Noterelle kafkiane - I
Di ritorno in Germania da un congresso al Goethe –Institut praghese sul tema “Franz Kafka Intermedial" (cioè le svariate influenze dell'opera del grande scrittore boemo di lingua tedesca in letteratura, cinema, arti figurative, musica , pubblicità eTik-Tok compreso !) inizio qui una serie di riflessioni letterario –linguistiche e naturalmente locali visto che Kafka è stato sempre in simbiosi con la sua città natale che è anche la mia d’adozione: Praga.
E per restare in
ambito filologico prendo lo spunto da un' osservazione di Adriano Sofri che ne
ha fatto anche un libro credendo di individuare in una parola un errore di
traduzione del più noto racconto di Kafka: "Die Verwandlung",
tradotto in italiano - come in inglese ed in quasi tutte le lingue) come "La metamorfosi" . Ma non in ceco, dove infatti non si usa
"metamorfóza" bensí "Proměna", cioè "trasformazione".
Evidentemente il
richiamo a Ovidio ha influenzato i traduttori e la scelta è letterariamente
giustificata benché oggettivamente - e nel suo senso più profondo - non si
tratti di metamorfosi che è un processo naturale, ma di una trasformazione come
appunto il significato proprio del termine tedesco che è un composto : Ver-Wandlung
, laddove "Wandlung" è cambiamento in generale (anche di
opinione, es. trasformismo politico) o
della natura di elementi (es. nella liturgia cristiana la trasformazione del
pane e del vino in corpo e sangue del Cristo) mentre "Verwandlung"
è una modifica permanente ed è riferita ad esseri viventi. Ma appunto non una
modifica naturale come il girino in rana o il bruco in farfalla.
Va aggiunto qui nell'occasione
che, e questo lo sanno in pochi come ho scoperto, un amico ed ammiratore di Kafka , Karl Brandt (pseudonimo
di K. Müller) aveva pubblicato come continuazione alla novella kafkiana un
breve epilogo "Die Rückverwandlung des Gregor Samsa", cioè la
"ri-conversione" da cadavere di insetto a nuovo uomo. Un anno dopo la
scrittura di questo epilogo Brand morí di TBC come pochi anni dopo sarebbe
toccato all'amico Franz. Ma al contrario di Franz non aveva mai perduto la
speranza e anche nel breve epilogo scritto al racconto dell'amico conclude con "Ein
neues Leben beginnt" , "Inizia una nuova vita": cosí al suo ritorno in città le prime case
salutano l'ex-insetto.
Comunque lo si
interpreti ( e non si contano appunto le più svariate variazioni sul tema)
il racconto del commesso viaggiatore
che una mattina si risveglia trasformato in insetto non è una metamorfosi ma un
dramma che sia il protagonista che i famigliari accettano come destino
inevitabile cercando di trovare il modo di
convivere con la situazione.
Pochi hanno
notato che non c' è stupore da parte di nessuno dei coinvolti, né padre, né
madre, né sorella e tanto meno del protagonista stesso, che anzi all'inizio
spera ancora di potersi alzare, vestire e prendere il treno per il suo lavoro
di commesso viaggiatore. Ciascuno cerca
di adattarsi come può alla trasformazione del famigliare. Interessante notare
che dell'insetto vengono descritti - sì con precisione ma soltanto il minimo
necessario - i dettagli : sappiamo che
Kafka vietò tassativamente all'editore ed all'illustratore di inserire nella pubblicazione un disegno
dell'insetto. Doveva evidentemente essere immaginato dalla fantasia del lettore
che via via si vede costretto a mutare l'immagine che si è costruita quando
nuovi particolari vengono esposti (es. l'insetto ad un certo punto cammina sui
muri e sul soffitto).
E dunque il
termine "trasformazione" come appunto nella traduzione ceca
del racconto, appare più vicino all'intenzione kafkiana, che procede, al
contrario delle metamorfosi, nella
direzione innaturale e tragica della fine : Gregor Samsa - insetto si lascia morire rifiutando il cibo
come scelta per liberare la famiglia, di cui era prima sostegno economico
essenziale, da un peso ormai inutile.
Ad un’interpretazione puntuale e riferita a quanto può servire a
spiegare i tempi in cui viviamo rimando al prossimo intervento.
Chiudo qui invece per ora con un commento all'osservazione citata di A. Sofri ( Una variazione su Kafka) . All'inizio del secondo capitolo, quando il commesso viaggiatore divenuto insetto si risveglia nella propria cameretta, vede che “Il chiarore dei lampioni elettrici si stendeva pallido qua e là sul soffitto”. In tutti i testi tedeschi che ho consultato si legge infatti "Der Schein der elektrischen Straßenlampen lag bleich hier und da auf der Zimmerdecke", e la traduzione letterale è appunto quella che ho scritto. Ma Sofri ha trovato invece traduzioni in cui si parla di "tram elettrici" e quindi , ritraducendo in tedesco, invece di "Straßenlampen" si dovrebbe trovare, come ipotizza "Straßenbahnen".
Intanto va notato
che - e su questo c'è generalmente
concordanza fra gli interpreti - la camera dell'appartamento descritto nel
racconto è esattamente quella della casa abitata da Kafka nell' anno 1912,
all'epoca della scrittura del racconto. La casa è stata demolita, ma uno studioso tedesco (Hartmut Binder, Kafkas
»Verwandlung«. Entstehung, Deutung, Wirkung, Frankfurt am Main 2004) ne ha
ricostruito la pianta da documenti d'archivio (dei palazzi praghesi dell' epoca
esistono microfilm dei progetti) e si deduce che il tram che passava (come tuttora) nella strada d'angolo non poteva certo
illuminare la stanza che invece si affacciava sulla Moldava verso il ponte
"Čech-Most".
Ma anche a
prescindere da ciò, il termine
"Straßenbahn" era estraneo al vocabolario kafkiano. Infatti nel
medesimo racconto, parlando di tram, Kafka scrive che i famigliari di Gregor
Samsa, liberatosi dell'insetto morto, finalmente dopo mesi "andarono con il tram elettrico
fuori città" che nel tedesco
di Kafka non è "Straßenbahn" ma "Elektrische"
("fuhren mit der Elektrischen ins Freie vor di Stadt".
Lo stesso termine
lo troviamo ripetutamente in altri autori, ad es. "Dobrodružství
dobrého vojáka Švejk" (Le avventure del buon soldato Schweik) di Jaroslav
Hašek.
Infine,
osservando le foto d'epoca, in cui si vede ancora il palazzo ed il ponte, sono
facilmente individuabili i lampioni che potevano illuminare il soffitto della
camera di Kafka alias Gregor Samsa.
Erano elettrici ?
Sì, nell'area del palazzo in cui abitava Kafka
c'erano i lampioni elettrici fin dal 1881, v. l'edizione ceca di
Wikipedia (https://cs.wikipedia.org/wiki/Veřejné_osvětlení_v_Praze).
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