I motivi dell’isterico fanatismo antirusso degli Stati confinanti.
C’è una domanda che non può più essere ignorata: perché i governanti degli
Stati Baltici e la Polonia sono ferocemente antirussi e pronti ad assecondare
ogni iniziativa bellica e provocatoria degli USA e NATO e dei loro
fantocci dell’UE?
Le ragioni storiche non mancano, ma non
spiegano tutto. In particolare non si comprende perché un Paese come la
Polonia, che ha sofferto nella seconda guerra mondiale ben più l’invasione ed i
massacri tedeschi che non l’occupazione sovietica, sia ora filogermanica senza
riserve mentre i suoi governanti fomentino con ogni mezzo l’odio verso la
Russia.
Si può ancora comprendere che alcuni loro
governanti per servile tornaconto si siano piegati senza pudore alle voglie più
vergognose degli USA concedendo loro addirittura di torturare sospetti
terroristi (poi risultati innocenti) nel proprio territorio, in prigioni
segrete (c'è una sentenza della Corte Europea che lo conferma imponendo risarcimenti
alle vittime).
L'animosità dei governanti polacchi contro
la Russia tuttavia (che non è condivisa dalla maggioranza dei cittadini) se si
può facilmente spiegare col passato storico lascia un dubbio: non si capisce
come questi politici siano ciechi da un occhio: i nazisti hanno causato ben più
morti distruggendo l'intera città di Varsavia, eppure ora la Germania viene
accolta a braccia aperte. La Russia resta invece il nemico da combattere anche
a rischio di una guerra.
I governanti polacchi evidentemente
ingannano i propri cittadini facendo credere che senza la svendita della
propria sovranità all'UE ed agli USA saranno preda delle mire espansionistiche
russe. Ma la realtà è che la Russia si è ritirata dalla propria area di
influenza concordata con gli alleati antigermanici alla fine della seconda
guerra mondiale, consentendo in maniera incruenta la riunificazione tedesca
(quanto gli stessi alleati europei di un tempo e segnatamente la Francia
avevano grosse riserve). Certo questo era dovuto alla dissoluzione in corso
dell’Unione Sovietica, ma non era un fatto scontato.
Al contrario, gli USA stanno cercando in
ogni modo di accerchiare la Russia per annullarne le capacità difensive che
mettono in pericolo la loro egemonia mondiale di super(pre)potenza, per poter
continuare a fare ciò che hanno fatto in Afganistan ed Irak (coi bei risultati
che vediamo).
L'umanità ha corta memoria: la situazione attuale è specularmente
identica alla crisi di Cuba nel 1962, per cui si era sfiorata la terza guerra
mondiale. Allora l'Unione Sovietica aveva smantellato i missili con testate
atomiche a Cuba (che aveva piazzato dopo che gli USA avevano cercato di
invadere l'isola) dietro garanzia che gli USA non avrebbero ripetuto attacchi
come quello della ”Baia dei Porci” (che si chiamava già così anche prima
dell’invasione fallita degli USA) e smantellamento dei missili USA piazzati in
Turchia che minacciavano il proprio
territorio.
L'azione di destabilizzazione dei governi in
Ucraina condotta per loro stessa ammissione dagli USA da anni e con ingenti
investimenti fino al golpe riuscito all’inizio dell’anno in corso è l'identico
pendant della crisi di Cuba, ed è illusione pensare che la Russia possa cedere
di fronte ad una minaccia strategicamente mortale.
Avendo già subito altre invasioni
dall'Europa (respinte vittoriosamente) non potrà che fare altrettanto anche in
questo caso. I governi polacchi e baltici possono benissimo decidere di
allearsi ai disegni imperialisti USA, ma corrono un grosso rischio senza alcuna
utilità. L'incoscienza dell'Occidente è strabiliante: le sanzioni attuali e
quelle previste mirano con ogni evidenza a far cadere Putin (il Ministro Affari
Esteri dell’Estonia Urmas Paet invoca sanzioni “che facciano veramente molto
male” alla Russia, la Primo Ministro lituana bellicosamente dichiara che “La
Russia si trova in guerra contro l’Europa”): ma se mai ottenessero questo
risultato, via lui arriverebbero i generali al potere o la Federazione Russa si
sfalderebbe cadendo nel caos: avremo alle porte d'Europa (e dei Paesi
confinanti) la replica di quanto succede in Irak ed in Libia e Siria:
esattamente ciò che desiderano i venditori di armi, i cui titoli in borsa
salgono ininterrottamente... grazie alla stupidità (o corrotta connivenza) dei
governanti che ne assecondano i turpi disegni.
E purtroppo Polonia e Paesi Baltici sembrano voler gareggiare nell’UE per piazzarsi ai primi posti nell’isterica
propaganda antirussa, compito comunque difficile poiché sarà ben difficile
superare in questa ignobile gara i governanti germanici, i quali ingannando il
proprio popolo con notizie tendenziose se non false del tutto e nascondendo con
la complicità di una stampa sempre più serva i crimini commessi dal governo
fascista di Kiev, che bombarda le proprie popolazioni e le affama, preparano
psicologicamente la popolazione alla guerra ed alle sofferenze che le
inevitabili contro sanzioni russe infliggeranno all’economia tedesca ed europea
tutta.
Si va dunque avanti in Europa tutti
allegramente verso il disastro.
I democratici antifascisti in tutta Europa
con un massiccio sforzo e coordinamento (di cui purtroppo non si vede che
qualche debole tentativo) possono forse ancora arginare parzialmente questa
follia in pieno corso, ma al punto in cui siamo arrivati sarà già una grande
fortuna se la guerra ormai inevitabile sarà limitata ad armi convenzionali.
Per quanto riguarda l’economia invece il
disastro è inevitabile.
D’altra parte si comprende bene il cinico calcolo dei mercanti di morte
i cui titoli in borsa salgono in continuazione: i circa 30 milioni di
disoccupati in Europa sono un ghiotto ed enorme potenziale di profitto se si
potranno utilizzare in parte nell’industria bellica e per quanto avanza
facendone carne da cannone.
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