Dienstag, 29. Juli 2014

  Chi sono i veri antisemiti ed i falsi amici di Israele

Nessuno storico degno di questo nome, in nessun Paese del mondo compreso Israele compreso mette otmai più in dubbio l'innegabile verità dei fatti che è all'origine del conflitto in Palestina: la creazione dello Stato di Israele venne concessa dalle Nazioni Unite come compensazione per la passività ed accondiscendenza con cui gli altri Paesi non si erano impegnati a contrastare fin dall'inizio le discriminazioni degli ebrei ed il loro genocidio ad opera dei boia hitleriani.
Che a subire le conseguenze di tale sia stato il malcapitato popolo palestinese è altrettanto innegabile, poiché la menzogna storica con cui venne giustificata l'assegnazione ad Israele del territorio "una terra senza popolo ad un popolo senza terra" è smentita irrevocabilmente dai numeri: al momento della fondazione di Israele cui veniva garantito il 56 % del territorio della Palestina, i Palestinesi erano un milione e mezzo contro mezzo milione di ebrei. 
La storia non perdona nessun errore, prima o poi arriva la resa dei conti e il cammino fino alla catarsi è sempre aspro e doloroso. Apparentemente gli ebrei nel mondo avrebbero dovuto rallegrarsi di avere uno Stato in cui riconoscersi: ma la realtà è risultata ben diversa da quanto sperato, come dimostra il crescente numero di ebrei che nel mondo intero e nello stesso Israele si dissocia dalla sua politica di evidente aggressione espansionistica, di occupazione illegale dei territori palestinesi e dallo stato stesso divenuto regime di apartheid. Da faro di civiltà come era nelle speranze degli ebrei nella diaspora Israele è divenuto un apparato che si regge unicamente con violenza e sopraffazione, che umilia il popolo palestinese in parte rinchiuso nel campo di concentramento di Gaza, per il resto angariato in maniera disumana nei territori occupati, con distruzione delle abitazioni, con le continue aggressioni armate dei coloni, privato fin dell'acqua, derubato dei raccolti che le barriere create ad arte nel territorio occupato rendono di fatto impossibile.
La tragedia attuale, il massacro dei civili di Gaza viene ancora una vota giustificata come "difesa" dai razzi di Hamas, l'organizzazione nata unicamente quando è stato evidente che Israele non aveva alcuna reale intenzione di trattare per la formazione di uno Stato Palestinese, giocando sulla disperazione di un popolo secondo la collaudata formula del "divide et impera" (ed infatti il vero mevente dell'aggressione attuale è stato il riavvicinamento fra Al Fatah ed Hamas, che vanificava la suddetta politica israeliana.   
La tragica ironia della storia mostra da tempo a tutto il mondo che i pregiudizi coi quali per secoli gli ebrei erano stati oggetto di discriminazione e pogrom sono divenuti dottrina e pratica corrente dello Stato fondato invece per mostrare al mondo la nobiltà della civiltà ebraica. Qualcuno l'ha chiamata la "tarda vendetta hitleriana", preferisco definirla più propriamente la "viltà ed ipocrisia dei filosionisti", fra i quali si nascondono certo non pochi veri antisemiti che nel profondo segretamente gongolano del crescente odio antisionista spacciato per antisemitismo nei Paesi musulmani. Che tutti i governi USA abbiano sempre ciecamente ed incondizionatamente appoggiato tutte le aggressioni israeliane è facilmente comprensibile poiché fa parte dello loro storia, non conoscono altro: così come gli USA sono stati creati massacrando e chiudendo in riserve gli indiani, altrettanto appare loro legittimo che Israele massacri e chiuda in riserve i Palestinesi. Che anche l'immeritato Nobel Pace Obama non faccia altro che ripetere lo stanco ritornello del "diritto di Israele alla difesa" è spiegabile con quanto sopra, d'altra parte questo Presidente non può certo opporsi agli interessi delle lobby militaristiche che l'hanno fatto eleggere e che hanno tutto da guadagnare dalle commesse per la fornitura di armi (en passant, lo stesso discorso val per l'espansione della NATO, la vendita degli aerei rottame F35 ai "partner" che inesorabilmente fanno la figura dei fessi).  
Ma ciò che più preoccupa è l'indifferenza del mondo in generale per la sofferenza dei Palestinesi. l'ignoranza della loro storia, l'accumulo di menzogne, la costante e mirata disinformazione non bastano a spiegare la passività con cui la "Comunità internazionale" passivamente assiste ai periodici massacri. Non sappiamo fino a che punto arrivi la paura di essere accusati di antisemitismo, ma certo insieme alla legittima precauzione di dissociarsi dai gruppi fondamentalisti e fascisti, ciò ha finora impedito forti azioni di protesta.
Dai governi di tutti i Paesi europei c'è poco da sperare, visto che sono legati mani e piedi al carro USA (come si vede altrove col ridicolo gioco della sanzioni e dell'isteria antirussa con cui l'UE sta facendo "harakiri" per compiacere gli USA).  
La soluzione del conflitto israelo-palestiniano passa unicamente per le vie diplomatiche mettendo fine ad una ingiustizia storica che non ha più giustificazione alcuna: lo Stato di Israele deve divenire lo Stato di tutti, restituendo sia al milione di arabi palestinesi già presenti nel suo territorio attuale che a tutti gi altri palestinesi la medesima dignità di cittadini, con la fine del . regime di apartheid e la formazione di un governo unico con autonomie federali (del tipo svizzero ad esempio). Che sia un cammino impervio e quasi utopico è innegabile, ma certamente meglio che mantenere uno stato di guerra permanente che non può condurre altro che a sempre maggiori tragedie di cui nessuno può prevedere le conseguenze ultime.  

Keine Kommentare:

Kommentar veröffentlichen