Samstag, 1. April 2017

Scoperta sensazionale a Lisbona: in un vecchio baule un Vangelo apocrifo.

Leggo su un quotidiano di Lisbona della scoperta di un vangelo apocrifo scritto in forma poetica inlingua portoghese.
Si trovava in un baule appartenuto ad un certo Alberto Caeiro intimo del famoso poeta Fernando Pessoa.   
Benché la notizia della scoperta sia stata data soltanto in data odierna, l'esistenza di questo vangelo, che ovviamente la Chiesa cattolica aveva dichiarato immediatamente apocrifo, risale al secolo scorso. Risulta che sia stato diffuso segretamente fra gli appartenenti ad una setta libertaria perseguitata dalla moderna inquisizione cattolica affiancata dalla polizia del dittatore Salazar. Al contrario della dittatura finita in modo incruento con la cosiddetta "rivoluzione dei garofani" il 25 aprile 1975 l'inquisizione cattolica era rimasta ferocemente attiva e quindi i seguaci di questo vangelo fino ad oggi hanno evitato scrupolosamente di ammettere pubblicamente il proprio credo.  Indipendentemente dal suo significato teologico questo vangelo ha un forte appello poetico e ne pubblichiamo un estratto con traduzione  italiana (in nota il testo originale completo ed i dati relativi all'autore).  

 O guardador de rebanhos - VIII

Num meio dia de fim de primavera
Tive um sonho como uma fotografia
Vi Jesus Cristo descer à terra,
Veio pela encosta de um monte
Tornado outra vez menino,
A correr e a rolar-se pela erva
E a arrancar flores para as deitar fora
E a rir de modo a ouvir-se de longe.

Tinha fugido do céu,
Era nosso demais para fingir
De segunda pessoa da Trindade.
No céu era tudo falso, tudo em desacordo
Com flores e árvores e pedras
,
No céu tinha que estar sempre sério
E de vez em quando de se tornar outra vez homem

E subir para a cruz, e estar sempre a morrer
Com uma coroa toda à roda de espinhos
E os pés espetados por um prego com cabeça,
E até com um trapo à roda da cintura
Como os pretos nas ilustrações.
Nem sequer o deixavam ter pai e mãe
Como as outras crianças.


O seu pai era duas pessoas -
Um velho chamado José, que era carpinteiro,
E que não era pai dele;
E o outro pai era uma pomba estúpida,
A única pomba feia do mundo
Porque não era do mundo

 nem era pomba.
E a sua mãe não tinha amado antes de o ter.

Não era mulher: era uma mala
Em que ele tinha vindo do céu.
E queriam que ele, que só nascera da mãe,
E nunca tivera pai para amar com respeito,
Pregasse a bondade e a justiça!  


Um dia que Deus estava a dormir
E o Espírito Santo andava a voar,
Ele foi à caixa dos milagres e roubou três,                             
Com o primeiro fez que ninguém soubesse  

 que ele tinha fugido.
Com o segundo criou-se eternamente humano e menino.
Com o terceiro criou um Cristo eternamente na cruz       E deixou-o pregado na cruz que há no céu
E serve de modelo às outras.


Depois fugiu para o sol
E desceu pelo primeiro raio que apanhou.
Hoje vive na minha aldeia comigo.
É uma criança bonita de riso e natural.
Limpa o nariz no braço direito,
Chapinha nas poças de água,
Colhe as flores e gosta delas e esquece-as.
Atira pedras nos burros,
Rouba as frutas dos pomares
E foge a chorar e a gritar dos cães.
E, porque sabe que elas não gostam
E que toda a gente acha graça,
Corre atrás das raparigas
Que vão em ranchos pelas estradas
Com as bilhas às cabeças
E levanta-lhes as saias. (...)


Diz-me muito mal de Deus,
Diz que ele é um velho estúpido e doente,
Sempre a escarrar no chão
E a dizer indecências.
A Virgem Maria leva as tardes da eternidade       

 a fazer meia,
E o Espírito Santo coça-se com o bico
E empoleira-se nas cadeiras e suja-as.
Tudo no céu é estúpido como a Igreja Católica.


Diz-me que Deus não percebe nada
Das coisas que criou -
"Se é que as criou, do que duvido" -
"Ele diz, por exemplo, 

que os seres cantam a sua glória,
mas os seres não cantam nada,
se cantassem seriam cantores.
Os seres existem e mais nada,
E por isso se chamam seres".
E depois, cansado de dizer mal de Deus,
O Menino Jesus adormece nos meus braços
E eu levo-o ao colo para casa.
..........................................................................
 A Criança Nova que habita onde vivo
Dá-me uma mão a mim
E a outra a tudo que existe
E assim vamos os três pelo caminho que houver,
Saltando e cantando e rindo
E gozando o nosso segredo comum
Que é o de saber por toda a parte
Que não há mistério no mundo
E que tudo vale a pena. (...)


