Chi sono i veri antisemiti ed i falsi amici di Israele
Nessuno storico degno di questo nome,
in nessun Paese del mondo compreso Israele compreso mette otmai più in dubbio
l'innegabile verità dei fatti che è all'origine del conflitto in
Palestina: la creazione dello Stato di Israele venne concessa dalle
Nazioni Unite come compensazione per la passività ed
accondiscendenza con cui gli altri Paesi non si erano impegnati a
contrastare fin dall'inizio le discriminazioni degli ebrei ed il loro
genocidio ad opera dei boia hitleriani.
Che a subire le conseguenze di tale sia
stato il malcapitato popolo palestinese è altrettanto innegabile,
poiché la menzogna storica con cui venne giustificata l'assegnazione ad Israele del territorio "una terra senza popolo ad un popolo senza terra" è
smentita irrevocabilmente dai numeri: al momento della fondazione di
Israele cui veniva garantito il 56 % del territorio della Palestina,
i Palestinesi erano un milione e mezzo contro mezzo milione di ebrei.
La storia non perdona nessun errore,
prima o poi arriva la resa dei conti e il cammino fino alla catarsi è sempre
aspro e doloroso. Apparentemente gli ebrei nel mondo
avrebbero dovuto rallegrarsi di avere uno Stato in cui riconoscersi:
ma la realtà è risultata ben diversa da quanto sperato, come dimostra il
crescente numero di ebrei che nel mondo intero e nello stesso Israele
si dissocia dalla sua politica di evidente aggressione espansionistica,
di occupazione illegale dei territori palestinesi e dallo stato stesso
divenuto regime di apartheid. Da faro di civiltà come era nelle
speranze degli ebrei nella diaspora Israele è divenuto un apparato
che si regge unicamente con violenza e sopraffazione, che umilia il
popolo palestinese in parte rinchiuso nel campo di concentramento di
Gaza, per il resto angariato in maniera disumana nei territori
occupati, con distruzione delle abitazioni, con le continue
aggressioni armate dei coloni, privato fin dell'acqua, derubato dei
raccolti che le barriere create ad arte nel territorio occupato
rendono di fatto impossibile.
La tragedia attuale, il massacro dei
civili di Gaza viene ancora una vota giustificata come "difesa"
dai razzi di Hamas, l'organizzazione nata unicamente quando è stato
evidente che Israele non aveva alcuna reale intenzione di trattare per la formazione di uno Stato Palestinese, giocando sulla disperazione
di un popolo secondo la collaudata formula del "divide et impera" (ed infatti il vero mevente dell'aggressione attuale è stato il riavvicinamento fra Al Fatah ed Hamas, che vanificava la suddetta politica israeliana.
La tragica ironia della storia mostra da tempo a
tutto il mondo che i pregiudizi coi quali per secoli gli ebrei erano
stati oggetto di discriminazione e pogrom sono divenuti dottrina e
pratica corrente dello Stato fondato invece per mostrare al mondo la
nobiltà della civiltà ebraica. Qualcuno l'ha chiamata la
"tarda vendetta hitleriana", preferisco definirla più
propriamente la "viltà ed ipocrisia dei filosionisti", fra
i quali si nascondono certo non pochi veri antisemiti che nel profondo segretamente gongolano del
crescente odio antisionista spacciato per antisemitismo nei Paesi musulmani. Che tutti i governi
USA abbiano sempre ciecamente ed incondizionatamente appoggiato tutte
le aggressioni israeliane è facilmente comprensibile poiché fa
parte dello loro storia, non conoscono altro: così come gli USA
sono stati creati massacrando e chiudendo in riserve gli indiani,
altrettanto appare loro legittimo che Israele massacri e chiuda in
riserve i Palestinesi. Che anche l'immeritato Nobel Pace Obama non
faccia altro che ripetere lo stanco ritornello del "diritto di
Israele alla difesa" è spiegabile con quanto sopra, d'altra
parte questo Presidente non può certo opporsi agli interessi delle
lobby militaristiche che l'hanno fatto eleggere e che hanno tutto da
guadagnare dalle commesse per la fornitura di armi (en passant, lo
stesso discorso val per l'espansione della NATO, la vendita degli
aerei rottame F35 ai "partner" che inesorabilmente fanno
la figura dei fessi).
Ma ciò che più preoccupa è
l'indifferenza del mondo in generale per la sofferenza dei
Palestinesi. l'ignoranza della loro storia, l'accumulo di menzogne,
la costante e mirata disinformazione non bastano a spiegare la
passività con cui la "Comunità internazionale"
passivamente assiste ai periodici massacri. Non sappiamo fino a che
punto arrivi la paura di essere accusati di antisemitismo, ma certo
insieme alla legittima precauzione di dissociarsi dai gruppi
fondamentalisti e fascisti, ciò ha finora impedito forti azioni di
protesta.
Dai governi di tutti i Paesi europei c'è poco da sperare,
visto che sono legati mani e piedi al carro USA (come si vede altrove col
ridicolo gioco della sanzioni e dell'isteria antirussa con cui l'UE
sta facendo "harakiri" per compiacere gli USA).
La soluzione del conflitto israelo-palestiniano passa unicamente per
le vie diplomatiche mettendo fine ad una ingiustizia storica che
non ha più giustificazione alcuna: lo Stato di Israele deve divenire
lo Stato di tutti, restituendo sia al milione di arabi palestinesi
già presenti nel suo territorio attuale che a tutti gi altri
palestinesi la medesima dignità di cittadini, con la fine del .
regime di apartheid e la formazione di un governo unico con autonomie
federali (del tipo svizzero ad esempio). Che sia un cammino impervio e quasi utopico è
innegabile, ma certamente meglio che mantenere uno stato di guerra
permanente che non può condurre altro che a sempre maggiori tragedie
di cui nessuno può prevedere le conseguenze ultime.
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