Samstag, 7. Januar 2017

 Di cane o di gatto? 

 Una riflessione sul presunto spionaggio russo a favore dell’elezione di Trump.

Dal 1945 in poi è storicamente documentata l’influenza continua e massiccia degli USA nei colpi di stato in tutto il mondo. Spesso si è trattato di sanguinosissimi interventi armati diretti (es. Vietnam), oppure come minimo con fornitura di armi e finanziamento a gruppi contrari ai governi legittimamente eletti (es.  armi ai ”contras” in Nicaragua) o  di campagne diffamatorie e organizzazione di disordini di piazza (Iran/Mossadegh; Ucraina/Janukovic; Libia/Gaddafi: in you tube chiunque può andarsi a vedere la sguaiata risata della trombata Hillary Clinton che dichiara “we came, we saw … and he died” .
Più recentemente (Siria) con massima ipocrisia, ai gruppi armati e finanziati dagli USA contro il governo legittimo si è dato il nome di “moderati” anche se poi costoro combattono a fianco dei peggiori terroristi. Il fine giustifica i mezzi, come sempre ovviamente.
Anche la dissoluzione dell’Unione Sovietica è stata in larga parte opera del governo statunitense, che si era apertamente vantato di aver favorito il colpo di Stato di Jeltsin contro Gorbaciov (che avevano turlupinato ingannandolo con false promesse riguardo l’espansione NATO e per provocarne l’impopolarità e la caduta avevano compiuto manovre finanziarie tali da mettere in ginocchio l’economia sovietica già in gravi difficoltà).
Esattamente l’opposto di quanto poi fecero per promuovere la candidatura di Jeltsin, un vero democratico secondo l’interpretazione USA, visto che aveva fatto bombardare il Parlamento russo per stanare i suoi oppositori.
 L’alternativa fra Donald Trump e Hillary Clinton, si perdoni la volgarità, era un po’ come il dover scegliere fra gli escrementi di un cane e quelli di una gatta. Notoriamente questi ultimi puzzano in maniera insopportabile, quelli dei cani sono più tollerabili, più facile farci l'abitudine.
Era  dunque logico che qualunque governante russo intelligente avrebbe giustamente preferito aver a che fare con la puzza minore minore. Se Putin avesse agito come insegnano i governi USA, avrebbe corrotto funzionari, pagato agitatori, organizzato campagne diffamatorie, ecc. ecc. per raggiungere l’obiettivo. 
Invece – sempre che ci sia un briciolo di vero nelle accuse finora prive della minima prova credibile -  il governo russo avrebbe unicamente piratato il sito del partito democratico, mettendo poi in pubblico le porcate commesse all’interno di questo partito “democratico” a danno del candidato Sanders per favorire la Clinton.
 Chi non soffre di vuoti di memoria ricorderà l’affare “Watergate” che costò la poltrona al presidente Nixon: si trattava di uno spionaggio del Partito Repubblicano contro quello Democratico. La conclusione provvisoria: quest'ultimo  partito sembra non aver imparato nulla da quel fatto, poiché con estrema faciloneria teneva i propri documenti in balia di qualunque "hacker" principiante: è questa in realtà la grande “scoperta” contenuta nel rapporto della CIA e dell’ FBI.
E siccome praticamente chiunque poteva entrare nel sito del Partito Democratico (Password così insicuri facilmente scopribili), ecco la strabiliante conclusione: se tutti lo potevano fare ed i russi avevano interesse a farlo, ecco dimostrato che  sono stati loro.
 Ci troviamo di fronte ad un esempio da  manuale della manipolabilità dei cittadini sprovveduti:  si discute NON sul contenuto delle famose e-mail di Clinton &C.,  ma sul fatto che siano state rese pubbliche! Per l’intera stampa e per tutti i media USA ed i loro servili vassalli in Europa, questo è il fatto gravissimo: rivelare al pubblico le porcate (nel caso: la turlupinatura e manipolazione degli elettori democratici indotti a votare Clinton e non Sanders). 
In questa “logica” aberrante,  il criminale non è più chi commette un reato, bensì chi lo scopre e lo mette in pubblico.    
    

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