Il garzone del macellaio ?
Intorno alla figura di Donald Trump si erano polarizzate sostanzialmente due fazioni: coloro che si attendevano da lui la soluzione di tutti o quasi i problemi del mondo e coloro che lo demonizzavano e che avrebbero preferito al suo posto o prolungare il mandato ad un vegliardo affetto da demenza senile o una comparsa sorridente dietro cui c'era il niente.Gli elettori statunitensi votarono Trump probabilmente non tanto per convinzione sulle capacità del candidato repubbliicano ma piuttosto per esprimere la propria contrarietà ai presidenti di ambedue i partiti che dal dopoguerra ad oggi altro non hanno fatto che iniziare o aggravare conflitti in tutto il mondo, con azioni coperte di cambio di regime o con aggressioni aperte giustificate con la somma ipocrisia dell'esportazione di democrazia.
Ma a pochi mesi dall'elezione coloro che avevano riposto tutte o quasi le speranze in Trum si vedono sconfessati dai fatti: non soltanto le guerre in corso continuano ma altre iniziano (Pakistan-India).
E dunque la testardaggine dei fatti impone di riconsiderare il ruolo non della persona ma della funzione: che cosa può fare e cosa no un presidente statunitense.
Visto in questa ottica appare innegabile che nessun presidente statunitense `ha mai potuto opporsi ai disegni di occupazione ed espansione dei territori illegalmente occupati dallo stato sionista. Ci aveva provato J.F.Kennedy, che assolutamente voleva impedire ad Israele di costruire l'armamento atomico: sappiamo come è finita.
Sappiamo anche che nessun parlamentare statunitense può arrivare o se ci è arrivato restare senza l'appoggio finanziario e mediatico dello stato sionista.
Premesso che l'obiettivo di questo stato (valga uno per i molti storici israeliani a documentarlo fin nei dettagli , Ilon Pappé ) fu sempre fin dall'inizio l'occupazione totale della Palestina e la deportazione di tutti i suoi abitanti, sono cambiati unicamente i metodi, viuolenti e spietati sempre ma con un ceerto ritegno per motivi diplomatici. Con l'attuale primo ministro sono cadute tutte le maschere, sparito ogni ritegno e scrupolo morale, quindi siamo dinanzi ad un genocidio, come lo chiamano ora anche gli stessi cittadini israeliani che si oppongono al proprio governo, per non parlare degli ebrei nel mondo che guardano inorriditi a ciò che vergognosamente viene commesso che è l'opposto della vera tradizione pacifista ebraica.
La cosa che più colpisce è il servilismo crescente dei Presidenti USA nei confronti della sfrontata arroganza dei sionisti: finanziano, forniscono armi e ogni altro aiuto richiesto e vengono trattati appunto come un macellaio tratterebbe un garzone (quando ancora non c'erano i sindacati a proteggere la categoria).
Questo aiuta a capire perché nemmeno in merito al conflitto in Ucraina nessun presidente USA può fare molto: anzi sempre meno. Infatti anche questa guerra è un conflitto per procura contro la Russia, come quello del Vietnam e quello in Afganistan. Ma al contrario di quanto avvenuto in questi due casi citati (e in altri analoghi) i Presidenti USA hanno perduto ulteriore potere nei confronti del partito trasversale, quello delle guerre infinite. In Vietnam, quando anche l'ultimo sprovveduto aveva capito che la guerra era perduta si era trovato un modo non forse elegante ma diplomatico di chiudere la partita.
In Afganistan fu la medesima cosa, parlare di vittoria vicina e poi scappare senza aver ottenuto nulla altro che morte e distruzione.
La guerra in Ucraina era stata da lungo programmata (non si contano i libri di politologi USA che prefiguravano le buone occasioni per completare con successo l'operazione Barbarossa (usando questa volta non i tedeschi ma gli ucraini come carne da cannone).
I fatti sono tuttavia testardi e ormai il resto del mondo ha capito tutto: si sa chi ha voluto la guerra circondando la Federazione Russa con l'espansione NATO, col colpo di stato a Kiev nel 2014, armando poi l'Ucraina come già fosse un membro effettivo della NATO o anche più.
Come corollario sono stati aizzaticontro la Russia i Paesi Baltici, da sempre in larga misura filonazisti ed ora russofobi per cambiare l'etichetta (ma intanto distruggono nel loro territorio tutti i monumenti alla sconfitta del nazismo !) che praticano l' apartheid contro i cittadini di lingua russa fino ad escluderli dal voto e cancellando la lingua russa dall'insegnamento.
Non è un caso infine che l'unico gruppo di cani sciolti - l'Unione Europea - continui a professare il credo della sconfitta della Russia e della necessità di combattere fino all'ultimo ucraino, abbia scelto come rappresentante una politica baltica il cui unico pregio è la russofobia più ferocemente volgare.
Dunque vista l'impossibilità dei presidenti statunitensi di togliersi dall'impaccio come avevano fatto in Vietnam o Afganistan, tocca al resto del mondo mettere fine al macello. Se non si può contare sui garzoni occorre cambiare negozio.
I BRICS ed in particolare la Cina (che di fatto è già la nuova superpotenza che ha soppiantato gli USA)
appaiono dunque insieme l' unico gruppo in grado di far finire la guerra.
Non sono ancora chiare le modalità: una potrebbe essere l'attesa della capitolazione e la fine dell'Ucraina come stato sovrano (cosa che già dal 2014 più non è).
A questo progetto sta lavorando alacremente e suo malgrado l'UE continuando a illudere con una possibile vittoria ucraina (cioè sconfitta militare della maggiore potenza atomica mondiale) gli oligarchi al potere in Ucraina ed il loro "mediocre attore" (come lo definì Triump) ed ex presidente di diritto decaduto.
Nulla è certo salvo un punto: a morire continuano ad essere gli Ucraini ed i russi, a rovinarsi economicamente sono gli Europei, a guadagnare sono le multinazionali che hanno già comprato tutte le terre agricole dell' Ucraina e ora si sono impadroniti anche delle risorse minerarie ("terre rare").
Ancora una volta un capovolgimento storico: la "culla delle civiltà" (Europa) sta divenendo la bara (economica per ora ma chissà se non si ferma in tempo la follia) dei vassalli dell'Impero in decadenza (USA). Non sarebbe il primo caso in cui il disfacimento di un impero trascina con sè nel vortice anche gli sciocchi vassalli.
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