Dienstag, 18. Juni 2024

Noterelle kafkiane -  I


Di ritorno in Germania da un congresso al Goethe –Institut praghese sul tema “Franz Kafka Intermedial"  (cioè le svariate influenze dell'opera del grande scrittore boemo di lingua tedesca in letteratura, cinema, arti figurative, musica , pubblicità eTik-Tok compreso !) inizio qui una serie di riflessioni letterario –linguistiche e naturalmente locali visto che Kafka è stato sempre in simbiosi con la sua città natale che è anche la mia d’adozione: Praga.

E per restare in ambito filologico prendo lo spunto da un' osservazione di Adriano Sofri che ne ha fatto anche un libro credendo di individuare in una parola un errore di traduzione del più noto racconto di Kafka: "Die Verwandlung", tradotto in italiano - come in inglese ed in quasi tutte le lingue) come  "La metamorfosi" .  Ma non in ceco, dove infatti non si usa "metamorfóza" bensí "Proměna", cioè "trasformazione".

Evidentemente il richiamo a Ovidio ha influenzato i traduttori e la scelta è letterariamente giustificata benché oggettivamente - e nel suo senso più profondo - non si tratti di metamorfosi che è un processo naturale, ma di una trasformazione come appunto il significato proprio del termine tedesco che è un composto : Ver-Wandlung , laddove "Wandlung" è cambiamento in generale (anche di opinione, es. trasformismo politico)  o della natura di elementi (es. nella liturgia cristiana la trasformazione del pane e del vino in corpo e sangue del Cristo) mentre "Verwandlung" è una modifica permanente ed è riferita ad esseri viventi. Ma appunto non una modifica naturale come il girino in rana o il bruco in farfalla.

Va aggiunto qui nell'occasione che, e questo lo sanno in pochi come ho scoperto,  un amico ed ammiratore di Kafka , Karl Brandt (pseudonimo di K. Müller) aveva pubblicato come continuazione alla novella kafkiana un breve epilogo "Die Rückverwandlung des Gregor Samsa", cioè la "ri-conversione" da cadavere di insetto a nuovo uomo. Un anno dopo la scrittura di questo epilogo Brand morí di TBC come pochi anni dopo sarebbe toccato all'amico Franz. Ma al contrario di Franz non aveva mai perduto la speranza e anche nel breve epilogo scritto al racconto dell'amico conclude con "Ein neues Leben beginnt" , "Inizia una nuova vita": cosí  al suo ritorno in città le prime case salutano l'ex-insetto.

Comunque lo si interpreti ( e non si contano appunto le più svariate variazioni sul tema) il  racconto del commesso viaggiatore che una mattina si risveglia trasformato in insetto non è una metamorfosi ma un dramma che sia il protagonista che i famigliari accettano come destino inevitabile cercando di trovare il modo di  convivere con la situazione.

Pochi hanno notato che non c' è stupore da parte di nessuno dei coinvolti, né padre, né madre, né sorella e tanto meno del protagonista stesso, che anzi all'inizio spera ancora di potersi alzare, vestire e prendere il treno per il suo lavoro di commesso viaggiatore.  Ciascuno cerca di adattarsi come può alla trasformazione del famigliare. Interessante notare che dell'insetto vengono descritti - sì con precisione ma soltanto il minimo necessario -  i dettagli : sappiamo che Kafka vietò tassativamente all'editore ed all'illustratore di  inserire nella pubblicazione un disegno dell'insetto. Doveva evidentemente essere immaginato dalla fantasia del lettore che via via si vede costretto a mutare l'immagine che si è costruita quando nuovi particolari vengono esposti (es. l'insetto ad un certo punto cammina sui muri e sul soffitto).

E dunque il termine "trasformazione" come appunto nella traduzione ceca del racconto, appare più vicino all'intenzione kafkiana, che procede, al contrario delle metamorfosi, nella  direzione innaturale e tragica della fine : Gregor Samsa -  insetto si lascia morire rifiutando il cibo come scelta per liberare la famiglia, di cui era prima sostegno economico essenziale, da un peso ormai inutile.  Ad un’interpretazione puntuale e riferita a quanto può servire a spiegare i tempi in cui viviamo rimando al prossimo intervento.     

Chiudo qui invece per ora con un commento all'osservazione citata di A. Sofri ( Una variazione su Kafka) . All'inizio del secondo capitolo, quando il commesso viaggiatore divenuto insetto si risveglia nella propria cameretta, vede che “Il chiarore dei lampioni elettrici si stendeva pallido qua e là sul soffitto”. In tutti i testi tedeschi che ho consultato si legge infatti "Der Schein der elektrischen Straßenlampen lag bleich hier und da auf der Zimmerdecke", e la traduzione letterale è appunto quella che ho scritto.  Ma Sofri ha trovato invece traduzioni in cui si parla di "tram elettrici" e quindi , ritraducendo in tedesco, invece di "Straßenlampensi dovrebbe trovare, come ipotizza "Straßenbahnen".

Intanto va notato che -  e su questo c'è generalmente concordanza fra gli interpreti - la camera dell'appartamento descritto nel racconto è esattamente quella della casa abitata da Kafka nell' anno 1912, all'epoca della scrittura del racconto. La casa è stata demolita, ma  uno studioso tedesco (Hartmut Binder, Kafkas »Verwandlung«. Entstehung, Deutung, Wirkung, Frankfurt am Main 2004) ne ha ricostruito la pianta da documenti d'archivio (dei palazzi praghesi dell' epoca esistono microfilm dei progetti) e si deduce che il tram che  passava (come tuttora)  nella strada d'angolo non poteva certo illuminare la stanza che invece si affacciava sulla Moldava verso il ponte "Čech-Most".

Ma anche a prescindere da ciò,  il termine "Straßenbahn" era estraneo al vocabolario kafkiano. Infatti nel medesimo racconto, parlando di tram, Kafka scrive che i famigliari di Gregor Samsa, liberatosi dell'insetto morto, finalmente dopo mesi  "andarono con il tram elettrico fuori città"  che nel tedesco di Kafka non è "Straßenbahn" ma "Elektrische" ("fuhren mit der Elektrischen ins Freie vor di  Stadt".

Lo stesso termine lo troviamo ripetutamente in altri autori, ad es. "Dobrodružství dobrého vojáka Švejk" (Le avventure del buon soldato Schweik) di Jaroslav Hašek.

Infine, osservando le foto d'epoca, in cui si vede ancora il palazzo ed il ponte, sono facilmente individuabili i lampioni che potevano illuminare il soffitto della camera di Kafka alias Gregor Samsa. 

Erano elettrici ? Sì, nell'area del palazzo in cui abitava Kafka  c'erano i lampioni elettrici fin dal 1881, v. l'edizione ceca di Wikipedia (https://cs.wikipedia.org/wiki/Veřejné_osvětlení_v_Praze).

Dunque giustamente non si trattava di tram ma di lampioni.  Si possono prendere lucciole per lanterne ma i traduttori non dovrebbero prendere tram per lampioni. E forse spiegare che benché letterariamente evocatore, il titolo sarebbe più prosaicamente ma propriamente “La trasformazione" .

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