rende conto che non era la fine della
storia ma semplicemente un ... giro di boa, infatti dall'illusione della pace e
cooperazione internazionale gli spudorati detentori di Premi Nobel per la pace
hanno riportato il mondo indietro alla Guerra Fredda.
Pochissimi se ne stanno accorgendo,
ma di fatto abbiamo tutti gli ingredienti della situazione storica del 1929 e
le prospettive di vedere il ripetersi di una tragedia mondiale: crisi economica, competizione coloniale,
revanchismo e ambizioni tedesche in Europa centrale ed orientale (per ora solo
a livello economico). Nessuno può dire fino a quando la Federazione Russa
tollererá di essere circondata militarmente dalla NATO e svillaneggiata con
lezioni saccenti di democrazia da chi - USA e UE - la democrazia la esportano
ma non la praticano: nessun referendum né per euro né per i trattati UE, un
Parlamento Europeo che è una caricatura grottesca di democrazia parlamentare
non avendo alcuna sostanziale funzione legislativa ma unicamente organo di
ratifica di decisioni prese da lobby senza un barlume di democrazia.
Le uniche sculture e statue che mi piacciono sono quelle satiriche, e qui nell azona in cui abito uno scultore (Peter Lenk) molto noto in Germania ha piazzato stature divertentissime e portatrici di significato (chiunque può vederle in internet cliccando ul nome dello scultore). In un bassorilievo ci sono i personaggi politici contemporanei nudi che si masturbano a vicenda ("Global Players), ma la più bella ed ultima opera è la statua di "Europa" rapita da Giove, in omaggio al racconto mitologico: applicata al muro di una casa, nuda, con appesi al seno che la mungono i noti personaggi: Mario Draghi 6 Co.
E nel porto di Costanza c'è la "Bella Imperia", personaggio letterario (Balzac,Les contes drolatiques), una cortigiana amante di un cardinale che avrebbe soggiornato a Costanza durante il Concilio di cui quest'anno ricorrono i 600 anni (vennero detronizzati i tre Papi fra di loro concorrenti ed eletto uno solo per por fine allo scisma). La Bella Imperia tiene a braccia aperte in una mano il Papa e nell'altra l'imperatore, ambedue nudi ovviamente, anche perché storicamente noto che ambedue come il resto dei prelati erano grandi frequentatori di cortigiane (grazie allo zelo tedesco degli impiegati comunali di allora che debitamente registravano per rilasciare i permessi di soggiorno, si conosce anche il numero dei prostitute che accompagnarono i lavori del Concilio, alcune migliaia).
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