Sonntag, 8. Februar 2015

"IGNOBEL" della vergogna all'UE.

Un tentativo di comprendere la crisi ucraina.

Siamo tutti ridotti a spettatori coatti di un dramma che a volte assume i contorni della Commedia dell'Arte, ma si tratta soltanto di intermezzi di una sanguinosa tragedia greca o sheakespiriana. Possiamo fare ipotesi coi dati che riusciamo a raccogliere, ma il disegno complessivo si sfugge. Non soltanto a noi, ma temo non sia chiaro nemmeno ai registi del dramma.
La questione ucraina come si presenta al momento attuale può risolversi con qualche altra decina di migliaia di morti o degenerare in una guerra come quella del Vietnam. Chiaramente l'intervento USA fa parte di una strategia da lungo pianificata, credo iniziata immediatamente con la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione della Germania. Da qual momento in poi i profittatori del militarismo USA hanno fiutato la possibilità di smantellare la Federazione Russa per poterne fare una serie di vassalli con governi "Quisling" ed impadronirsi delle enormi risorse naturali siberiane. In un primo tempo sembrava che la manovra potesse riuscire con il solo impegno degli oligarchi (Chodorkovsky e soci), che avevano iniziato a svendere negli USA le grandi imprese di estrazione delle materie prime di cui si erano impadroniti nel periodo di enorme confusione e assenza di legalità dell’epoca Jeltsin, l’ubriacone sul quale erano riposte le speranze e gli appetiti dell’Occidente. 
Il disfacimento dell'ex-Juogoslavia era stata la prova generale del futuro intervento contro la Federazione Russa ed avendo funzionato egregiamente (i morti erano quasi tutti locali, quindi per gli USA senza costi umani (questi li aveva sopportati unicamente la sventurata ex Jugoslavia) e anche quelli economici erano ricaduti in gran parte l'Europa (profughi, aiuti per la ricostruzione). Alla fine gli USA con lo smembramento del Kosovo, divenuta grande base militare USA, si erano posizionati strategicamente per le imprese future. La manovra irachena invece non aveva funzionato, soprattutto per la colossale ignoranza della situazione locale degli irresponsabili intorno al presidente burattino Bush Jr. Il controllo dell’Irak doveva servire a garantire una base stabile in quell'area per il successivo attacco all'Iran, ora invece gli USA devono addirittura sperare in un aiuto iraniano per tirarsi fuori dal pantano che imbecillemente hanno creato in tutta l’area. E quindi è scattata la seconda fase, che credo non fosse ancora prevista ora, ma si è resa necessaria per fermare il processo di modernizzazione e crescita economica della Federazione Russa. Il decennio di Putin- Medvedev-Putin ha infatti ricollocato la Russia in posizione forte economicamente e in grado di funzionare anche militarmente (in termini di forza convenzionale, quella atomica non è mai stata messa in discussione), quindi la strategia utilizzata per l'ex Jugoslavia rischiava di non poter più essere utilizzata per smantellare la Federazione Russa.
Di qui l'ansia e gli ingenti investimenti USA (5 miliardi di dollari) per creare la famosa "dissidenza democratica" a Kiev cioè per finanziare i fascisti-neonazisti ex collaboratori hitleriani e creare un governo Quisling (quello di Poroshenko che è infatti se non il peggio dell'orrore?) completamente al servizio del militarismo USA. I costi sono stati scaricati sull'Europa e le sanzioni economiche danneggiando sia UE che Russia sono il pendent economico dell'attacco militare.
Militarmente la situazione è difficile da interpretare, ma un aspetto è indiscutibile: i generali russi stanno agendo con prudenza.
