La crisi è alle spalle ... ovvero ce l'abbiamo * di dietro !.
* (=nel).
La cosa divertente dei modi di dire e delle frasi fatte è che lasciano il posto a diverse interpretazioni, uno dei meccanismi coi quali le lingue si difendono dalle restrizioni dogmatiche e in questo modo crescono i vocabolari e si modificano i significati.
I venditori di fumo e di menzogne stanno inondando i media con notizie rassicuranti o per lo meno alimentano la speranza ed infine tacciono o dissimulano i dati di fatto negativi che indurrebbero come minimo alla prudenza.
In un certo senso è tuttavia vero che la crisi cosí come l'abbiamo conosciuta finora è finita: infatti dinanzi a noi si prospetta la prossima crisi, non meno grave ma certamente diversa.
La crisi dal 2008 al 2012/13 ha già praticamente finito il suo compito, assicurando a coloro che l'hanno scatenata (il sistema bancario e finanziario corrotto e privo di controlli) i lauti guadagni a spese dei cittadini dei più svariati Paesi colpiti.
Un gigantesco transfer di richcezza dal basso verso l'alto è stato garantito ed ora la prossima crisi avrà il compito di assicurare che, esattamente come negli impianti idraulici le "valvole di non ritorno" o "antiriflusso" i cittadini espropriati possano riprendersi parte del maltolto.
O meglio: i meccanismi di prelievo forzoso ed esproprio dei risparmi nella nuova crisi (che sarà ribattezzata come "periodo di stabilizzazione") saranno appunto resi perenni e sistemici. Insieme alle ancor più perverse e rovinose politiche di impoverimento delle classi lavoratrici tramite la creazione ad hoc di disoccupazione nella misura e nei settori desiderati dal sistema cioé dalla finanza di rapina che a volte si impone anche contro gli interessi del settore industriale ma più spesso e tendenzialmente si associa ad esso nel medesimo scopo se non addirittura non entra in simbiosi e quindi fa della deindustrializzazione in un Paese il presupposto per lo svilupppo di un'indutrializzazione selvaggia in un altro. Non è un caso che ad es. l'Ucraina sia tanto interessante per l'Unione Europea, e che ad es. uno dopo l'altro i Paesi dell'ex blocco sovietico vengano irretiti ad entrare nell'EU se non addirittura nella moneta unica salvo poi a pentirsene amaramente.
I presupposti sono tutti presenti, dal "Fiscal compact" a tutti gli altri meccanismi concepiti per "salvare l'euro" che di fatto nel futuro, qualora i popoli d'Europa non riescano a riprendersi la sovranità ed a cacciare la moneta unica nella pattumiera della storia, saranno perenni meccanismi di salasso dei risparmi e di impoverimento delle masse alle quali non resterà che o l'accettazione del diktat lavorativo imposto dalla finanza o la disoccupazione, il tutto per favorire un'élite di pochi profittatori incoscienti della miseria delle proprie nazioni.
Anche i ridicoli strumenti per il controllo del sistema bancario altro non sono che una foglia di fico sulle vergogne, poiché se si studia con attenzione quanto i burocrati di Bruxell hanno concepito, più che di un meccnismo di controllo si tratta di un colabrodo progettato dalle lobby bancarie intenzionate a continuare "come prima più di prima".
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