Donnerstag, 27. Juli 2017

La funzione delle migrazioni coatte nell'attuale fase di sviluppo del capitalismo. 

Basta parlare di immigrazione? Ed invece sí, ma approfondendo. Le migrazioni sono un fenomeno storico sempre esistito ma le loro cause e funzioni sono di volta in volta  condizionate da interessi specifici corrispondenti allo stadio di sviluppo del capitalismo.
Se esattamente un secolo or sono Lenin aveva individuato nell'imperialismo lo stadio allora supremo del capitalismo, nella nostra epoca 'imperialismo  a seconda delle aree si presenta nella forma tradizionale del neocolonialismo o del colonialismo senza colonie (capitale finanziario libero da ogni vincolo nazionale) o ancora delle guerre locali in cui oltre alla rapina delle risorse naturali ed alla conquista di mercati il capitale si serve delle emigrazioni forzate per accrescere il plusvalore.
Un dibattito e soprattutto l'analisi dei fenomeni migratori è dunque basilare e non se ne può fare a meno poiché sarà esattamente su questi temi che si sta giocando la lotta fra capitale e lavoro in Italia, nei Paesi mediterranei, in Europa come nel resto del mondo.
Se si teme che affermazioni o conclusioni possano essere strumentalizzate dagli xenofobi - fatto purtroppo scontato - allora lo stesso discorso e timore vale per tutto il resto: ci sarà sempre chi estrapolando una frase capovolge il senso di un'analisi che andava in opposta direzione.
Occorre invece guardare al fenomeno in senso più ampio, e per cominciare dall'Italia, non bisogna dimenticare che c'è un massiccio fenomeno di emigrazione verso altri Paesi europei (Germania, Gran Bretagna ed in misura minore in tutti gli altri Paesi del Nord Europa, non esclusi quelli dell'est). Le migrazioni interne all' UE e dintorni (cioè Paesi europei come Svizzera e Norvegia che non fanno parte dell'infausta associazione con sede a Bruxelles) sono un fenomeno che tocca tutti gli Stati ed a tutti i livelli.
Nell'attuale stadio di sviluppo del capitalismo la gestione della mobilità è divenuto il principale strumento di controllo e sfruttamento della forza lavoro, dalla dalla semplice manovalanza fino ai livelli più qualificati. Per intenderci con due esempi, dalle badanti polacche o ucraine che fuggono la miseria o la disoccupazione e arrivano in po' in tutti gli altri Paesi europei ai medici tedeschi vanno in Svizzera o in Inghilterra attirati da più alte remunerazioni.
Se in precedenti stadi di sviluppo colonialista il capitale si limitava alla rapina delle risorse naturali nei Paesi invasi e sottomessi, ora questa rapina si concentra sulle risorse umane: l' appropriazione della forza lavoro qualificata è la strategia collaterale allo smontaggio dei diritti dei lavoratori ed alla mobilità obbligatoria derivante dalla "flessibilità" del mercato del lavoro.
L'ingegnere italiano o spagnolo, la cui formazione a Stato e famiglia è costata intorno ai
200.000 euro se emigra ad es. in Germania produce immediatamente alto plusvalore senza essere costato un centesimo allo Stato tedesco.
Se a questa strategia si associa lo smantellamento delle industrie locali il quadro è completo. O quasi: occorre soltanto aggiungere che a sostegno di questa strategia di massimizzazione del plusvalore da parte delle multinazionali accorrono gli utili idioti  che aborrono la difesa delle sovranità nazionali in nome di un illusorio internazionalismo" che altro non è che appunto il trionfo del capitale liberato da ogni controllo democratico dove ancora possibile, cioè a livello nazionale.  
Dunque i movimenti di persone e lavoratori - fenomeno sempre esistito - va analizzato non in astratto e con argomenti etici conditi da "buonismo" ipocrita (ai quali fa da controparte la xenofobia ignorante), ma sotto l'aspetto della lotta di classe e cioè delle manovre del capitale per utilizzare la mobilità ai fini di massima estrazione del plusvalore.
Non bisogna poi dimenticare che in questa lotta, come in tutti i conflitti, anche la parte del capitale ha contrasti interni, lo si vede chiaramente dai tentennamenti dei partiti che si alternano al potere, ivi collocati di volta in volta dai settori del capitale che in quel momento hanno il sopravvento: e dunque da un lato in Francia il neoliberista Macron, fedele al diktat dell'UE "perinde ac cadaver" ma dall'altro la bocciatura della signora May in Inghilterra poiché non in grado di garantire gli interessi della city londinese. Non mi venga nessuno a dire che si è trattato di scelte degli elettori: hanno votato nell'uno e nell'altro caso i manipolati dai media, gli altri sono rimasti a casa rifiutando la farsa di un voto utile soltanto a legittimare scelte scontate.

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