"Debolezza” o crollo economico in Europa ? Il caso tedesco.
Per capire le dimensioni dell’attacco spietato degli USA (assecondati dalla “perfida Albione”) all’Europa, ecco un eloquente esempio che riguarda il Paese di punta, la cosiddetta locomotiva d’Europa, quello che vantava di essere il “campione mondiale delle esportazioni” e che ora ha la bilancia commerciale in passivo, per la prima volta da tre decenni : la Germania.
Per capire le acrobazie contabili e le misure stravaganti per coprire alla popolazione il disastro e non dover ammettere che cosí è perché lo chiede il Padrone d’oltre Atlantico, il governo tedesco ha presentato in Parlamento una legge per garantire un freno agli aumenti dei costi energetici, stanzianod 546 miliardi di euro fino all’Aprile 2024.
Interessante la differenza fra sovvenzioni ai privati ed alle industrie . Ai privati lo Stato paga la differenza fra il tetto massimo stabilito 12 centesimi per kWh (1m3=10kWh) invece dei 18 centesimi attuali al prezzo di mercato. Alle industrie il prezzo massimo è di 7 centesimi, lo Stato copre il resto rispetto al prezzo di mercato, dunque 1/3 sovvenzioni ai privati, 2/3 alle imprese. Il finanziamento di questa legge è ancora più curioso: il governo si ripromette di ricavare parte dei fondi tassando una parte dei profitti dei distributrori di energia. Quindi da un lato permette che approfittino della situazione per arricchirsi, dall’altro promette una tassa eventuale sui maggiori profitti (ma la tassa c’è già sui profitti, quindi è un gioco di parole acchiappacitrulli per non dover ammettere che è impossibile intervenire bloccando la speculazione, che è purtroppo per il governo , fuori tiro cioè fuori confine).
Infatti i distributori tedeschi sono miseramente falliti: UNIPER, che commerciava quasi esclusivament gas russo, che dopo le idiote sanzioni antirusse, dovendo far fede ai contratti di fornitura a privati ed industrie, doveva approvvigionarsi altrove e stava perdendo 200 milioni di euro al giorno.
Dunque lo Stato si è fatto carico del fallimento di UNIPER, i costi del fallimento passano al contribuente, verranno recuperati con riduzione di investimenti sociali e con l’inflazione … che colpirà ancora una volta maggiormente i meno abbienti. Per far fronte alla prevedibile crescita del numero di cittadini al di sotto della soglia di povertà ecco infine un limitato “reddito di cittadinanza” (“Bürgergeld”), una forma di sostegno ai più bisognosi ma con tanto di multe per chi però rifiuta di lavorare, cosa che va letta nel senso inverso, cioè ulteriore stretta per costringere chi si trova nel bisogno ad accettare qualunque attività offertagli dagli uffici di collocamento per non essere decurtato del sostegno e aoiuto all'industria ed alle imprese che potranno più facilmente contare sulla moderazione salariale.
E per quanto infine riguarda le prospettive dell’industria, in particolare quella chimica ma non solo, sono eloquentissimi sia le ragioni che gli obiettivi del viaggio in Cina dei maggiori industriali tedeschi, che hanno accompagnato il Cancelliere Scholz (e non viceversa). E sottolineiamo : in Cina e non negli USA, ecco il punto.
Potendo gli industriali sarebbero andati anche in Russia, questo sarà il prossimo viaggio (o meglio, se ci vanno - eccome che ci vanno - lo fanno per ora senza troppa pubblicità).
Dunque invece di “debolezza d'Europa” come si limitano a definire la situazione gli scribi dei quotidiani mainstream, siamo di fronte ad una disfatta di cui non si vede ancora tutta l’ampiezza ma comunque di dimensioni mai viste dal primo dopoguerra.
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