“Errore” di Putin o ipocrisia Occidentale ?
Con un breve ripasso storico ed una riflessione sul risvegliato pacifismo dei dormienti europei.
Non sappiamo come si concluderà la tragica vicenda della campagna di guerra Ucraina (anzi probabilmente non avrà conclusione definitiva ma soltanto una pausa poiché è un episodio locale del conflitto fra Occidente e UDSSR prima e Federazione Russa ora).
Un conflitto iniziato nel 1918 quando le prime truppe USA (Corpo di
spedizione americano in Siberia) inviate per sostenere le legioni cecoslovacche
che dovevano riunirsi in Francia alle forze che combattevano ad ovest le armate
tedesche. Anche per colpa di Trotsky finirono però per allearsi alle Armate
Bianche controrivoluzionarie e combattere i Bolsevichi.
Alla fine della seconda guerra mondiale, il presidente USA e Churchill avevano trovato un accordo con Stalin a Yalta, nel febbraio 1945, poi interpretato come spartizione dell'Europa in zone di influenza, questione tuttora controversa, ma che venne silurato da Truman nella Conferenza di Potsdam nell'agosto del 1945.
Chi ha interesse ad approfondire può provare ad orientarsi nella gigantesca
letteratura storica sull'argomento. In Wikipedia si trova una sintetica frase
che riassume quello che altrimenti si scopre solo dopo anni di studio: "L'Unione
Sovietica aveva, fin dal 1924, posto un'alta priorità nella sua sicurezza e
sullo sviluppo socialista, piuttosto che sulla visione di Leon Trotsky di una
rivoluzione permanente. Di conseguenza, Stalin era stato disposto, prima della
guerra, a contattare i governi non-comunisti che riconoscevano il controllo
sovietico dell'ex Impero Zarista e ad offrire assicurazioni di non-aggressione.
Il tradimento tedesco della promessa di non aggressione convinse Stalin che non
poteva più fare affidamento sui governi non-comunisti. "
Mutatis mutandis, eccoci alla situazione attuale: Mikhail Gorbaciov (scelgo
questa trascrizione poiché foneticamente più vicina russo"Горбачёв") è stato ingannato sulla "non
espansione NATO" esattamente come Stalin da Hitler nel patto di non
aggressione.
Nell'occasione ricordo che mentre quasi tutti conoscono il patto di
reciproca "non aggressione" noto come Molotov-Ribbentrop( o patto Hitler-Stalin) dell'agosto 1939 sulla
spartizione della Polonia fra Terzo Reich e Unione Sovietica, pochi ricordano che il governo polacco era
stato il primo a firmare un accordo con la Germania hitleriana per la spartizione
della Cecoslovacchia (accordo di Monaco del
29 - 30 settembre 1938, fra i leader di Regno Unito e Francia,
rispettivamente Neville Chamberlain ed Édouard Daladier, e di Germania e
Italia, rispettivamente Adolf Hitler e Benito Mussolini). Le carogne che
firmarono quell'accordo infame - presentato per la Germania nientemeno che da
Mussolini che si fece interprete di Hitler,
per spartirsi la Cecoslovacchia,venne stilato in assenza di
rappresentanti cecoslovacchi e senza informare l'Unione Sovietica, che aveva un
patto di assistenza militare con la Cecoslovacchia. Churchill giustamente
accusò profeticamente Chamberlein e i firmatari con la famosa frase: "They
chose shame. They will get war too”
("Hanno scelto la vergogna, avranno anche la guerra).
Ma c'è di peggio: quando nel maggio del 1939 fu chiaro che Hitler avrebbe
occupato la Cecoslovacchia, l'Unione Sovietica, legata con essa da alleanza,
tentò di smuovere le potenze occidentali (Francia e Inghilterra) a forzare
almeno la Polonia a consentire il passaggio dell'Armata Rossa per accorrere in
difesa della Cecoslovacchia.
"Fino all’ultimo Mosca fece ogni sforzo per tentare di costruire un
vasto fronte internazionale a sostegno della Cecoslovacchia.
