Is now America great again?
Quando la scelta
è fra due mali, il buon senso suggerisce di scegliere il minore. Nel caso di
Trump a far pendere la bilancia in suo favore deve essere stata la declamata
intenzione di instaurare rapporti
amichevoli con la Federazione Russa,
come si è visto una falsa promessa elettorale come le tante altre che
immediatamente costui ha violato. Rispetto all’altra orribile marionetta (H.Clinton) dell’industria bellica si poteva però sperare di rimandare per qualche tempo il
confronto bellico che viene preparato da anni da parte dell’irresponsabile
fazione guerrafondaia in ambedue i partiti statunitensi ,che è a sua volta espressione dello schiacciante potere
politico dell’apparato industriale militare . È infatti questa la fazione che
decide le elezioni, che investe i Presidenti e poi li manovra per i propri
fini: dal 1945 in poi, testimone Eisenhower così è stato sempre ed in misura
crescente:
“In the
councils of government, we must guard against the acquisition of unwarranted
influence, whether sought or unsought, by the military-industrial complex.
The potential for the disastrous rise of misplaced power exists and will
persist. We must never let the weight of this combination endanger our
liberties or democratic processes. We should take nothing for granted. Only
an alert and knowledgeable citizenry can compel the proper meshing of the huge
industrial and military machinery of defense with our peaceful methods and
goals, so that security and liberty may prosper together.” (discorso di fine mandato 1961)
Della ricerca di
una via pacifica per risolvere le controversie fra USA e Federazione Russa non
si è vista nemmeno l’ombra, e per l’avvio caldo del conflitto non è trascorsa
una sola stagione. L’aggressione alla Siria è già in corso da anni poiché
iniziata dal governo Obama e preparata con acribia dall’allora ministro degli
esteri H. Clinton, che aveva poi lasciato l’incarico non avendo ottenuto da
Obama sufficiente appoggio per armare i ribelli contro il governo siriano,
costretto a bombardare le proprie città per stanare i ribelli “moderati”
(un’etichetta nuova per designare i “terroristi buoni”, cioè quelli che
agiscono agli ordini del militarismo USA da cui ricevono finanziamenti ed
armamenti e, con ogni probabilità come nel caso attuale, i gas letali per ordire la provocazione.
Che i gas siano stati usati per ordine del dittatore Assad va contro ogni logica poiché costui sapeva benissimo ch egli USA non attendevano altro,tanto è vero che aveva acettato di liquidare l'intero arsenale di questi veleni.
Non si
spiega poi per quale recondita logica, di fronte a massacri continui, solo i gas venefici
siano la “linea rossa” da non oltrepassare: evidentemente essi si prestano a
creare il pretesto per le “aggressioni
punitive” quando l’apparato militare statunitense lo ritiene opportuno
(nel caso specifico: per boicottare l’iniziativa di pace comune di governo
siriano, Russia, Iran e Turchia dalla quale necessariamente gli USA erano stati
estromessi essendo appunto all’origine della guerra civile.
A differenza di
altri tipi di bombardamento, i gas sono facilmente trasportabili e possono
essere attivati dai ribelli in
qualunque momento quando essi ricevono l’ordine dal Pentagono.
Il fatto che
soltanto civili e nessun ribelle figurasse fra le vittime dovrebbe far sorgere
qualche dubbio a coloro che si sono affrettati a dichiarare il proprio sostegno
incondizionato all’aggressione punitiva del neo-falco Trump, come ad esempio
il ministro degli esteri tedesco
Gabriel, esemplare nella peggior tradizione socialdemocratica dei rinnegati che
si piegano al volere del militarismo.
Di una cosa si
deve essere grati a Trump: non ci ha fatto attendere a lungo per spiegarci che
cosa intendeva per “ America great again”. Grazie a lui riconosciamo che è
ritornata alla ribalta l’America “grande mentitrice” (quella che da
sempre ha costruito con menzogne i falsi pretesti per aggredire altre nazioni,
dai fatti del Golfo del Tonchino per giustificare i bombardamenti sulle città
Nordvietnamite fino alle famose armi di distruzione di massa irachene
inesistenti (non appena i generali USA grazie alle accurate ricerche dell’
apposita commissione ebbero appurato che tali armi non esistevano passarono
all’attacco sapendo di nulla rischiare).
Viene in mente
anche il “Ab heute wird zurückgeschossen” ("da oggi si risponde al fuoco")
hitleriano, la provocazione con false uniformi al confine con la Polonia per
giustificarne l’invasione. Siamo infatti esattamente allo stesso livello di
falsità e arroganza guerrafondaia.
Restano molte
domande aperte: dove sono finiti i critici di Trump, quelli della formula “not my president” ? Probabilmente a gran parte di questi
pagliacci (aspetto secondario se finanziati o meno dal miliardario Soros in funzione pro-militarismo) l' aggressione armata ordinata da Trump disturba molto meno del suo supposto antifemminismo o della sua xenofobia tattica (passata in dimenticatoio, come era prevedibile,
visto che anche i Presidenti USA devono fare i conti con la Costituzione).
Ma soprattutto:
dov’è “l’altra America” pacifista,
quella che ai tempi dei crimini di guerra statunitensi in Vietnam protestava
con riunioni oceaniche ?
Non poteva
mancare infine la volgare e ridicola prova di fedeltà “perinde ac cadaver” dei
vassalli al governo in tutti i Paesi nell’UE: non uno che abbia avuto uno straccio di coraggio per
dichiarare che se proprio si voleva bombardare la Siria per punizione si doveva
almeno prima accertare la veridicità delle accuse.
Sono gli stessi scimmioni
che invece di aumentare gli investimenti statali per risollevare dalla crisi i
propri Paesi hanno accettato senza batter ciglio di aumentare le spese militari
per potenziare la NATO. Al ribrezzo non c’è limite.
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