Freitag, 1. Februar 2013

Riflessioni sui sistemi bancari europei in relazione al diktat di Bruxelles ed alla crisi finanziaria

Come l'appropriazione neoliberista della politica comunitaria sta conducendo alla rovina anche i sistemi bancari, e perché alcuni meglio resistono (e sono quelli meno servili e zelanti nell'applicazione delle pazzie bruxelliane).   
 Inizia qui una riflessione sui rapporti fra crisi finanziaria, economica e modifiche del sistema bancario europeo imposte dai burocrati neoliberisti che si sono impadroniti delle leve di comando dell'Europa Unita e ne stanno affossando insieme all'economia ed alla finanza anche la libertà di decisione democratica.
L'Europa dei Popoli è stata archiviata, serve soltanto per le celebrazioni dei trattati storici ma di fatto i suoi ideali sono stati calpestati e derisi, di fatto non esistono più se non nel ricordo.
Al suo posto abbiamo dinanzi agli occhi l'Europa degli speculatori finanziari ed industriali che di fatto hanno il vero potere decisionale grazie alle loro lobby (in media ogni deputato europeo ha 20 lobbisti fra le pa..e, ce ne sono 15.000 a Bruxelles).
Premetto che se le mie analisi sono fondate, o le nazioni europee riescono a scrollarsi di dosso i pazzoidi, incompetenti e incoscienti burocrati di Bruxelles e a rimettere in piedi il disegno originario dell'Europa Unita o è molto meglio che questo mostro burocratico venga sgonfiato e ogni nazione proceda sul proprio cammino democratico coordinandosi con trattati bilaterali e multilaterali conle altre, ma senza cedere un briciolo di potere decisionale a istituzioni come l'attuale commisisone europea o il relativo parlamento, che sono in realtà una caricatura oscena della democrazia.
Per capire i problemi occorre poter confrontare dati affidabili se non sempre certi e indiscussi, e quindi nei prossimi capitoli tratterò i sistemi bancari dell'Unione europea nell'otticadei rapporti e proporzioni  pubblico - privato, prima e dopo il fatale diktat di Bruxelles.

 Capitolo 1. Il sistema bancario tedesco e quello italiano a confronto

 La fatale decisione di privatizzazione delle banche europee. Non tutte le nazioni l'hanno supinamente o servilmente adottata (la Germania no) ma l'Italia purtroppo sí: e dal banco Ambrosiano al Monte dei Paschi per tralasciare altri casi meno clamorosi, non c'è molto da aggiungere sui "vantaggi" che ne sono derivati.
Infatti i buchi giganteschi nei capitali delle banche in parola non sono che l'altra faccia della medaglia: come in chimica ben disse Lavoisier "nullal si crea nulla si distrubbe", anche in economia i capitali non spariscono ma cambiano semplicemente di tasca. Quindi siamo sempre di fronte ad una rapina, per usare il termine giusto: ovviamente non parliamo della rapina in una banca, che è cosa da dilettanti come fa dire B. Brecht a Macky Messer nell' Opera da tre soldi, ma appunto della fondazione di una banca. Termine che calza benissimo poiché appunto la pazzia di Bruxell è stata realizzata in Italia tramite le "fondazioni bancarie", mostri giuridici e come si vede, macchine da rapina.
 (continua)



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