Si adoperò nella Società delle Nazioni perché l’aggressione della Germania
fosse riconosciuta come tale, e, in quel consesso, si prendessero le decisioni
in grado di permettere l’eventuale transito di truppe sovietiche attraverso la
Polonia e la Romania per il sostegno militare alla Cecoslovacchia, superando
così le resistenze dei colonnelli al potere a Varsavia. Quattro brigate
dell’aeronautica sovietica, un totale di 548 aerei militari, furono mobilitate,
pronte ad essere inviate in Cecoslovacchia. A Mosca il Commissario del popolo
per gli affari esteri Litvinov, convocato l’ambasciatore tedesco Schulemburg,
lo avvertì in maniera categorica e chiara che se la Germania fosse giunta ad
azioni militari contro la Cecoslovacchia, l’Unione Sovietica avrebbe
considerato la Germania responsabile di aggressione e avrebbe assicurato ogni
assistenza alla Cecoslovacchia." (1)
https://charmingprague.com/a-praga/storia-di-praga/la-seconda-guerra-mondiale-cecoslovacchia/invasione-tedesca-alla-cecoslovacchia/).
Questa la vigliaccheria, che costò all'Europa la Seconda Guerra Mondiale,
venne commessa il 19 settembre 1939: Inghilterra e Francia inviarono al governo
di Praga un ultimatum, imponendogli di
cedere la regione dei Suddetti a Hitler.
Il 15 aprile 1939 i governi di Londra e Parigi chiesero all’URSS di
“assicurare garanzie” a Polonia e Romania in caso di aggressione tedesca. In
risposta a questa richiesta il governo di Mosca propose, il 17 aprile, la
stipula di un patto di mutua assistenza tra URSS, Inghilterra e Francia, un
accordo militare a sostegno di questo patto e l’estensione delle “garanzie” a tutti
i paesi confinanti con l’URSS.
L’Unione Sovietica con lealtà e chiarezza chiedeva un accordo basato sulla reciprocità e sulla cessazione della politica che permetteva alla Germania, annessione dopo annessione, di arrivare direttamente ai confini dello Stato sovietico. A una proposta tanto chiara e leale, non poteva esserci che una risposta altrettanto chiara e leale. Ma lealtà e chiarezza non albergavano in chi pretendeva dall’URSS difesa per loro e per i loro interessi, senza dare in cambio nulla, anzi continuando ad agire nascostamente, attraverso la diplomazia segreta, per portare a soluzione le controversie tra Francia e Inghilterra da un lato e Germania dall’altro e spingere la belva nazista contro l’URSS.” (v. nota 1).
Ho l’impressione che non soltanto il popolo, bue che scende in piazza a comando per i minuti d’odio orwelliani antirussi (santificati anche dalla carognesca Facebook che ha autorizzato/ invitato ad esprimere in modo illimitato anche i peggiori insulti ed incitazioni all’odio purché diretti contro la Russia) ma anche molti intellettuali che si fasciano di bandiere ucraine per partecipare alle dimostrazioni “politicamente corrette” non abbiano chiaro di che cosa c’è in gioco nel conflitto provocato dall’Occidente contro la Federazione Russa.
Negli anni scorsi (pre-Covid) quando potevo viaggiare e frequentare
università per lo studio delle lingue, letterature e storia dei Paesi slavi,
praticamente tutti /e gli studenti ucraini che ho conosciuto avevano uno dei
due genitori di nazionalità o origine russa. Dunque due popoli che pur con le
differenze ed i motivi di conflitto esistenti in ogni nazione (pensiamo un
attimo a Spagna/Catalogna) erano e restano popoli fratelli. Aver cercato in
ogni modo di seminare discordia, fino al colpo di Stato del 2014 del Maidan, è
oggettivamente fra le innumerevoli carognate degli USA e dell’UE la più sporca
e tragica, seconda solo all’allargamento della NATO anche dopo lo scioglimento
del Patto di Varsavia.
