Sonntag, 6. Dezember 2015

In difesa della pecora nera.  Un pensiero domenicale 


Per un diffuso e comun pregiudizio
alla pecora nera associato è ogni vizio
e senza aver sul perché meditato
è fatta simbolo d’ogni peccato.

Si dà per scontato che la natura
solo ha previsto la lana pura
come se il manto di tutto il gregge
bianco lo fosse per la sua legge.

Chi ci riflette e un poco indaga
sa che il pastore lo scotto paga
se il nero agnello, per lui un guaio
non porta subito dal macellaio.

Soltanto questa è la ragione
che mai si vede un nero montone
tutti i pastori stan ben attenti
e fanno strage di neri innocenti

Il bianco e il nero natura prevede
in parti uguali come si vede
nelle altre razze, quelle  bovine
come altrettanto per quelle equine.

Ben si comprende che pur le ovine
varietà avrebbero senza fine
se il color nero che mette paura
non fosse odiato contro natura.

Per poter tingere d’ogni tinta
la lana bianca serve, e incinta
giammai la pecora esser non deve
d’un nero montone, ma come neve

anche il suo manto è obbligatorio
per questo il nero va all’obitorio:
“Pulizia” etnica con gli animali
come fa l’uomo coi suoi uguali:

è detestabile sia questa che quella.
Io trovo la pecora nera più bella
e ancor di più quella mulatta:
spezzo una lancia, giustizia sia fatta

E dunque il gregge sia  ben variegato
il nero certo non è peccato
anzi è gradevole in ogni regione
dal bianco al nero la gradazione.

Chi più rispetta la vera natura
del pelo nero non ha paura
anzi lo trova ben più attraente:

del pelo bianco ormai senescente.

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