Samstag, 2. November 2013

   Il banco dell’asino  

Da mesi tutta la politica parlamentare italiana gira intorno ad un solo punto: come salvare capra e cavoli, cioè come tenere in piedi un governo privo di senso (ma che dall’estero è visto come il male minore) e non sputtanarsi definitivamente concedendo la grazia ad un noto evasore fiscale che dovrebbe da tempo essere dietro le sbarre ma che ricatta appunto il governo mendicando miserabilmente l'impunitá. 
Da una cattiva pedagogia forse una buona soluzione. Ai tempi dei nostri nonni era una prassi nelle scuole elementari il “banco dell’asino”: si metteva a turno l’alunno considerato peggiore o per comportamento o per incapacità. 
Un’idiozia pedagogica ma utile in politica: il delinquente evidentemente privo anche di un minimo di dignità si aggrappa ad ogni stratagemma pur di restare a piede libero?
Ebbene, se non altro per rispetto ai comuni delinquenti che certo hanno più dignità del citato e stanno scontando le loro pene, non sarebbe bene contaminare questi tristi luoghi di espiazione con la presenza di un tale individuo impenitente. Meglio lasciarlo in Parlamento, in compagnia di tanti altri condannati definitivi che scaldano quei banchi. Lo si dovrebbe però mettere in un banco speciale, come appunto un tempo nelle scuole. Sarebbe un castigo più efficace e metterebbe fine alla indecente commedia che vista dall’estero fa giudicare l’Italia un Paese di buffoni. 

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