Freitag, 20. Dezember 2019

Il ventinovesimo albo professionale : ovvero dove la burocrazia strapiomba.

Secondo le statistiche ufficiali in Italia sono presenti ben 28 ordini e collegi professionali, che contano complessivamente oltre 2 milioni e 300 mila iscritti.
L'elenco però è incompleto, poiché non contempla il 29., l'albo più recente e col più alto numero di iscritti: l'albo dei "compostatori". Oltre che essere paese del bel canto e patria di compositori di fama mondiale l'Italia è all'avanguardia nel settore del riciclaggio rifiuti organici, alias compostaggio (1).
In quasi tutti i Paesi europei si diffonde la pratica industriale di questa pratica, che da sempre i singoli cittadini in possesso di orti e giardini praticavano senza dover partecipare a corsi poiché lo imparavano dai genitori.
Nelle città il sistema era poco diffuso per mancanza di spazi verdi, ma ad es. in Germania da lungo esiste la tradizione dei giardini ai margini delle città, a volte vere e proprie colonie di giardinieri con casette da usare al fine settimana e naturalmente orti e giardini con relativi compostatori. 
Al tempo dei miei genitori il composto era una semplice fossa o "tampa" in un angolo dell'orto,  poi arrivò la plastica ed oggigiorno i compostatori sono contenitori con una o più camere, elaborati per facilitare ed accelerare il processo chimico-organico di trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzante.
La tradizionale "tampa" credo tuttavia sia e resti imbattibile sia per i tempi che per la qualità del concime finale, anche se ovviamente ... puzza.
Ho praticato il compostaggio  in Germania da quando ho posseduto un giardino, sono quasi 40 anni ormai. Lo volevo far organizzare dal giardiniere anche nella casa in Italia: e cosí ho scoperto quanto si è evoluta nel frattempo questa pratica. 
L'arte del compostaggio non viene più trasmessa di padre in figlio ma è oggetto di corsi specializzati, esistono pubblicazioni ampie e dettagliate (2) e soprattutto si tratta a quanto sembra di una nuova professione visto che è contemplata l'iscrizione ad un apposito albo, con tanto di regolamento che precisa ambiti, competenze e modalità di questa antichissima pratica divenuta nuovissima professione (3).  
Che lo smaltimento dei rifiuti costituisca un problema tuttora grave ed irrisolto in molte città italiane a partire dalla stessa capitale è un dato di fatto innegabile e quindi ogni misura mirata ad affrontare questo problema è benvenuta, a cominciare dalla riduzione dei rifiuti stessi, che sarebbe la via più promettente ed anche la più vantaggiosa economicamente, poiché anche riciclare comporta costi. 
I residui organici fra l'altro sono parte notevole del volume totale dei rifiuti e quindi la loro trasformazione in fertilizzante per orti e giardini o per l'agricoltura è una misura positiva da sostenere ed ampliare.
Discutibile invece è la burocratizzazione della pratica: in nessun altro Paese in Europa - e credo nel mondo - risulta che per riciclare ecologicamente i rifiuti organici in una fossa o in un apposito contenitore sia necessario iscriversi ad un albo professionale,
I costi di questa incombenza burocratica di cui non si comprende l'utilità pratica (se non per creare posti di lavoro negli uffici che raccolgono e gestiscono i dati) non servono certo a migliorare il bilancio ecologico. Al massimo possono scoraggiare chi avrebbe intenzione di dedicarsi a questa pratica ma rifiuta di assoggettarsi alle imposizioni burocratiche connesse.

La pessima abitudine di gonfiare senza alcun bisogno sensato l'apparato burocratico è tipica degli Stati privi di prospettive produttive, che avendo esuberanza di manodopera creano posti di lavoro fasulli e per finanziarli aumentano il peso fiscale sulle imprese che costruiscono o producono e che di conseguenza devono aumentare i prezzi o per diminuire i costi devono rinunciare ad investimenti e quindi al proprio futuro sviluppo.   Si innesca così un circolo vizioso  che scoraggia sempre di più le attività produttive e finisce per soffocare l'economia e costringe le imprese alla dislocazione delle loro attività in altri Paesi e i lavoratori all'emigrazione. 

L' "albo dei compostatori" è dunque un esempio illuminante di questo processo di distruzione del lavoro produttivo ad opera della burocrazia. Si situa nel medesimo filone ad es. delle procedure burocratiche per gli impianti fotovoltaici: per diretta esperienza, quello che in Germania si realizza nel giro di una settimana dall'ordine conferito all'impresa alla messa in funzione, col lavoro di montaggio in una giornata e senza fastidi burocratici per il committente, in Italia oltre al prezzo quasi doppio comporta una serie di tali e tanti impegni burocratici che alla fine, nonostante la possibilità di delegare altri professionisti per questa lunga serie di incombenze, chi voleva realizzare per motivi ecologici ed in parte economici un progetto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione è costretto a rinunciarvi.
Non sono che due esempi, ma  la serie e lunghissima: e dunque non stupisce che il Paese vada in rovina e non ci siano purtroppo fondate speranze di recupero. Forse fra un paio di generazioni, migrati i banchi di sardine in altri oceani o divorate dai nemici naturali , e toccato il fondo finale, che deve essere ancora molto profondo, si potrà ricostruire un'amministrazione efficiente al servizio dei cittadini e della società intera e si eviterà anche la corruzione fra gli amministratori pubblici. 
Questo è infatti uno dei danni collaterali più perniciosi della crescente burocratizzazione, che grazie all'accumularsi di leggine e regolamenti incoerenti e spesso contradditori e comunque vaghi, rende infatti sempre più facile l'abuso e la corruzione : più sono le regole e più esse sono assurde, minore è la possibilità di controllo e maggiore la tentazione - ed a volte la necessità - di aggirarle pagando e facendosi pagare.

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(1) compostàggio s. m. [der. dell’ingl. compost (v.)]. – Sistema di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che, attraverso varî processi (macinazione, vagliatura, omogeneizzazione e fermentazione aerobica), vengono parzialmente trasformati in compost, cioè in fertilizzanti.

(2) Cfr. ad es.: Corso di compostaggio domestico (Provincia di Genova /Italia Nostra, 92 pagine,   https://www.italianostra.org/wp-content/uploads/compostaggio.pdf). Esistono poi innumerevoli fonti e video in you tube per spiegare ciò ch eun tempo chiunque sapeva per averlo visto fare dai genitori,cfr. ad  es. https://www.cidiu.to.it/le-regole-del-compostaggio/ 

(3) Cfr. uno fra i tantissimi regolamenti emessi in quasi tutti i comuni italiani: https://www.fonte-nuova.it/sites/default/files/RegolamentoAlbo Compostatori.pdf

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