In lode del teodolite
Mi è stato fatto notare che quasi tutte le cose che scrivo sono troppo serie e pessimistiche.
Pur restando convinto che la differenza fra l'ottimista ed il pessimista consiste nel fatto che il primo non conosce ancora tutti i fatti, per divario e passatempo ecco una poesiola da ginnasiale
ricordando gli studi da geometra.
In lode del
teodolite
Negli anni verdi,
da studenti
Imparammo ad usar
questi strumenti
Angoli e distanze
misurando
Triangolazioni
coi logaritmi calcolando
Collimavamo con
teodoliti di gran precisione
La stadia
capovolta per leggerne la graduazione
Poi chiudere si
doveva la poligonale
Con un minimo
errore marginale
E solo per
rilievi di minor natura
Svelti si
procedeva con celerimensura
Ricordi lontani,
quando presente l’occasione
E del docente
sfuggendo all’attenzione
Il teodolite non
sulla stadia si puntava
Ma verso qualche
bella che di lí passava
E che per l’
ottica ragione costruttiva
Ai nostri occhi
capovolta appariva.
Arduo poi era e
complesso il tracciare
Delle strade le
curve senza errare
Forse per questo
a curve d’altro tipo l’attenzione
Nostra con
curiosità era diretta, ed a ragione:
Logico l’
interesse a quell’età e naturale
Che tuttavia poi
nel corso degli anni restò tale
E a volte quasi
quasi sembrerebbe
Che invece di
scemare ancor più crebbe:
Come spiega il
dialetto dei paesi miei
Infatti “a sun pa i crin ca
vegnu vei”.
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