„Cupio dissolvi“ : ecco l’obiettivo vero dei governanti italiani.
Premessa
Chiunque con
distaccato interesse e non coinvolto nelle prevedibili conseguenze del degrado
politico italiano dovesse valutare in due parole l’operato dei governanti
durante gli anni più recenti non dovrebbe cercare a lungo, anzi basterebbe una
parola sola: autodistruzione.
Tuttavia la
locuzione latina è più efficace poiché rileva il desiderio compiaciuto di
estinguersi. Chiaramente non servirà a raggiungere un obiettivo più alto, come
nell’epistola dell’apostolo Paolo da cui è tratta, cioè a ricongiungersi con la
divinità, ma per andare all’inferno, cioè nella pattumiera della storia (già
piena di governanti italiani privi del benché minimo scrupolo ed indegni nel
modo più assoluto delle funzioni di cui abusano vergognosamente).
Curiosamente,
nella loro maggioranza gli italiani continuano a sostenere e legittimare questo
marciume, segno che o si sono adattatati ad esso o non riescono ad immaginare
alternativa, come i maiali che non conoscono altro che il loro porcile, nel
quale infatti restano o ritornano anche se si lascia la porta aperta.
Dunque nel loro
insieme i politici italiani sono innegabilmente legittimati a continuare come
ora. Per chi non ha ancora perduto il senso dell’olfatto e non concorda con la
maggioranza insensibile al fetore politico, la cosa che più infastidisce dei
politici e dei loro servitori (giornalisti e commentatori foraggiati dai
partiti, portaborse, fiancheggiatori, raccoglitori di briciole, e altri vermi) è tuttavia l’arroganza irresponsabile, che
in bocca a mentitori, corrotti, e comunque inetti suona ancor più
intollerabile.
Alla ricerca di
spiegazioni
Dei sostenitori
dei partiti di destra, Lega, PDL e
simili è inutile oltre che superfluo parlare.
Serve a poco
anche parlare delle sedicenti sinistre, che ormai si sono auto-escluse da ogni
possibile redenzione (PD in testa) ma è utile per capire il perché appunto la
politica italiana viaggia all’insegna del “cupio dissolvi”.
Il successo delle
destre in Italia è stato sempre dovuto al fallimento delle sinistre, dal 1921
in poi, se non prima. Ma quali sono i tratti distintivi ed i meccanismi che
conducono regolarmente a questi fallimenti? Fallimenti che non sono nella
natura delle cose
Poiché abbiamo
esempi storici di governi di sinistra giunti al potere con elezioni
indubbiamente democratiche e che solo colpi di Stato hanno potuto liquidare (v.
11 settembre 1973 in Cile ad es.).
Dunque il caso
italiano ha peculiarità che necessitano spiegazione. Una è sicuramente la
staticità del voto: una gran percentuale vota per l’uno o l’altro schieramento
per “partito preso” così come si tifa
per una squadra di calcio (non importano i giocatori ma la maglietta che indossano).
O scelgono un partito non per convinzione ma per odio verso quello avversario.
O semplicemente perché hanno un “compaesano” influente nel partito e questo è
quanto loro interessa per ottenere eventuali favori, del programma e di tutto
il resto non importa loro nulla. In questo sconsolante paesaggio confermato
dalle ricerche sociologiche l’unica nota positiva è l’aumento costante dei non
votanti, che altrove sarebbe
un problema ma
che in Italia già è un passo avanti
poiché almeno dimostra che nessuna delle motivazioni negative sopra ricordate
fa più presa.
Partiti e
Movimenti
Ovviamente i
partiti politici non sono indifferenti a questa tendenza al non voto anche se
in certa misura, finché non perdono terreno, della maggiore o minore
legittimazione non si curano. Al contrario sono invece tutti uniti e
preoccupatissimi per la tendenza opposta: il voto ai Movimenti non omologati al
loro modo indegno e corrotto di far politica.
La novità
inattesa dell’ultima tornata elettorale è stato il successo innegabile del
Movimento 5 Stelle (M5S), che fra gli elettori in Italia è risultato il primo
partito (il PD l’ ha superato ottenendo più seggi in parlamento grazie
unicamente ad una legge elettorale
indegna di un Paese civile e grazie ai voti degli italiani all’estero
tendenzialmente più conservatori degli elettori metropolitani (anche dunque a
prescindere dai documentati boicottaggi o escludendo la ripetizione dei brogli
in grande stile della tornata precedente).
In periodo
pre-elettorale la TV di regime (che per la stragrande maggioranza degli italiani
è l’unica fonte di informazione) e la parimenti corrotta stampa (tenuta in vita solo grazie ai regali del regime
che quindi deve sostenere senza rispetto alcuno per la verità) avevano scelto
di ignorare semplicemente il M5S.
