Ucraina nuovo avamposto della guerra euro-imperialista ?
La storia
dell’Ucraina è complessa e contradditoria oltre che scarsamente conosciuta e
soprattutto presentata in maniera distorta corrispondentemente agli interessi
della parte in gioco. I fatti sono tuttavia noti e incontestabilii: la prima
dichiarazione di indipendenza, “Ukrajinska Narodna Respublika”, UNR, fu
proclamata il 2. gennaio 1918. Fu una conseguenza involontaria della politica
tedesca nella guerra antirussa. Sollecitato da cittadini ucraini in esilio, le
autorità militari tedesche avevano organizzato una massiccia “scuola di
patriottismo ucraino” reclutando circa 50.000 prigionieri di guerra di quella
regione, ai quali oltre all’insegnamento storico che evidentemente non era
l’aspetto più motivante, avevano impartito lezioni di … socialismo
rivoluzionario promettendo che al termine della guerra avrebbero così potuto
espropriare i grandi latifondisti e divenire possessori delle terre
coltivate. Il tutto era (come anche
avvenuto analogamente per la zona della Lettonia) finalizzato all’indebolimento
della Russia nella speranza di vincere la guerra. In questo senso alcuni
storici parlano dell’Ucraina come un’invenzione della Germania.
Sotto la
dominazione staliniana si stima in circa 7 milioni l’olocausto dei cittadini
ucraini fatti morire di fame e di stenti con la requisizione delle derrate
alimentari ordinata da Stalin.
Nessuna
meraviglia quindi che con l’invasione tedesca durante la seconda guerra
mondiale i nazionalisti ucraini (Organizzazione Nazionalisti Ucraini
(Організація Українських Націоналістів) si alleassero almeno in un primo tempo
alle truppe tedesche per proclamare l’indipendenza dall’Unione sovietica, salvo
poi a pentirsene: durante l’occupazione tedesca ci fu un secondo olocausto di
6-7 milioni di ucraini, accompagnato dai pogrom e dalle liquidazioni di ebrei
da parte delle SS (il più noto quello di baby Jar, ricordato nell’omonimo poema di Evtuschenko).
Sui fatti degli
anni più recenti le informazioni sono note e facilmente reperibili, ancorché da
valutare con estrema cautela secondo le
fonti: gli interessi pro-Europa ed antirussi sono giganteschi, l’Ucraina come
si è visto dal sollecito accorrere dei politici europei nella piazza centrale
di Kiew, è il boccone più ambito per ambedue le parti, certo più di quello che
era a suo tempo la Polonia. Ciò sia per consistenza di popolazione quanto per
materie prime e, in particolare per l’Europa, come serbatoio inesauribile di
manodopera sia qualificata che non, a basso costo. Per la Russia l’interesse
oltre che economico (un quarto degli scambi commerciali ucraini vanno verso la
Russia) è militare e strategico, poiché è evidente che , se anche
temporaneamente accantonato, l’obiettivo europeo è di piazzare le basi NATO
anche
in Ucraina. Il
blocco della firma del trattato pro-Europa chiaramente imposto da Putin
all’Ucraina assomiglia dunque – benché più plausibile e meno pericoloso per la
pace mondiale – al blocco USA che condusse alla crisi di Cuba nel 1962.
I problemi
economici e politici dell’Ucraina sono giganteschi, la corruzione dilagante (ma
dove non lo è in Europa?) e le posizioni spesso contradditorie dei governanti
sono sfruttate da Est e da Ovest in modo indecente. L’attuale ancora Primo
Ministro Mykola Janowytsch Asarow è un caso emblematico anche dal punto di
vista biografico: padre estone, madre russa, moglie ucraina, dimissionario e poi richiamato al suo posto
con rielezione contestata il dicembre del 2012 (molti ricorderanno la rissa in
parlamento) . Un curiosum di cui non
sappiamo il motivo: Asarow è stato nell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro
nel 2010.
Quello che si sa
è l’enorme disorientamento nella popolazione, adescata dalle promesse
dell’Unione Europea, che non si è vergognata di accusare ipocritamente la
Russia di ingerenze quando è arcinoto che foraggia apertamente (e certamente
per canali meno appariscenti) le forze contrarie alla collaborazione con la
Russia, infischiandosene della destabilizzazione del Paese e non potendo
ignorare che fra le forze che sostiene ci sono nazionalisti e fascisti. Una
prova se ce ne fosse ancora bisogno, che la “democratizzazione” dell’Ucraina
altro non è che una volgarissima etichetta di copertura degli interessi in
gioco, di quella finanza dominatrice della politica che dopo aver dissanguato i
Paesi dell’Europa mediterranea punta ora alla conquista dei Paesi dell’Est. Una
democratizzazione che non ha nulla da invidiare a quella operata dagli USA in Irak,
Afganistan, e che speriamo non finisca come quella tutta europea sperimentata
in Libia, con le conseguenze che già conosciamo ma che sono solo un preludio di
ciò che purtroppo seguirà.
Una buona ragione per ricordarsi di questi fatti in occasione delle
prossime elezioni europee.
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