Gli USA avevano con ogni evidenza speculato con un'invasione diretta dell'esercito russo, era la carta giocata dal governo russo con l’autorizzazione chiesta al Parlamento per poter intervenire militarmente in Ucraina in difesa degli interessi della popolazione russofona. La mossa era credibile, ma era unicamente un diversivo,  per facilitare la riunificazione della Crimea con la madrepatria. In Occidente in mancanza di argomenti validi i pecoroni di tutti i governi occidentali si sono stracciate le vesti gridando alla violazione del diritto internazionale, facendo eco al diktat degli USA che invece il diritto internazionale lo violano bombardando ed invadendo a piacimento senza nemmeno sforzarsi di trovare una giustificazione credibile (o mentendo spudoratamente). Con enorme smacco dei militaristi USA e NATO la riunificazione della Crimea è avvenuta in modo incruento e per quanto lo hanno permesso le circostanze, anche democraticamente (si possono fare le pulci ai dettagli, ma di fatto la popolazione voleva ritornare con la madrepatria russa, con cui era stata per secoli unita). Che lo schieramento ai confini delle forze necessarie ad invadere e conquistare l’intera Ucraina fossero una finta lo si è visto immediatamente dopo la riunificazione con la Crimea: Putin ha chiesto al Parlamento di cancellare l’autorizzazione ad usare l’esercito in Ucraina. L’irritazione degli USA è stata enorme, a giudicare dall’incessante campagna mediatica intesa a demonizzare sia Putin che la Russia, e dalla campagna di guerra economica (sanzioni) e militare (aizzando i Quisling installati a Kiev ad inviare truppe per massacrare i cittadini dissidenti.
Era chiarissimo il tentativo di provocare così un’invasione russa (l’episodio dei 50 dissidenti bruciati vivi dai nazifascisti ad Odessa aveva avuto un’eco enorme in Russia, se allora Putin avesse inviato l’esercito in Ucraina avrebbe avuto tutto l’appoggio della popolazione).
Ma anch ein questa occasione e nelle successive occasioni intelligentemente i generali russi non hanno accettato le provocazioni.
Ci sono almeno due motivi per spiegare questa riluttanza. 
Primo: economicamente l' Ucraina non vale purtroppo un fico secco (e dunque il patto di adesione all'UE era una finzione, tanto che è stato messo alla chetichella in quarantena per i prossimi anni), e militarmente i territori del Doinbass  cui agiscono i dissidenti non sono essenziali alla sicurezza russa, dunque i generali russi non hanno interesse vitale a controllare questa zona..
Secondo: in gioco resta unicamente l’ingresso della NATO in Ucraina. E questo è il vero grosso problema. Che la NATO sia arrivata ai confini russi dal lato baltico è sí una provocazione vergognosa per l’ UE che l’ ha consentita contro ogni diversa promessa, ma non costituisce   un grave pericolo per l’Armata Rossa (chiaramente ai generali russi basterá puntare i missili sulle installazioni NATO degli incoscienti Lettoni, Lituani ed Estoni e queste perderanno ogni significato).
Diverso il caso dell’Ucraina,per estensione e popolazione: se anche lí è possibile neutralizzare le basi NATO, c’ è però il Mar Nero con la flotta USA sempre pronta ad intervenire (già era entrata in quelle acque con la speranza di ottenere dal governo Quisling di Keiv le basi in Crimea, il goloso boccone è sfuggito e grande è stata l’ira dei generali USA).
Il conflitto nel Donbass non è assolutamente risolvibile militarmente da parte dell’esercito di Kiev, poiché più la guerra diviene cruenta e aumentano le vittime, più i cittadini ucraini delle regioni ancora controllate da questo governo Quisling tenderanno a ribellarsi, stanchi di dissanguarsi in una guerra assurda importata dall’Occidente (ai cittadini delle regioni occidentali le aree orientali russofone non hanno mai interessato gran che, tanto che tutti i governi corrotti succedutisi dalla fine dell’Unione Sovietica in poi le hanno trascurate, compreso l’ultimo presidente eltto democraticamente che aveva sí il sostegno nel Donbass, ma  soltanto perché gli altri candidati erano peggio di lui. Dunque una guerra che si protraesse per anni e con un crescente numero di vittime e senza “successo” militare potrebbe condurre ad una rivoluzione, il governo di Kiev farebbe la stessa meritatissima fine dei Romanov nel 1917. 
