Come l’Italia e altri Paesi mediterranei finirono nel baratro dell’euro. E come potrebbero cominciare a preparare vie d’uscita.
E perché l’UE non ha né moralmente né economicamente alcun diritto di sanzionare il bilancio presentato dall’attuale governo italiano.
Tesi:
1) La moneta
unica fu una decisione politica priva di fondamento economico, anzi contraria a
tutti gli argomenti che possono giustificare un accordo monetario. Non fu un
matrimonio d’amore né tanto meno d’interesse ma una prostituzione organizzata
da una banda di ruffiani (gli stessi che ora dominano l’UE tramite troika e
simili marchingegni).
2) La decisione
espressamente politica venne presa per favorire alcuni Stati a danno di altri
(Germania e – ma si illudeva - Francia) .
3) L’uscita
dall’euro è altamente problematica. Al limite impossibile senza un metodo
miracoloso. Se si paragona l’UE ad una
baldracca (vogliano le baldracche scusare il
paragone), l’euro è l’AIDS che si contrae nel rapporto sconcio con essa.
Solo alcuni Stati si sono saggiamente astenuti da un rapporto completo senza
precauzioni (Paesi scandinavi e dell’Europa dell’Est (Rep. Ceca, Polonia,
Romania) : tutti questi Stati hanno subito meno disastri nel momento della
crisi 2008. Come per l’AIDS, in attesa di un farmaco miracoloso si possono
unicamente combattere le conseguenze dell’infezione e mantenere in vita
l’economia dei Paesi vittime dell’infezione.
4)
Le misure
palliative indispensabili fino alla soluzione definitiva (cioè della fine
dell’insensato esperimento dell’euro) devono essere prese nell’ottica della
de-eurizzazione delle economie europee.
5) Qualora
un’uscita concordata dall’euro non sia realizzabile per le evidenti resistenze
di chi dall’esperimento ha tratto profitto, occorre prevedere scenari
alternativi (che non mancano). Due sono
immediatamente possibili senza entrare in conflitto con l’UE:
a)
poiché il
problema maggiore (e di qui lo la speculazione sullo “spread”) è il debito
detenuto da stranieri (infatti il Giappone che ha un debito sovrano del 200 %
del PIL non ha problemi poiché è praticamente tutto debito interno),
l’emissione di obbligazioni a termine fra gli uno ed i cinque anni, in euro ma
acquisibili e commerciabili soltanto da residenti in Italia, con garanzia del
valore nominale alla scadenza, trasferibili in qualsiasi momento ma sempre e
soltanto in Italia. Per la commercializzazione di queste obbligazioni l’Italia
potrebbe aprire una “good bank” (l’UE ha permesso alla Germania di trasferire i
debiti delle banche in bancarotta nel 2008 alle “bad bank”, dunque non potrebbe certo opporsi a questo progetto).
b) Emissione di serie di obbligazioni
parzialmente convertibili in oro (es. al 50 %) per durate decennali o maggiori, anch’esse garantite per il valore
nominale alla scadenza e commerciabili soltanto in Italia. È chiaro che essendo
riconvertibili o nell’euro o nella nuova lira (a scelta ), queste obbligazioni
sarebbero il passaggio finale dall’euro alla lira. Un passaggio sul quale i
detentori di obbligazioni avrebbero ampia possibilità di scelta dei tempi. La
convertibilità in euro o in oro sarebbe una garanzia per i sottoscrittori e un
rischio minore per lo Stato rispetto alle semplici obbligazioni in euro sulle
quali gli speculatori istituzionali possono lanciare i loro attacchi.
Qui, per rinfrescare
la memoria, come l’Italia è finita nell’euro, quali i personaggi che hanno
organizzato questa prostituzione e perché l’UE, che sapeva benissimo, non ha
alcun diritto di sanzionare il governo italiano per un ridicolo aumento della
spesa pubblica. Nemmeno dal punto di vista economico poiché la falsificazione
dei bilanci a suo tempo per l’ingresso nell’euro fu molto più massiccia ma
benvenuta.
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