Dienstag, 15. April 2014

 Primo Levi e la lezione non capita 

 In un suo recente post Beppe Grillo ha attualizzato il famoso passaggio tratto da "Se questo è un uomo" di Primo Levi, il notissimo atto di accusa contro l'acquiescenza, l'ignavia e la complicità della stragrande maggioranza della società tedesca durante la dittatura nazista, tutti sapevano ma fingevano di ignorare e non reagirono di fronte ai crimini nazisti salvo pochissimi casi di grandissimo coraggio (es. i fratelli Scholl, che pagarono con la vita la loro resistenza).
Tutti gli imbecilli e farisei che hanno criticato Grillo per aver richiamato il messaggio atemporale ed eterno di Primo Levi e si sono straccite le vesti chiamando profanazione quella che invece è un omaggio rispettoso al testo di Primo Levi, nella loro stolta reazione si tradiscono rivelandosi esattamente appartenenti alla categoria degli ignavi di cui appunto parla il testo.
Probabilmente costoro non hanno letto né il libro né gli altri romanzi di Levi, altrimenti avrebbero capito che l'autore non guardava semplicemete al passato per condannarlo ma parlava per il futuro: la denuncia della barbarie e della degradazione umana ad Auschwitz era non solo una riflessione sull'Olocausto ma una messa in guardia contro il ripetersi della barbarie, per tutti i casi in cui, come appunto nell'Italietta dei poteri mafiosi, sostenuti da bigotti e corrotti privi di dignità, una società perde il senso della dignità umana.
Certo che coloro ai quali il messaggio era ed è dedicato preferirebbero vederlo limitato al passato, perché sanno anche se fingono di non capirlo, che sono loro gli imputati della perversione politica, sociale e culturale in cui è precipitata l'Italia: a causa della loro ignavia o complicità.
Un ringraziamento dunque a Beppe Grillo per aver ricordato l'attualità perenne del nobile testo di Primo Levi.

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