Che la tenacia dell’Occidente nel diffondere odio antirusso non avesse mai
avuto nulla a che fare con democratizzazione o difesa dei diritti umani è
provato continuamente in tutti gli anni dalla Rivoluzione d’Ottobre in poi: è
di questi giorni la questua degli USA e dei loro vassalli presso l’Arabia Saudita,
la più feroce dittatura nella regione, (dove en passant sono state
eseguite in questi giorni 81 condanne a morte di “terroristi” cioè oppositori
della dittatura più spietata dell’area)
per mendicare petrolio da sostituire alle importazioni dalla Russia. E
sui quotidiani oggi 15 marzo si vede la stretta di mano del cancelliere tedesco
Scholz col vituperato dittatore Erdogan che torna utile per motivi bellici
nonostante le repressioni ed incarcerazioni addirittura di cittadini tedeschi. Per non parlare degli
USA che sono stati a mendicare petrolio addirittura dal dittatore venezuelano
Maduro che già avevano praticamente già condannato all’ergastolo (come avevano
fatto con l’ex amico USA Noriega),
l’avessero soltanto potuto catturare.
Dunque, come aveva giustamente già riconosciuto Stalin (e se lo diceva lui
significa qualcosa!) l’Occidente non ha alcun valore morale da difendere ma
soltanto luridi interessi spacciati ipocritamente per iniziative umanitarie.
Ma veniamo al presunto “errore” di Putin nell’inviare tuppe in Ucraina. Un motivo ancora sconosciuto ci deve essere stato se questo intervento è stato attuato in modo militarmente a dir poco improvvisato e senza una preparazione tattico-strategica. Ipotizzo la fretta come motivo poichè la NATO stava armando da anni l’esercito ucraino, di fatto il Paese che se non di diritto, di fatto ne era già membro. O altrimenti detto, non l’Ucraina sarebbe entrata nella NATO ma questa già in Ucraina. Lo si è visto subito dalle ingenti perdite dell’esercito russo. Può darsi che i generali e i servizi segreti abbiano consigliato l’intervento poiché ogni ulteriore attesa lo avrebbero reso più arduo. E che l’intervento per evitare di dover poi essere accerchiati da un’alleanza militare estremamente aggressiva come la NATO fosse inevitabile è palese dottrina militare. Chi si dichiara giustamente contrario alla guerra deve o meglio doveva protestare con questo tipo di aggressione: tutti gli esperti in materia militare avevano fin dall’inizio (1992) dichiarato che l’espansione della NATO inevitabilmente avrebbe condotto alla guerra.
Che siano stati inviati soldati di leva, errore elementare da un punto di
vista tattico ma giustificato quando quando si tratta di un Paese fratello, può
avere una spiegazione diversa (e qui l’eventuale incompetenza dei servizi
segreti russi): l’ illusione che tutti gli ucraini fossero come quelli del
Donbass, filorussi o almeno neutrali e che
i gruppi filonazisti fossero una piccola minoranza.
Evidentemente così non era, o
almeno gli anni dal Maidan del 2014 ad ora hanno rafforzato la componente
nazionalista filonazista a tal punto da rendere pericolosa la resistenza (già nel 2014 i 50 giovani bruciati vivi dai
filonazisti ad Odessa inducevano a pensare che il problema non fosse marginale
e che tali forze si fossero già
impadronite dei posti di comando
nella polizia e nell’esercito. Dunque
ecco perché i soldati russi non sono stati accolti a Kiev come liberatori alla
stregua delle SS e della Wehrmacht nazista nel 1941, ma invece hanno trovato
tanta resistenza sia da parte dell’esercito ucraino (molto addestrato e ben
armato da USA e NATO) che fra i semplici cittadini.
Le armi distribuite ai cittadini dal governo di Kiev sono con ogni evidenza
una mossa propagandistica di questi “Quisling” degli USA. L’esercito ucraino
dispone invece con ogni evidenza di armamenti e mezzi sofisticati. Anche le
promesse attuali di invio di armi da parte di molti Paesi dell’UE è una farsa
evidente: le armi le avevano inviate già da anni. Il caso più ridicolo è quello
della Germania, che ha riempito senza farne troppa pubblicità gli arsenali ucraini negli scorsi anni e
che quando la NATO e buona parte dei
cittadini tedeschi chiedeva di inviare armi per difendere i poveri ucraini,
dapprima il cancelliere Scholz aveva inviato armi “difensive” (5000 elmetti )
per non venire meno al principio sempre proclamato di non inviare armi in zone
di conflitto. Poi sotto le pressioni che sono facilmente intuibili, ha dovuto
cambiare idea ed ora ha promesso un
gigantesco sforzo bellico per armare la Germania (infatti in Germania stanno
chiudendo ospedali – alla faccia del
Covid e dell’impegno a tutelare la
salute pubblica – per poter destinare più fondi agli armamenti).
