Di cane o di gatto?
Una riflessione sul presunto spionaggio russo a favore dell’elezione di Trump.
Dal 1945 in poi è
storicamente documentata l’influenza continua e massiccia degli USA nei colpi
di stato in tutto il mondo. Spesso si è trattato di sanguinosissimi interventi
armati diretti (es. Vietnam), oppure come minimo con fornitura di armi e
finanziamento a gruppi contrari ai governi legittimamente eletti (es. armi ai ”contras” in Nicaragua) o di campagne diffamatorie e organizzazione di
disordini di piazza (Iran/Mossadegh; Ucraina/Janukovic; Libia/Gaddafi: in you
tube chiunque può andarsi a vedere la sguaiata risata della trombata Hillary
Clinton che dichiara “we came, we saw … and he died” .
Più recentemente
(Siria) con massima ipocrisia, ai gruppi armati e finanziati dagli USA contro
il governo legittimo si è dato il nome di “moderati” anche se poi costoro
combattono a fianco dei peggiori terroristi. Il fine giustifica i mezzi, come
sempre ovviamente.
Anche la
dissoluzione dell’Unione Sovietica è stata in larga parte opera del governo
statunitense, che si era apertamente vantato di aver favorito il colpo di Stato
di Jeltsin contro Gorbaciov (che avevano turlupinato ingannandolo con false
promesse riguardo l’espansione NATO e per provocarne l’impopolarità e la caduta
avevano compiuto manovre finanziarie tali da mettere in ginocchio l’economia
sovietica già in gravi difficoltà).
Esattamente
l’opposto di quanto poi fecero per promuovere la candidatura di Jeltsin, un
vero democratico secondo l’interpretazione USA, visto che aveva fatto
bombardare il Parlamento russo per stanare i suoi oppositori.
L’alternativa fra
Donald Trump e Hillary Clinton, si perdoni la volgarità, era un po’ come il
dover scegliere fra gli escrementi di un cane e quelli di una gatta.
Notoriamente questi ultimi puzzano in maniera insopportabile, quelli dei cani
sono più tollerabili, più facile farci l'abitudine.
Era dunque logico che qualunque governante russo
intelligente avrebbe giustamente preferito aver a che fare con la puzza minore minore.
Se Putin avesse agito come insegnano i governi USA, avrebbe corrotto funzionari,
pagato agitatori, organizzato campagne diffamatorie, ecc. ecc. per raggiungere
l’obiettivo.
Invece – sempre che ci sia un briciolo di vero nelle accuse finora
prive della minima prova credibile - il
governo russo avrebbe unicamente piratato il sito del partito democratico,
mettendo poi in pubblico le porcate commesse all’interno di questo partito “democratico”
a danno del candidato Sanders per favorire la Clinton.
Chi non soffre di vuoti
di memoria ricorderà l’affare “Watergate” che costò la poltrona al presidente
Nixon: si trattava di uno spionaggio del Partito Repubblicano contro quello Democratico. La conclusione provvisoria: quest'ultimo partito sembra non aver
imparato nulla da quel fatto, poiché con estrema faciloneria teneva i propri documenti in balia di qualunque "hacker" principiante: è
questa in realtà la grande “scoperta” contenuta nel rapporto della CIA e dell’
FBI.
E siccome
praticamente chiunque poteva entrare nel sito del Partito Democratico (Password
così insicuri facilmente scopribili), ecco
la strabiliante conclusione: se tutti lo potevano fare ed i russi avevano
interesse a farlo, ecco dimostrato che sono stati loro.
Ci troviamo di fronte ad un esempio da manuale della manipolabilità dei cittadini
sprovveduti: si discute NON sul
contenuto delle famose e-mail di Clinton &C., ma sul fatto che siano state rese pubbliche! Per l’intera stampa e
per tutti i media USA ed i loro servili vassalli in Europa, questo è il fatto
gravissimo: rivelare al pubblico le porcate (nel caso: la turlupinatura e
manipolazione degli elettori democratici indotti a votare Clinton e non Sanders).
In questa “logica” aberrante, il
criminale non è più chi commette un reato, bensì chi lo scopre e lo mette in
pubblico.
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