Preso atto a
malincuore dei risultati, la prima reazione dei media è stata il disprezzo verso i neo-eletti del M5S, subito definiti inesperti o incapaci: in un certo senso
a ragione poiché essi non possiedono effettivamente le qualità dei parlamentari
dei partiti tradizionali, che sono invece grandi “esperti”: di corruzione,
menzogne, e certo “capaci” … di tutto, pur di restare al potere).
E’ pur vero che
fra gli eletti del M5S non sono capitati sempre i migliori, ma per lo meno non
si registra alcun delinquente, cosa scontata in tutto il mondo ma contraria
alla tradizione italica, dove i partiti tradizionali mandando in Parlamento
delinquenti altrimenti in galera senza il regalo dell’immunità, si garantiscono
da costoro l’obbedienza più cieca ed il silenzio assoluto.
La reazione dei
media e la loro strategia successiva ed in corso è stata la diffamazione
continua del M5S, (volgare e infantile ma efficace su un pubblico ormai
assuefatto alle menzogne e reso incapace di valutare): interviste a sedicenti
elettori pentiti, con distorsione di fatti e manipolazione di
dichiarazioni dei parlamentari
neo-eletti e certo non esperti nel tacere e mentire.
I partiti della
destra e la Lega hanno reagito con insulti e minacce, una prova confortante che
non hanno altri argomenti, oltre che una conferma del loro basso livello.
Il PD come
partito e molti suoi veri o sedicenti elettori hanno invece mal reagito al
rifiuto del M5S di coalizione (che poi significava semplice sottomissione agli
obiettivi non tutti dichiarabili di questo aborto di sinistra).
Sono ancora in
largo numero i “delusi” che si erano illusi di vedere un rinnovamento della
politica italiana in una collaborazione PD e M5S. Sarebbe stata la fine
ingloriosa del M5S e la conferma che in Italia soltanto vale la legge del
Gattopardo “cambiare tutto affinché tutto resti come prima”. Il M5S non avrebbe
mai potuto coprire tutte le oscenità ed i compromessi, le connivenze col PDL di
cui il PD si era e si rende colpevole ingannando i suoi stessi elettori.
Quella del M5S è
stata una scelta logica ed onesta (hanno mantenuto la promessa elettorale di
non coalizzarsi con alcuno dei partiti tradizionali).
In altre
occasioni una soluzione sarebbe stata possibile, come più volte sperimentato,
con un governo di minoranza col sostegno esterno del M5S, che avrebbe votato
solo i provvedimenti coerenti con le proprie promesse elettorali. Ma
evidentemente questo non andava bene al PD, poiché i suoi dirigenti avevano
alle spalle troppi anni di collusione col PDL e troppi scheletri negli armadi
probabilmente, per rischiare di presentare provvedimenti che poi il M5S avrebbe
rifiutato poiché riconoscibilmente disonesti.
L’unica opzione
per il PD è stata quella logica di continuare come prima, con l’unica novità di
farlo apertamente, cioè vendendosi pubblicamente al PDL. Manca soltanto più
l’ultimo e culminante atto della vergogna, ma sta arrivando ed è inevitabile:
l’assoluzione del delinquente. Sarà la prima volta che in un Paese nominalmente
democratico un partito di sinistra assolve un delinquente di destra
definitivamente condannato garantendogli immunità. La classe operaia che ai tempi della Rivoluzione russa doveva
“dirigere tutto” in Italia dovrà invece ingoiare anche questo ennesimo rospo e
“digerire” tutto come mi ha argutamente ricordato l’amico Mirco.
Ultima a morire,
la logica.
C’è infine un
aspetto curioso che per va ricordato per concludere, dimostrando che oltre alla
democrazia, ai principi morali, alla verità, perfino la logica sparisce quando
la corruzione non ha freni.
Non passa giorno
che da qualche parte in rete o sulla stampa di regime qualcuno non attacchi il
M5S con la formula “tutta colpa di Grillo”.
Siamo al caso
ricordato nella favola del lupo e dell’agnello, che bevendo a valle avrebbe
inquinato l’acqua a monte: Grillo ed il M5S si sono attivati politicamente
soltanto da un triennio ed alle elezioni politiche si sono presentati soltanto
quest’anno.
Attribuire loro
gli errori e la rovina dell’Italia, con governanti in odore di mafia con la
quale sembra abbiano trattato le più alte (formalmente) autorità, uno sfacelo economico e morale causato da
decenni di malgoverno e collusioni delle sinistre col potere corrotto, è
un’offesa alla logica, che richiede una causa anteriore per piegare gli effetti
successivi.
Se dunque si prescinde anche dalla logica, cade anche l’ultimo criterio
per poter giudicare le argomentazioni, quindi tutte le opinioni si equivalgono,
conta chi sa mentire più elegantemente o spudoratamente. Ed in questo sappiamo
che l’ignobile gara è da lungo aperta in parlamento come nel Paese: se per le
menzogne esistesse un libro dei Guinness, i pariti italiani l’avrebbe
assicurato.
Keine Kommentare:
Kommentar veröffentlichen