Sonntag, 8. Dezember 2013

 “Cavalli (ed asini) di Troika”, la NATO ed i nostalgici della “Guerra Fredda”



Nel 2010 il Parlamento dell’Ucraina a larga maggioranza decise per bloccare il proesso di adesione del Paese alla NATO optando per la posizione di “non allineamento” fra i due blocchi quello “ex-comunista” e quello “capital-militarista”, (uso nuovamente questa terminologia poiché ridivenuta purtroppo attuale, anzi lo è sempre stata ma si fingeva di non vederlo).
L’opinione pubblica in Ucraina è chiaramente contraria all’ingresso della NATO nel  proprio territorio (poiché è esattamente di questo che si tratta, come logicamente ci si può attendere da un Paese che è legato alla Russia per lingua e tradizione, nonostante gli orrori del periodo staliniano (che affamò milioni di ucraini) poiché le repressioni dell’epoca colpirono più o meno tutti i Paesi dell’ ex-Unione Sovietica e quindi non furono percepite come emananti dalla Russia, contrariamente all’attacco hitleriano che fu invece riconosciuto subito come espressione della volontà di dominazione tedesca nonostante in Ucraina esistesse una cospicua minoranza filotedesca.
Dalla fine dell’Unione Sovietica l’Ucraina ha compiuto un percorso a zig-zag, avvicinandosi o allontanandosi dalla Russia in relazione all’avvicinamento o alle prese di distanza dall’abbraccio con l’Occidente. Lo sviluppo economico è stato parallelo a quello della Russia post-comunista, con la formazione di gruppi di oligarchi miliardari, gente che ha saputo impossessarsi del controllo delle risorse energetiche ed economiche sfruttando o la posizione di funzionario del sistema precedente o il caos giuridico del passaggio fra i due sistemi.
A differenza delle Russia, l’Ucraina pur possedendo i minerali per l’energia atomica dipende per altre fonti energetiche (gas, petrolio) dalla Russia – come il resto d’Europa beninteso.
Lo sviluppo economico non è stato per questa ed altre ragioni identico a quello russo, l’Ucraina resta un Paese con larghe sacche di povertà e con una sovrabbondanza di manodopera che ha trovato finora sbocco soprattutto nei Paesi ex comunisti (Repubblica Ceca, Polonia) come pure in Russia.
Che l’Ucraina economicamente possa entrare a far parte della comunità europea è possibile unicamente a lungo termine, un ingresso affrettato porterebbe il Paese al livello della Grecia o di altri PIGS. O forse anche peggio: attualmente il commercio estero è per ¼ con la Russia, e non si vede come l’Occidente potrebbe sostituirsi agevolmente (e soprattutto in termini convenienti per l’Ucraina) al cliente russo.
Sulla base di queste considerazioni appare plausibile il tentennamento, ora sfruttato dai media occidentali per puntare il dito contro la Russia e deviare l’attenzione dai problemi di casa.
La doppiezza dei funzionari EU è rivoltante: alle ingerenze USA (che spiano a tutto spiano a tutti i livelli fino al telefonino della cancelliera tedesca) la reazione è stata a dir poco timida, e ha dato la chiara impressione che più del fattaccio le autorità di Bruxelles e la stessa cancelliera Merkel siano stati dispiaciuti dalla divulgazione della gravissima interferenza.
E’ bastato invece che Putin ponesse l’aut aut: o con noi o con l’UE per far stracciare le vesti ai timidi e subordinati politici europei servi degli USA e della loro NATO scandalizzati per quella che hanno chiamo “ingerenza” negli affari dell’Ucraina. Un  simile coraggio conigliesco lo si sarebbe preferito vedere al momento dell’aggressione USA all’Irak, all’Afganistan, al profondo disprezzo conci gli USA bombardano il Pakistan con le “drone” massacrando civili, e last but not least, per denunciare l’embargo che da oltre mezzo secolo strangola l’economia cubana e anche all’interno degli USA viene giustamente criticato poiché è la colla più forte che tiene insieme il regime cubano ed ottiene infatti il risultato opposto in termini di democratizzazione dell’isola.
Se Reagan fosse attualmente al potere farebbe mettere candeline sulle finestre per manifestare la solidarietà con coloro che a Kiew protestano contro il loro presidente e cercano di farlo dimettere con la forza della piazza. Il pugile Кличко (significativo che anche in italiano si utilizzi la trascrizione tedesca, forse perché costui è notoriamente amico della Merkel) è utilizzato dall’Europa Unita tedescopilotata (che si è affrettata a mandare i propri esponenti a sostegno dei ribelli) come “cavallo di Troika” per staccare economicamente l’Ucraina dalla Russia e sottometterla poi alla stessa stregua di quello che ha fatto finora con altri Paesi (nei quali non trovando “cavalli” si è accontentata di “asini di troika” - per i PIGS bastavano). 
Un ultimo elemento va menzionato per meglio comprendere la dinamica delle falsificazioni in corso: i media occidentali, chi più chi meno, mostrano ai Paesi dell’Europa Orientale un quadro selettivo della situazione economica, minimizzando i problemi creati da uno sviluppo che chiamare distorto sarebbe un eufemismo, e  magnificando invece gli aspetti di benessere e abbondanza di merci, che valgono in realtà per una sempre minore percentuale dei cittadini.
In altri Paesi queste distorsioni dei fatti non attaccano: in Tunisia, Egitto, Grecia, i turisti russi ed ucraini rappresentano (insieme ai cechi ed ai polacchi) almeno il 90 % delle presenze. Gli europei sono ormai le mosche bianche in quei luoghi dove fino ad un decennio or sono erano i principali clienti: salvo tedeschi e scandinavi, ormai i cittadini dei Paesi PIGS compresa la Francia i soldi per le vacanze non li hanno più. Una cosa che dovrebbe far pensare se la propaganda non nascondesse la realtà dei fatti.

Quale potrebbe essere la scelta migliore per l’Ucraina? Chi come il sottoscritto è per l’assoluta indipendenza di tutti i Paesi, la cosa migliore sarebbe lo stato di non allineamento, e la trattativa con tutti i rimanenti Paesi con contratti bilaterali senza correre il rischio di entrare in un blocco o nell’altro. Una distanza identica da tutti è sempre la migliore soluzione. Come del resto è appunto la scelta che fanno tutti i Paesi veramente sovrani, come la Svizzera, la Norvegia, la Svezia, e altri, che o sono fuori dall’imbroglio dell’Unione Europea o almeno si sono tenuta la moneta sovrana.
E la stessa UE, se vorrà sopravvivere, invece che oligarchia di burocrati guidati da lobby ed al servizio dell’economia più invadente (Germania) dovrà ritrasformarsi in associazione di Paesi sovrani e restituire le prerogative ora subdolamente accaparrate per non dire estorte senza un barlume di democrazia imponendo misure coercitive (fiscal compact) che sono in chiara contraddizione con i princìpi del Trattato di Roma.
Altrimenti avremo un’EU che sarà col tempo una brutta copia dell’Unione Sovietica, con la Germania al posto della Russia e gli USA “über alles”.

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