Certo, una delle due Ucraine, quella del Donbass, ha esultato per la
liberazione dai quotidiani bombardamenti dell’esercito ucraino, ma questa è una
piccola area rispetto al resto del Paese.
Una soluzione al conflitto potrebbe essere ragionevolmente quella
cecoslovacca: come nel 1992 Repubblica Ceca e Slovacchia avevano deciso
allegramente e felicemente di separarsi (e ne sono tuttora felici e mai i due
Stati avevano avuto rapporti così buoni come dopo la separazione).Difficile che
gli USA lo consentano, essendo interessati esattamente all’opposto, cioè alla
continuazione del conflitto per completare l’accerchiamento della Russia con la
NATO.
Nelle analisi è consentito fare ipotesi su cosa poteva essere l’alternativa. Ne propongo una drastica che mi ricorda però quello che era successo verso la fine della guerra fredda, col disgelo prima con la Cina (Nixon “boia”in Vietnam era stato più pacifista di Obama) e poi con la Russia (firma dei trattati contro la proliferazione atomica, poi cancellati unilateralmente dai successivi presidenti): ritornare all’equilibrio del terrore.
Fino alla caduta del Muro di Berlino ed alla fine dell'Unione Sovietica, la pace si reggeva sull’equilibrio del terrore: nessuno che avesse cercato di distruggere l’avversario sarebbe poi sopravvissuto. E dunque l’alternativa alla guerra per la smilitarizzazione dell’Ucraina poteva essere questa: puntare i più potenti armamenti nucleari su tutti i Paesi NATO indicando che la loro attivazione era automatica non appena fosse stato segnalato un attacco nemico. Vivere sotto la perenne minaccia di estinzione poteva indurre i Paesi NATO a riflettere se continuare a fare la volontà del padrone d’oltre Atlantico di cui sono i miserabili vassalli oppure ribellarsi, smantellare la Nato e cercare cooperazione invece che confronto con la Russia, che in ogni caso non potrebbe essere che l’estinzione della vita umana sul continente intero.
Infatti è evidente che la pace in Europa si può ottenere solo e soltanto
CON la Russia, non contro di essa. L’ingenuo Gorbaciov aveva addirittura
proposto l’adesione della Russia alla NATO, convinto di non essere più il
nemico di cui questa feroce alleanza militare aveva bisogno per continuare ad esistere. Era come quel
ristoratore che chiede al mafioso, che si presenta per chiedere il pizzo, di
entrare a far parte della cupola mafiosa e si sente ovviamente rispondere che
il suo ruolo è quello del poveraccio da spennare, così come il ruolo della
Russia per l’Occidente è il nemico da distruggere o da smembrare come fatto con
la Jugoslavia.
E per concludere proviamo a pensare per un attimo che Gorbaciov sia ora
presidente al posto di Putin: potrebbe se ne avesse il coraggio, sputare in
faccia a tutti i governanti dell’UE e dei Paesi NATO rinfacciando l’enorme carognata da loro commessa abusando della
sua buona fede. En passant: è ridicolo l’argomento che si sente spesso
ripetere, che non fosse stato stilato alcun trattato scritto contro
l’allargamento della NATO, poiché come abbiamo visto gli USA i trattati li
considerano, alla stregua di Hitler, dei pezzi di carta che si possono
stracciare quando fa comodo. Così aveva fatto recentemente Trump stracciando il
trattato con l’ Iran, sebbene controfirmato dai Paesi europei che non si era
nemmeno degnato di informare.
Tanto, come ben disse l’ambasciatrice Nuland, l’UE non merita che un “fa**
you EU”.
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