Splendore e banalità dell'intelligenza artificiale (IA)
Che in realtà non è né l'una né l'altra cosa.
Non è intelligenza nel senso corretto del termine poiché (e partiamo dall'etimologia che conferma il significato comune) : "intelligere" significa capire, comprendere, inquadrare il nuovo nella cornice del conosciuto allargandone le dimensioni. Cioè aggiungere conoscenze a quelle possedute e /o precisarle, ampliarle, riconoscere collegamenti logici fra qual che si sapeva e quel che si apprende.
Il tutto però in relazione ala situazione esistenziale di chi sta usando in quel momento, peiodo della propria vita, epoca storica, ambiente, Paese, classe sociale e rete di relazioni sociali.
Nessuna macchina può né potrà mai fare la medesima cosa poichè se anche si potessero numerizzare le emozioni e aggiungere agli algoritmi ed ai programmi di clacolo che sono alla base del sistema chiamato IA (con tutti i derivati come Chat gpt/cpt ecc.) poichè una macchina non prova né piacere né dolore né simpatia o antipatia e soprattutto non possiede il libero arbitrio: esegue programmi, si può anche autoprogrammare (sempre sulla base di un programma !) ma non ... pensa.
L'illusione di macchine che possano sostituire la mente umana nel pensare è vecchia come il mondo.
Ma le macchine possono unicamente eseguire compiti loro assegnati usando strumenti ed energia che gli essderi umani hanno in misura limitata: Cosí un motore può spingere un autocarro con un'energia che nessun essere umano possiede, ed un calcolatore elettronico puì eseguire le operazioni per cui è stato costruito dall'uomo in tempi brevi e grandezze enormi che nessun essere umano potrebbe anche solo immaginare di eguagliare. Ma la velocità di calcolo non è intelligenza, cosí come non lo è la velocità di un treno.
Certamente la cosiddetta IA sia in grado di eseguire traduzini ed anche interpretariato in tempisempre più brevi e con precisione sempre maggiore è dovuto non ad una interna "intelligenza" delle macchine ma alla capacità di calcolo che permette di confrontare traduzioni esistenti di milioni o miliardi di testi e scegliere secondo parametri che vengono impostati da programmatori umani.
Essendo traduttore di professione so però che eseguendo la medesima traduzione in momenti e in situazioni emotive diversi i miei risultati variano, la scelta dei sinonimi e delle costruzioni sintattiche
riflettono il mio rapporto cognitivo ed emotivo col testo. Infatti ogni traduttore, in particolare di testi letterari, di fatto assorbe il senso del testo (in tutte le sue dimensioni: significato attuale, riferimento all'epoca del testo, emozioni che suscita, gusti personali e molti altri influssi) e di fatto lo riscrive nella lingua di arrivo.
Che l' IA renda col tempo superflue molte attività attuali è evidente: l' invenzione della stampa ha reso superfluo il lavoro degli amanuensi cosí come i robot nell'industria hanno permesso di smellire le catene di montaggio sostituendo macchine ad esseri umani altrimenti condannati ad eseguire lavori monotoni per tutta la vita.
Vero è altresí che con l' IA nelle sue espansioni (es. Chat gtp) possono essere scritti romanzi, poesie, composta musica e scritte tesi di laurea. Ma si tratta di copie dell'esistente, scelto sulla base di operazioni statistiche sull'enorme volume di testi coi quali il sistema è stato fornito.
Ma come le fotografie non sostituiranno mai la genialità artistica di un pittore, cosí nessun artefatto artistico prodotto dalla IA potrà mai essere considerato un'opera d'arte, un capolavoro letterario, una composizione musicale geniale.
Recentemente ho avuto occasione di assistere a seminari e conferenze sui LLM "Large Language Models", cioè ricerche sulle strutture linguistiche compiute su un volume di testi enorme.
Non ho riscontrato nulla che un buon linguista già non sapesse utilizzando la modesta quantità di testi
normalmente posseduta da uno studioso.
E ancora una volta si conferma la teoria di Chomsky sull'acquisizionen del linguaggio: che sia una capacità innata o sia semplicemente un' applicazione della capacità logica di base di ogni individuo, l'apprendimento delle regole della lingua avviene sulla base di una modesta, ristretta quantità di dati (non mi piace il termine "input" ma questo è quando si trova nei testi della teoria in questione).
Dunque dopo un laborioso uso dei programmi computereschi, per quanto riguarda la ricerca linguistica i risultati appaiono modesti: non si ricava nulla di quanto già non si sapesse.
Anzi: i modelli di interpretazione dei testi non sono nemmeno in grado di decifrare l'ironia ed i doppi sensi: prendono alla lettera quando ricevono da elaborare. E questa incapacità di riconoscere l'ironia è appunto un tratto distintivo dell'autismo: patologia che è già difficile da trattare negli esseri umani ma definitivamente impossibile da "curare" nei programmi di IA.
Infine: è utile l'IA ? Certo, per evitare all'umanità lavori che possono benissimo svolgere le macchine, con qualche pericolo per le traduzioni tuttavia, proprio per la patologia "autistica" delle macchine.
Il pericolo maggiore tuttavia deriva dall'uso che ne verrà (e in parte già avviene) nelle istituzioni scolastiche : l'onere della ricerca di testi e fonti può giustamente essere utilizzata, ma fricordando che l'IA funziona secondo algoritmi e procedimenti e calcoli statistici programmati da umani e quindi presenterà sempre risultati condizionati ideologicamente da chi ha steso i programmi.
Il pericolo maggiore tuttavia è la cancellazione dei dati: un'enciclopedia riporta le conoscenze secondo il livello di conoscenza del ' epoca in cui è stata pubblicata. Le informazioni possono essere corrette e modificate ed integrate dall' avanzamento della ricerca, ma siccome quest'ultima può muoversi anche in direzioni sbagliate, se come nel caso dell'IA il passato viene cancellato e sostituito dalle informazioni del presente, viene a mancare la possibilità di controllo. In altri termini l'IA rischia di cancellare gli errori del passato ma anche di continuare ad indirizzare su vie sbagliate non avendo "memoria storica".
Non è una questione puramente teorica, visto che la storia viene oggigiorno riscritta e a motivo di una censura sempre più subdola (ma onnicomprensiva) le reazioni a queste falsificazioni vengono ignorate e soppresse. E per il momento non entro nel tema della medicina o del cambiamento climatico poiché pur nel pessimisto prudente di ottantenne ho qualche speranza che i fatti reali anche in questi settori stiano per emergere e che l'opinione dominante con o senza IA finirà per essere corretta poiché se gli scienzuiati veri o più spesso sedicenti possono sbagliare, la testardaggine dei fatti `de sempre stata per me un elemento di sicurezza per ogni valutazione.
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