Depois eu conto-lhe histórias das cousas só dos homens
E ele sorri, porque tudo é incrível.
Ri dos reis e dos que não são reis,
E tem pena de ouvir falar das guerras,
E dos comércios, e dos navios
Que ficam fumo no ar dos altos-mares.
Porque ele sabe que tudo isso falta àquela verdade


Que uma flor tem ao florescer
E que anda com a luz do sol
A variar os montes e os vales,
E a fazer doer aos olhos os muros caiados.
Depois ele adormece e eu deito-o. (...)


Esta é a história do meu Menino Jesus,
Por que razão que se perceba
Não há de ser ela mais verdadeira
Que tudo quanto os filósofos pensam
E tudo quanto as religiões ensinam?
IL GUARDIANO DI GREGGI  VIII

Un mezzogiorno di fine primavera
ebbi un sogno come una fotografia.
Vidi Gesù Cristo scendere sulla terra.
Scese lungo il fianco di un monte,
ritornato bambino,
correndo e rotolandosi sull'erba
e cogliendo fiori per gettarli via
e ridendo che lo si sentiva da lontano.

Era scappato dal cielo.
Era troppo nostro per fingersi
la seconda persona della Trinità.
Nel cielo era tutto falso, tutto in disaccordo
da fiori e alberi e sassi.
Nel cielo doveva stare sempre serio
e di tanto in tanto farsi uomo un'altra volta

e risalire in croce e stare sempre a morire
con una corona di spine sulla fronte
e i piedi trafitti da un chiodo,
e perfino con uno straccio intorno ai fianchi
come i negri nelle illustrazioni.
Non permettevano neppure che avesse padre e madre
come gli altri bambini.

Suo padre era due persone:
un vecchio chiamato Giuseppe, che faceva il falegname
e che non era suo padre;
e l'altro padre era una colomba stupida,
l'unica colomba brutta del mondo
perchè non era di questo mondo
e non era una colomba.
E sua madre non aveva amato prima di averlo.

Non era donna: era una valigia
in cui egli era venuto dal cielo.
E pretendevano che lui, che era nato solo dalla madre,
e che mai aveva avuto padre da amare e rispettare,
predicasse la bontà e la giustizia!

Un giorno che Dio stava dormendo
e lo Spirito Santo svolazzava,
egli andò alla cassa dei miracoli e ne rubò tre.
Con il primo fece sì che nessuno sapesse
 che lui era fuggito.
Con il secondo si creò eternamente umano e bambino.
Con il terzo creò un Cristo eternamente in croce
e lo lasciò inchiodato alla croce che c'è in cielo
e che serve di modello alle altre.

Poi fuggì verso il sole
e scese con il primo raggio che gli capitò.
Oggi vive con me nel mio villaggio.
E' un bambino bello di riso e naturale.
Si pulisce il naso al braccio destro,
sguazza nelle pozzanghere,
coglie i fiori e li ama e li dimentica.
Tira sassi agli asini,
ruba la frutta negli orti
e fugge piangendo e gridando dai cani.
E poiché sa che esse si arrabbiano
E che tutta la gente si diverte,
corre dietro le ragazze
quando vanno a gruppi per la strada
con le anfore sulla testa
e solleva loro le gonne. (…)

Mi parla molto male di Dio.
Dice che è un vecchio stupido e malato
che sta sempre a sputare sul pavimento
e a dire indecenze.
La Vergine Maria passa le serate dell'eternità
 a fare la calza.
E lo Spirito Santo si gratta col becco
e si appollaia sulle sedie e le sporca.
In cielo tutto è stupido come la Chiesa Cattolica.

 Mi dice che Dio non capisce niente
delle cose che ha creato -
“Ammesso che le abbia create lui, cosa di cui dubito” -
“Egli dice per esempio,
 che gli esseri cantano la sua gloria,
ma gli esseri non cantano niente.
Se cantassero sarebbero cantanti.
Gli esseri esistono e basta,
per questo si chiamano esseri.”
E poi, stanco di parlare male di Dio,
il Bambino Gesù si addormenta fra le mie braccia
e io lo porto in collo verso casa.
 … … … … … … … … … … … … … …
Il Nuovo Bambino che abita dove vivo
dà una mano a me
e l'altra a tutto ciò che esiste
e così andiamo tutti e tre per ogni sentiero,
saltando e cantando e ridendo
e godendo il nostro comune segreto
che è di sapere dappertutto
che non c'è mistero nel mondo
e che tutto vale la pena. (…)

Poi io gli racconto storie delle cose solo degli uomini
ed egli sorride, perchè è tutto incredibile.
Ride dei re e di coloro che non sono re,
e si addolora a sentir parlare delle guerre,
e dei commerci, e delle navi
che diventano fumo nell'aria degli alti mari.
Perchè egli sa che a tutto questo manca quella verità

Che un fiore ha nel fiorire
e che va con la luce del sole
a cangiare monti e valli
e a far dolere negli occhi i muri di calce.
 Poi egli si addormenta e io lo corico.  (…)

Questa è la storia del mio Gesù Bambino.
Per quale motivo mai
non dovrebbe essere più vera
di tutto quanto i filosofi pensano
e di tutto quanto le religioni insegnano?



(Alberto Caeiro)/F. Pessoa

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