Questo  spiega l’ansia di USA e NATO nel fornire armi per giungere presto ad una soluzione militare, un’illusione ed un’incredibile faciloneria che ricorda l’errore commesso in Vietnam. La pazienza dei generali russi con ogni evidenza non è dettata da paura ma fa parte appunto del calcolo precedente: perché sprecare uomini e forze quando è sufficientemente attendere che il governo di Kiev si autoaffondi alienandosi i cittadini con questa guerra impossibile da vincere militarmente?  Dunque se necessario l’invasione da parte delle forze russe avverrà, ma soltanto quando sarà chiaro che esse verranno accolte come forze di liberazione. Fino ad allora sono più che sufficienti i dissidenti ed i volontari, che certo ci sono (come d’altra parte ci sono documentatamene stranieri – inglesi ed altri – al seguito delle milizie neoazifasciste che spalleggiano – sparando sui disertori – l’esercito di Kiev).           
Resta certo il problema dei cittadini russofoni in queste regioni ucraine, ai quali il nuovo governo die Kiev come prima misura aveva addirittura proibito la lingua madre ed imposto l'uso dell'ucraino. Costoro dei fascisti di Kiev non ne vogliono sapere e poiché in Russia i cittadini con parenti o genitori ucraini sono milioni, per ragioni umane e patriotiche Putin non poteva abbandonarli in pasto ai nazifascisti. Ecco perché le operazioni vanno avanti a rilento, ma con sicurezza: quando per un breve periodo l'esercito di Kiev sembrava prendesse il sopravvento qualcuno ha provveduto e le forze die Kiev sono state ributtate al di là della linea dell' armistizio. Sono convinto che in qualunque momento se i generali russi lo ritenessero necessario le forze dei dissidenti riceverebbero tali rinforzi ed appoggi da arrivare fino a Kiev.
Credo però che ci sia infine un'altra strategia in gioco: l'economia ucraina è alla fine, i cittadini che avevano creduto alla propaganda USA e UE stanno rendendosi conto di essere stati ingannati, invece del benessere hanno solo ottenuto guerra e miseria, e le famiglie ora devono mandare i loro figli a morire per far piacere agli USA. Le migliaia di disertori - tutti in fuga ... in Russia parlano un linguaggio eloquente. Dunque non è escluso che lentamente si formi un'opposizione che rovesci il governo Quisling di Kiev e in Ucraina ritorni la pace - con un governo federale indipendente da USA e da Russia e grandi autonomie per tutte le regioni. Ma certo questa soluzione è una spina nell'occhio alle belve assetate di sangue a Washington, ed ai loro vassalli-vampiri NATO. Quindi se anche si arriverà un giorno ad una pace, temo che sarà molto peggio di quanto abbiamo visto in Jugoslavia, e non è sclusa nemmeno l'ipotesi di un confronto diretto USA-Russia sul modello Vietnam 2.0., cioé con armi USA, soldati NATO, e volontari russi. Che poi sarebbe facile dimostrare che sono ucraini: coi soli cittadini di ascendenza ucraina (padre o madre) in Russia si potrebbe formare un corpo d'armata in grado di liquidare l'esercito di Kiev (che molto probabilmente si dissolverebbe come quello iracheno, le diserzioni lo provano).
Il futuro resta dunque pieno di incognite: l’unica certezza è il ruolo criminale e vergognoso per i secoli a venire giocato dall’ Unione Europea, alla quale in vece del Nobel per la Pace doveva essere conferito l’  IGNOBEL della vergogna per il servilismo sfacciato e volgare al diktat del militarismo USA. Giustamente come disse un' innominabile ambasciatrice di quel paese: “fuc… you, EU”.   

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