Mittwoch, 19. Februar 2014

 Ucraina allo sbando ?

Somalia, Libano,  Serbia, Afganistan, Irak, Libia, Malí… Ucraina ? 

Con o senza diretto intervento ma sempre in piena sintonia con gli USA, l’EU ha sostenuto o partecipato alle aggressioni recenti e meno recenti sempre col pretesto di  portare pace o democrazia in casa altrui. Quando serviva un intervento urgente per fermare un genocidio come in Ruanda, nessuno però si è mosso: lo sfortunato Paese non aveva petrolio né interessi strategici da offrire.
IL caso dell’Ucraina dovrebbe tuttavia preoccupare in particolare gli europei poiché una guerra civile in quella regione al confine con la Russia può avere sviluppi e conseguenze gravissime per la pace nel mondo.
Dopo la nota telefonata della funzionaria USA intercettata e diffusa dai servizi russi evidentemente, sappiamo che il “Fuck EU” (da tradurre con “fottiti UE”)  significa l’esistenza di un prepotente desiderio USA di destabilizzare le zone confinanti con la Russia e attirare nell’orbita europea quale primo passo verso l’ingresso nella NATO anche l’Ucraina.
E’ comprensibile che i tentennamenti dell’Europa infastidiscano gli attuali governanti USA, cioè le oligarchie finanziarie e l’apparato dell’industria militare di cui con ogni evidenza Obama è succube, poiché rischiano di perdere una preziosa occasione di profitti straordinari, e sono già molto irritati certamente per  aver visto sfumare l’affare che credevano già in porto, ovvero l’attacco alla Siria.
Gli Ucraini che si battono per rovesciare il loro governo hanno ragioni da vendere, poiché si tratta di un’oligarchia corrotta e priva oggettivamente di legittimità. Ma i metodi attuati non sembrano quelli destinati al successo. E soprattutto le forze in campo non perseguono i medesimi obiettivi, democratici veri sono affiancati se non strumentalizzati da forze ultranazionaliste fascistoidi che mirano o alla presa del potere antirussa ad ogni costo senza scrupolo alcuno per l’inevitabile sfascio al quale condurrebbero il loro Paese.
Le rivoluzioni nei Paesi staccatisi dall’ex blocco sovietico sono avvenute in maggioranza in maniera incruenta o quasi (Solidarnosz in Polonia, “rivoluzione di velluto” in Cecoslovacchia, seguita dalla consensuale separazione delle due repubbliche Ceca e Slovacca, che è bene ricordare avevano celebrato il loro “matrimonio di interesse” unicamente per fondare uno Stato sufficientemente forte dopo lo sfascio liberarsi dall’Impero Austro-Ungarico.
Anche in Romania la rivoluzione che condusse alla fine del regime di Ceaucescu fu relativamente poco sanguinosa e soprattutto rapida.
Il caso della ex-Jugoslavia meriterebbe una discussione a parte poiché era uno Stato non allineato e fuori dall’influenza sovietica ma di impossibile tenuta poiché le diverse etnice erano state sopraffatte da una di esse, e come avvenne la liberazione ed il distacco è purtroppo ben noto.
L’Ucraina dopo la “rivoluzione arancione” aveva la possibilità di avviarsi su una strada che con l’indipendenza ne poteva garantire uno sviluppo economico soddisfacente: purtroppo hanno prevalso anche colà, come in Russia, nel passaggio confuso dall’economia comunista a quella capitalista,  i profittatori divenuti oligarchi a spese della maggioranza ma soprattutto privi di motivazione a promuover il vero sviluppo del Paese e  interessati unicamente ad impadronirsi dei beni comuni.
Contrariamente a quanto avvenuto in altri Paesi come Polonia o Repubblica Ceca, l’Ucraina non aveva mai avuto un attimo di governo democratico né una vera identificazione nazionale.
Non mancava certo l’aspirazione a divenire una nazione degna di rispetto, staccata dalla Russia, tant’è che ci furono gruppi consistenti disposti addirittura a collaborare coi nazisti pur di liberarsi dalla Russia.
Difficile dire quale può essere il futuro dell’Ucraina ora che  gli avvenimenti precipitano conducendo ad una guerra fratricida senza vincitori ne vinti come si rivela ora il caso dell’opposizione in Siria.  
 
Affinché questo non sia presto il destino dell’Ucraina occorre che lungi dal mettere gli uni contro gli altri sia EU che Russia si accordino per una soluzione nell’interesse di tutti – meno gli USA. Senza il timore di trovarsi la NATO ai confini la Russia più facilmente potrebbe accettare un allargamento dell’UE all’Ucraina, ma in collaborazione e non certo in opposizione. In fondo Paesi come Repubblica Ceca e Polonia commerciano sia con l’ UE che con la Russia:  “pecunia non olet”.
Invece si soffiare ul fuoco e lanciare vaghe e insostenibili promesse illudendo gli Ucraini, l’UE doveva (e tanto più deve ora) agire da paciere sostenendo sì le forze democratiche in un cammino graduale verso l’autonomia vera dall’influenza russa, ma distanziandosi senza mezzi termini dai gruppi fascistoidi che stanno prendendo ora il sopravvento. La posizione europea avrebbe dovuto essere, quale risposta al “fuck EU” statunitense un chiaro  “this is none of your business” rivolto agli USA.  

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